[link url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2012/10/13/la-musica-passiva-fa-male-anche-te.html?ref=search]
un lamento di Nicola Piovani[/link] che condivido anche se ha dei lati estremi.
Comprendo che "imporre" Verdi nel poco tempo di un passaggio in ascensore è una pacchianata, meriterebbe almeno l' Arena di Verona o il San Carlo di Napoli... che dite?
Molto meglio un po' di musica luonge, anonima, ma che sottolinea il carattere dell' ambiente, che sia sala d' attesa all' imbarco, centro commerciale o negozio alla moda...
Piuttosto è un altro l' aspetto che non mi piace: l' uso dozzinale della musica, offerta come un plus a larghe mani da bar, ristoranti che, salvo rare eccezioni, mostrano più che altro il livello di scadimento nel gusto dei fruitori.
Lo confesso: se entro in un ristorante e trovo in postazione un karaokista o un dispensatore di basi (non me ne voglia chi lo fa) io mi giro e cerco un altro posto.
E pensare che l' ho fatto per molto tempo... ma solo per i soldi e comunque sempre rispettoso del libero chiacchiericcio e discretamente con un pianoforte nei luoghi adatti.
Invece oggi trovo spesso situazioni al limite della decenza, impianti sparati, basi tutte uguali, cantanti approssimativi, devi urlare per fare due chiacchiere davanti ad una buona cena...
No, io esco, vado da un' altra parte.
Leggendo l' articolo di Piovani mi son ritrovato pienamente nella poesia di Viviani che diceva al posteggiatore:
"sono quì per assaporare i vermicelli alle vongole, non mi distrarre da questo piacere!"