Gixson ha scritto:
Preferisco ascoltare i Pan del diavolo, i c+c Maxigross ecc..., se proprio devo ascoltare italiano, piuttosto che i vari Vasco, Negramaro, Ferro ecc...
Secondo me il circolo dei musicisti italiani soffre di un complesso di inferiorità dovuto a vari fattori storici, un pò come l'Italia che ha fatto sé stessa ma deve ancora fare gli italiani.
Per esempio, prendiamo il jazz: se ascolto Coltrane, Parker, Monk, Mingus, Davis o i contemporanei Dave Holland, Ornette Coleman, sento le vibrazioni del jazz, la rabbia, la ribellione, l'altra faccia dell'America. E li ascolto.
Se ascolto Bollani, Fresu, Rava e compagnia bella sento dei diplomati in conservatorio che si sono specializzati nella musica jazz e te lo vogliono dimostrare ex-catedra. Senza contare che fanno parte di una certa sinistra salottiera che non sono mai riuscito a sopportare.
Il jazz è nato nei bordelli parigini ed esportato poi nelle città francofone americane. E' nato dal basso ed è diventato un movimento rappresentativo dell'apartheid.
Il jazz bianco ha mentalizzato la forma del jazz nero, totalmente impulsiva nelle proprie improvvisazioni, lo ha mischiato alla samba per renderlo più pop e più frivolo, meno impegnato e più da lacrimuccia.
Il jazz è stato, come il blues, l'anticamera del rock.
In Europa è un fenomeno da salotto importato dagli Usa, la risposta della sinistra salottiera alla destra nobile del teatro lirico e dell'opera. Niente di più. Il jazz fa parte dell'america, se non ci sei nato o cresciuto non potrai mai esprimere il jazz, potrai soltanto suonarlo, che non è la stessa cosa.
Mettiamo troppo al centro le note spesso ignorando che è più importante il contesto in cui esse sono partorite.
Sotto questa luce considero più jazz un rapper delle borgate romane rispetto a un musicista italiano di jazz, lo scrivo senza provocazione alcuna.
Edited 23 Set. 2013 14:17