Trio piano chitarra basso e voce - problemini

slash 04-10-12 14.49
Ciao a tutti, dopo alcuni anni in cui abbiamo portato live un progetto basato su cover anni 80 – 90, avendo perso momentaneamente il batterista ed il chitarrista solista avremmo pensato di provare a mettere su un repertorio diciamo acustico sempre di cover.
Ho buttato giù un po’ di scelte (per es King of pain versione a. morrisette e una versione acustica di Human nature e qualche pezzo di Adele) ma già alle prime prove sembriamo un po’ in difficoltà…
Premesso che non siamo strumentisti virtuosi ma che comunque suoniamo discretamente e con un certo gusto, la difficoltà sembra più derivare dalla difficoltà di riarrangiare i brani e dall'amalgamare i suoni dei nostri strumenti.
Abbiamo provato allora a suonare dividendoci la struttura del brano per far risaltare ora l’uno ora l’altro strumento, ma allora il pezzo sembra ancora più “vuoto”.
Su you tube ho trovato pochissimi gruppi che si propongono così (o solo piano o solo chitarra/e, ma insieme poco e niente)…secondo voi è meglio lasciar perdere e trovarsi un batterista subito? Qualcuno ha avuto esperienze di questo tipo? Avete suggerimenti qualora volessimo insistere ?
ruggero 05-10-12 12.01
io ho suonato con un gruppo in cui c'erano due chitarre assieme al mio pianoforte. Il genere era il blues e avevamo un repertorio di più di due ore.
Diciamo che non è semplice suonare senza parte ritmica. Innanzi tutto si deve calibrare il repertorio e poi è naturale se si è dei virtuosi si riesce a fare brani impensabili anche con due chitarre tipo i Bermuda acoustic trio.
In un gruppo come il vostro dovete giocarvi la parte rimica tu e il chitarrista ...c'è poco da fare. Non c'è il bisogno di far risaltare gli strumenti ma di dare sostegno al brano.
slash 05-10-12 17.09
Grazie per la risposta ! i problemi secondo me risiedono essenzialmente nella corretta scelta del repertorio e nella difficoltà di rendere dei suoni adeguati e ben amalgamati.
Alla fine si scelgono brani che hanno già un'impronta acustica e per questo quando li si esegue il confronto con gli originali è troppo forte...ho pensato che forse è meglio cercare di riarrangiare brani molto lontani dall' acustico (qualche pezzo rock o dance per esempio) perchè se prendi un brano già proposto proprio per piano o chitarra è difficile arrangiare qualcosa di meglio e soprattutto incastrare le parti ritmiche di chitarra e piano che spesso (proprio per l'approccio dello strumento) sono diverse.
Ho provato a far entrare gli archi nei ritornelli, ma si sente subito la mancanza del piano ... e la chitarra non può certo sostituirsi a quello che è il timbro principale del pezzo.
Poi il fatto che in rete non si trova quasi nulla e che (a quanto pare) pochi abbiano anche da scrivere in questo thread mi fa pensare che non sia un percorso seguito da molti e che dietro questa scelta di non percorrerlo ci siano delle motivazioni anche tecniche che a me sfuggono ma che sono determinanti...
ruggero 05-10-12 18.05
esatto ci state arrivando piano piano al problema... evita suoni lunghi e tappeti. Lascia perdere archi e organi e pad. Usa sempre suoni percussivi (pianoforti, in pratica, acustici o stile DX7). Vi conviene prendere i pezzi e totalmente riarrangiarli (noi riuscivamo a fare Norvegian Wood blueseggiato perché diversamente era impossibile). Il bello di riproporre i brani in acustico è quello di poterli stravolgere, riarrangiare e trovare un nuovo spirito nel brano...
slash 08-10-12 12.34
Hai ragione Ruggero, ma il riarrangiamento di un brano non è cosa facile soprattutto se si parte da brani che come ti dicevo hanno già un'impronta acustica. Diverso potrebbe essere se si reintepretano brani che appartengono a generi che con l'acustico non hanno nulla che fare (che ne so classici del rock o della dance) ...ma anche qui il rischio di essere fraintesi è alto...
Avete qualche esempio da postare di quello che potrebbe essere un buon risultato ?
a me per esempio è piaciuta questa versione Snow on the sahara