@ steve
Già... mi chiedo se è pigrizia mentale... rassegnazione... o no so cos altro...
Individualismo in primis.
Ci viene insegnato inconsiamente gia' da piccoli, magari in quei cartoni animati giapponesi dove l'importante e' arrivare primi, e chi non ci arriva non e' nessuno.
Se i romani dicevano "divide et impera", immagina una societa' quasi totalmente individualista com'e' facile da manipolare.
Poi il benessere ha fatto il resto : ognuno si e' appollaiato sulle proprie certezze, e guai a metterle in discussione.
Conosco persone che un anno fa, quando gli parlavi di crisi andavano in escandescenza, te ne dicevano di tutti i colori (comunista, pessimista, disfattista ecc.)..
A loro andava tutto bene, perche' chinavano la testa per cercare la scorciatoia : "se chino la testa e sissignore, a me non mi toccheranno".
Oggi quelle stesse persone si son strappate tutti i capelli e non sanno piu' cosa fare : si chiedono perche' la gente non si unisce a lottare per la LORO causa, ma soltanto perche' il loro bell'orticello e' andato a farsi fottere.
Mi dispiace dirlo, anni fa non avrei mai detto una cosa simile, ma adesso a vederli in quello stato ci godo, perche' non sono stati solo causa del loro male, ma anche di quello degli altri.
Guardati in giro, i disoccupati manifestano ognuno per conto loro : da una parte i ferrovieri, dall'altra quelli di Eutelia, dall'altra ancora quelli di fincantieri : gruppetti di 50 persone che non saranno mai ascoltati da nessuno.
Anni fa, quando qualcosa andava storto, la gente usciva unita e riempiva le piazze di tutta Italia.
Lo han fatto per i referendum sul divorzio, lo han fatto per difendere i loro diritti ecc.
Oggi?.
Pensionamento portato a 67 anni : i giovani tacciono perche' pensano di restare trentenni a vita.
quelli prossimi alla pensione se ne fregano perche' l'obiettivo e' stato raggiunto, e gli altri dicono "tanto non c'erano i soldi e non si poteva fare diversamente"...
Peccato che solo di evasione fiscale, corruzione, spese militari, ICI non pagata dalla chiesa e quant'altro, di soldi per le pensioni ne uscivano dieci volte.
Ora sull'articolo 18 nessuno si preoccupa : tanto licenzieranno gli altri, perche' sono sempre "gli altri" i fancazzisti meritevoli di essere presi a calci in culo... (loro sono i primi della classe, come imparato dai cartoni giapponesi)
Nessuno pensa invece che dopo i 55 anni molte aziende non ti vogliono piu' : te li immagini operai in fabbrica di 65 anni?
Ti immagini autisti di tram di quella eta'?... se perdono colpi cosa fai, li paghi per fare niente?...
Ecco il rischio : si allunga l'eta' lavorativa per sottrarre i soldi gia' pagati per le pensioni, ma dall'altra parte si vuole la certezza di poter sbattere fuori (di fatto sotto un ponte) gente che non serve piu', ma che non ha maturato la pensione e non potra' neppure re inserirsi altrove. Ci manca solo che mettiamo nei forni la gente che non puo' piu' produrre e siamo a posto !.
Se davvero Monti fosse coerente con la parola "flessibilita", e col la storia del "lavorare nello stesso posto e' noioso", avrebbe tolto anche le barriere di ingresso nel mondo del lavoro (l'eta' massima per essere ammessi ad un concorso ad esempio).
Ma alla flessibilita' non ci credono neppure loro !.
Se si lavora fino a 67 anni, l'eta' massima per essere ammessi dev'essere 66 anni e non 35 anni !.
Perche' per uscire dal lavoro ci considerano eternamente giovani, ma per entrare ci considerano vecchi a 35 anni?.
Edited 18 Feb. 2012 22:36