wireless ha scritto:
Certo che una master da 4000 Euro...
Per usarlo come master, se fisso, allora meglio il Kawai vpc. Anzi, potendo (spazio e soldi permettendo) meglio ancora un acustico silent. Questa sarebbe la scelta definitiva, con cui andare avanti parecchi anni.
Come master portatili, ce ne sono di più leggere e soprattutto meglio performanti. Il Cp1 trasmette giusto le note e i pedali.
Per quanto riguarda la risposta dinamica, è indubbio che un piano stage sia più o meno leggermente compresso: nei Nord è, come detto da qualcuno, un po' più evidente (almeno, questo ricordo nel mio fu Stage Classic); nel Cp1 te ne accorgi nei pezzi particolarmente rarefatti. Tipo fumosa introduzione in un trio jazz. Comunque, niente di immodificabile: intanto c'è sempre la regolazione della curva global: soft, normal, hard, e l'interessante wide, che ti esalta i pp e i ff. Io preferisco usare la normal e ritoccare la risposta di ogni singolo suono. Per questa ci sono due parametri, mi pare si chiamino VelDepth e Offset. Il manuale li spiega, ma un riscontro grafico sarebbe benvenuto, anche magari con un editor esterno. Però vanno toccati pochissimo: I valori vanno da 0 a 127, di default sono a 64 ma basta metterli a 63 entrambi per sentire già una minore difficoltà a fare i pp.
Come per il suono, anche per la risposta dinamica ognuno credo possa trovare il compromesso migliore.
Poi la mano pensa al resto...
@ serpaven: forse sono io, ma non comprendo per nulla il tuo astioso intervento: un conto è un piano con difettosità riconosciuta (dinamica fallace su
alcuni tasti), altro è uno stage programmato per funzionare in un certo modo.
E che fa esattamente quello per cui è programmato. Sta a noi farcelo andare bene. Se non ci va, allora abbiamo sbagliato strumento.
E i tasti cortissimi?? Ragazzi ma pensate che i pianoforti abbiano tutti le stesse caratteristiche? Ci sono piani di pietra, piani che si suonano solo a guardarli (o quasi
), piani ben tenuti che rispondono bene, piani mal tenuti che fanno sempre lo stesso suono (sì, succede anche in qualche acustico)...
Solitamente è il pianista che si adatta allo strumento, non viceversa. Tant'è che riesco bene o male a suonare su qualunque digitale o acustico, a volte godendo, a volte turandomi il naso
Edited 7 Giu. 2015 21:59