vin_roma ha scritto:
Non so se è difficile capirmi.
no, non è difficile per chi ha provato praticamente le tue stesse sensazioni.
t capisco perfettamente: nel mio caso a farmi fare ragionamenti di questo tipo sono state contemporaneamente una profonda tristezza personale e l'avvicinamento alla mistica cristiana di meister eckhart (non nelle sue derive panteistiche) e san giovanni della croce.
in costoro si percepisce la tensione al distacco, distacco dalle cose terrene, dagli
vin_roma ha scritto:
errori di equilibrio sul piano dell' assoluto
per tornare a percepire la dimensione di "consonanza" con il Tutto, che chiaramente per il credente è Dio.
spostare il discorso che molti atei fanno riguardo alle "prove" significa non aver capito di cosa si parla, perchè la dimensione della fede annulla di per se stessa la richiesta e il bisogno di prove.
i vari argomenti antropologici sul fatto del bisogno umano di giustificare come esogeni fatti eclatanti come il diluvio o altro lasciano il tempo che trovano, perchè lo sanno tutti che la Bibbia non è come il Corano, teso rivelato da Dio in persona (nella fattispecie dell'arcangelo Gabry), ed è allo stesso modo provato che l'uomo nella Storia ha cercato la giustificazione divina dei fatti del mondo.
per tornare al topic, dato che considero inutile (né lo faccio mai) cercare di "convincere" altri delle mie idee - io le porgo, poi se le accetti bene, se non le accetti bene lo stesso -, la dimensione della menzogna nel sacramento della confessione-riconciliazione assume proprio gli aspetti peculiari che tu dici sopra.
vin_roma ha scritto:
riconoscere e confessare sinceramente a se stessi gli errori di equilibrio sul piano dell' assoluto
significa ritornare
vin_roma ha scritto:
in sintonia, in autooscillazione con la nostra identità profonda e assoluta.
...ritornare al risonare armonico di noi nell'universo e dell'universo in noi, per il quale il sacramento tangibile è, chiamiamola, la scusa, il rito, la ripetizione di un gesto che non fa altro che rimandare al più profondo senso della cosa.
non si chiama infatti riconciliazione? ri-con-ciliare: unire ancora i limiti, i confini.
confini di e tra cosa? tra noi e il tutto...
cioè annullare le discrepanze che il richiamo delle
vin_roma ha scritto:
richieste della quotidianità (lavoro, procreazione, arrivismo)
fanno sentire sempre più forte in noi, come è normale che sia.
vin_roma ha scritto:
Io ho sempre creduto che il senso religioso che ha accompagnato la nostra evoluzione sia nato da un qualcosa che abbiamo sì intuito, ma poi falsificato, vituperato, assoggettato ai voleri dei potenti, snaturando la sua essenza. Si è creata una giungla fatta di riti confortanti, ignoranza, presunzioni di superiorità.
concordo