giannirsc ha scritto:
no no..vedrai che li rifaranno..ora puntano sui musicista amatoriali..quando rinizieranno a fare strumenti per professionisti, vedrai che li tireranno di nuovo fuori.
giannirsc ha scritto:
se sul palco ho bisogno del piano del cp50 , degli archi kurz e qualche brass roland che faccio..mi porto 3 88 tasti con 3 seq e campionatori vari ?
...macbook pro....
giannirsc ha scritto:
ora si sono indirizzati all'home recording..che senso ha ad esempio avere un motif ES..programmarsi tutto li e poi non poter trasferire il tutto sull XF..hanno la politica della sostituzione..prendi la nuova..butta la vecchia e tutto il lavoro..
è il contrario di quello che dici!
gli expanders (come li chiami tu), erano principalmente indirizzati al mondo home recording e studio recording, dove il setup piu comune e diffuso dalla metà anni 80 fino alla fine dei 90 era (almeno a grandi linee)
Master Keyboard stile fatar, un atari o mac come sequencer, e un rack pieno di moduli sonori ognuno con la sua personalità, ogni studio di music production o pre produzione era sostanzialmente cosi strutturato.
ma il motivo principale era dato dalla POLIFONIA, un tempo in epoca prettamente MIDI, in cui per registrare 24 fottute tracce audio dovevi spendere 20 milioni (almeno....perchè un analogico a 24 piste era sui 40, un sistema ADAT digitale sui 20 appunto compreso controller e tutto, un sistema digitale dash o pro digi, oltre i 100) era palese che il 90% del lavoro si facesse midi, al massimo potevi avere un 4 piste o un 8 piste analogico (o un ADAT per chi aveva i soldi) con cui gestire le voci, e magari qualche chitarra o fiato, ma il midi ha limiti polifonici e di canali, che l'audio non ha (se hai 24 voci midi, una volta esaurite non puoi fare nulla).
è chiaro che allora il mercato degli expanders era un businness! erano indispensabili per compositori e arrangiatori per avere molte parti strumentali e polifonia
ma anche dal vivo erano impiegati, se infatti negli anni 70-primi 80 l'immagine del tastierista circondato da un castello di strumenti era un immagine professionale, dalla metà degli anni 80 non piu...si è cominciato a studiare scenografie futuristiche, minimali, in cui l'idea di un tastierista con una 88 tasti AKAI o ROLAND che nascondeva un mare di macchine midi e lasciava presupporre una programmazione meticolosa e profonda del midi era vincente (lo dice anche giulio clementi nel suo libro MIDI)
oggi cè stato il cosidetto "giro di boa"....si è tornati all'analogico, ai controlli in real time, al fatto che piu tastiere hai dal vivo colorate e piene di manopole, meglio è! un immagine piu retrò
e lo dimostra il fatto che sul mercato esiste sostanzialmente una sola master, la kurzweil pc3! le master non esistono piu non solo i rack....o meglio ce ne sono piu di prima ma sono pezzi di plastica con tasti e usb, per connettersi al pc, niente layer/split, niente di nulla, un prodotto verticale come Peavey DPM8 o Roland A50 non cè piu in nessuna parte del mondo.
.....e in studio? avevamo detto che i rack erano pensati sopratutto per lo studio.
semplice, VST è la parola chiave, il tipico studio di produzione oggi è un MacPro con 12 core, 16 giga ram,10 hard disc e Logic o Pro Tools, 100 instruments installati al posto dei rack esterni.
insomma, fare rack oggi non è piu un businness, non interessano ai compositori, ne a chi suona dal vivo.
Edited 5 Lug. 2012 13:55