@ efis007
E' un discorso vecchio come il mondo.
La musica per essere ampiamente apprezzata "dovrebbe" (ben messo tra virgolette) saper parlare ad un linguaggio comune comprensibile a tutti.
Alcuni generi musicali estremi come il jazz, e molti altri, hanno il "difetto" (sempre tra virgolette) di parlare un linguaggio spesso conosciuto solo dai musicisti e non dalla gente comune.
Il che rende questo genere "per pochi".
Ogni paese del mondo ha le sue tendenze, ha i suoi linguaggi comuni.
In America probabilmente il jazz è un linguaggio comprensibile ad una vasta gamma di persone.
In Italia no, siamo ancora troppo lontani.
Così come a Vienna parlano molto il classico, lo adorano.
E a Cuba il Salsa anzichè il classico.
Paese che vai, linguaggio comune che trovi.
sono d'accordo in parte,
paese che vai gnere che trovi fino ad un certo punto.....
alnune esperienze personali esempio :
ho suonato ad IWAMA Giappone con 2000 Gapponesi che si scatenavano sulle potrone, nel sentire le note dei nostri pezzi storici Italiani degl anni 30-40-50 rivisitati in chiave swing e jazz
ho suonato a cuba in un piccolo centro a 300kn da Avana e gli standard jazz sono stati accolti veramente molto molto bene con nostra gradita sorpresa
ho suonato a Toronto nella stessa formazione di IWAMA e anche li un'accoglienza da far paura.
sia ben chiaro non in villaggi turistici o in posto per gli Italiani.
è la cutura umana personale della gente che in Italia deve cambiare. Finchè si andrà dietro alla Pausini, D'Alessio, Grande fratello ecc ecc... non ci sarà nessuna speranza, anche se mi stò accorgendo che alle nuove generaioni piace. Specialmente pezzi conosciuti rifatti in chiave jazzistica. "per pezzi conosciuti" intendo pezzi che vanno dal 1920 al 1950 .
vi giuro e vi parlo col cuore. Se dovrei campare facendo pausini e company e karaoke nei matrimoni con la solita cantante, preferirei di gran lunga il liscio DOP nei centri sociali.
Edited 7 Feb. 2012 17:11