Lezioni di solfeggio/pianoforte a un bambino di 10 anni

Jeanlu 05-02-12 01.03
Ciao.
Lunedì darò la prima lezione di musica/pianoforte a un bambino di 10 anni. Ai suoi genitori piacerebbe molto che cominciasse a imparare qualcosa sulla musica, e lo ritengono portato (rapporti coi suoni, coi rumori, nonchè con la matematica a scuola).
Io finora ho sempre seguito e aiutato compagni e studenti del conservatorio, dai 14 anni in su, ma non ho mai avuto a che fare privatamente con bambini.
Ricordo che 15-17 anni fa la mia insegnante privata mi faceva seguire il metodo Bastien (e il "Vacca" solfeggio a fumetti").
Secondo voi come dovrei impostare il lavoro?
Avete qualche programma da consigliarmi (chiaramente da imbastire piano piano, non dal primo incontro) o qualche dritta da darmi?

jacus78 05-02-12 05.28
45 min. di pianoforte, 15 min. di solfeggio (pozzoli primo corso)

è quello che faccio io privatamente a ragazzini non troppo avanti......poi ci sono ance quellli che studiano sul ciriaco e sul pedron....ma è un altro livello!
saluti
Edited 5 Feb. 2012 4:30
Jeanlu 05-02-12 15.28
@ jacus78
45 min. di pianoforte, 15 min. di solfeggio (pozzoli primo corso)

è quello che faccio io privatamente a ragazzini non troppo avanti......poi ci sono ance quellli che studiano sul ciriaco e sul pedron....ma è un altro livello!
saluti
Edited 5 Feb. 2012 4:30
Intanto grazie.
MA davvero mi consiglieresti di andare diretto a un Pozzoli? Con un ragazzo che non conosce nulla del piano e della teoria musicale?
Edited 5 Feb. 2012 14:28
jacus78 05-02-12 19.06
non vedo nessun problema....i primi esercizi del pozzoli I corso, sono di una facilità disarmante.....basta spiegargli la chiave di basso, la differenza con la chiave di violino, i valori delle figure e i movimenti del braccio, sei apposto tu e lui pure....basta una sola lezione.....ecco, inizia con questo tipo di lezione, poi alla successiva, lo fai accomodare al pianoforte.
d'altronde poi deve solo mettersi seduto tranquillo e studiare per inquadrare le note.
aggiungo che a 10 anni, si è delle spugne, assimilano in una maniera talmente veloce che non ti danno nemmeno il tempo di accorgertene. approfittane.
saluti.
Edited 5 Feb. 2012 18:09
Michele76 06-02-12 13.07
Mi viene il dubbio che si vada anche un po' a zone perché qui trovare qualcuno che studia un po' non è facile. Sarà che forse non sono "autoritario" io nel fare lezione ma roba da cadere le braccia veramente. Comunque anche il metodo Bastien e i volumi di Maria Vacca non sono male per i bimbi. Sempre sperando che appunto non si tratti di bimbi parcheggiati lì dai genitori, nel qual caso questi disegnini e roba varia sono perfetti... emo
Edited 6 Feb. 2012 12:14
Michele76 06-02-12 13.13
Qui però ho trovato una discreta spiegazione molto bene argomentata che riporto senza link ad altri forum ma incollando un intervento interessante. Anch'io tra l'altro preferisco ancora il "vecchio" metodo per l'esercitazione:

- Il metodo Bastien, proprio per la sua forzosa innovatività, non è adatto a fungere da propedeutico al repertorio pianistico classico (e direi in generale al pianoforte come strumento polifonico, anche solo accordale). E mi spiego.

In cosa consisterebbe la sua "innovatività" che io definisco forzosa? Nel fatto che il metodo Bastien è fatto per permettere agli allievi in erba di suonare SUBITO qualcosa di melodico, magari di famoso, e che comunque dia un po' più gusto delle infinite tiritere alla Hanon e alla Pozzoli Tecnica Giornaliera, per intenderci: del tipo, tremoli lenti o esercizi dove un dito fa da perno e altri due si alternano (esercizi meccanici e noiosi quanto volete, ma essenziali per irrobustire la muscolatura e sviluppare l'indipendenza e la coordinazione delle dita, senza parlare della gradazione del tocco. Ditemi un po' quanto resistereste alla tastiera a spararvi un Beethoven o un Liszt un po' serio se non foste passati da piccoli attraverso quelle nenie: un quarto d'ora? Ma neanche se fosse un pezzo lento e piano).

Il metodo Bastien, invece, regala perle della seguente fattura:
- fa suonare le melodie SENZA ALCUN ACCOMPAGNAMENTO, spezzandola fra le due mani (e quindi usando il pianoforte come un flauto, o come un clarinetto, insomma uno strumento monodico, in grado solo di dipanare melodie e non di determinare armonie);
- non cura per nulla l'attenzione al fraseggio, limitandosi ad accenni di dinamiche e qualche rado segno d'interpunzione;
- inoltre, chicca delle chicche, fa mettere il pollice della sinistra sul do centrale, e le altre note a scendere (quindi sul do centrale il povero bambino trova i due pollici, e ogni volta è una guerra per decidere quale "uno" è quello giusto);
- infine, chicchissima, abitua il bambino a chiamare le note come le dita o come i NUMERI delle dita (io ho impiegato un anno ad insegnare ad un bambino ex-Bastien i nomi delle note in chiave di violino, e lui si è sempre ostinato a suonare con i numeri scritti anche se la mano non si spostava di un centimetro dalla posizione Bastien iniziale: al che ho ceduto l'allievo ad altri insegnanti con meno scrupoli - e meno competenza pianistica... ma del resto, a ognuno ciò che si merita, che è poi ciò che vuole).

Inoltre - massimo della diseducatività - il metodo Bastien scrive le note a caratteri cubitali: col bel risultato che il bambino, quando passa ad altro - a qualsiasi altra cosa, fosse anche Giovanni Allevi - immancabilmente vi dirà: "com'è scritto piccolo! Che fatica che faccio... lascio perdere il pianoforte!" O peggio vi dirà: "ma quante note ci sono... sul Bastien c'erano quelle musichine carine, e mi studiavo una pagina in un pomeriggio, ora invece per una pagina non mi basta una settimana..."

In conclusione: NON usate il metodo Bastien. Viva i cari vecchi Beyer, Heller, Pischna, Bartok di Mikrokosmos, che il loro mestiere lo fanno ancora e sempre lo faranno, finchè esistera il pianoforte o qualunque strumento con la tastiera fatta così.

Buon lavoro.
Jeanlu 06-02-12 19.12
Io sono cresciuto col metodo BASTIEN affiancato al "M.Vacca. Solfeggio a Fumetti".
Non nascondo che da un punto di vista di "lettura" e dipendenza delle dita e delle mani ho avuto seri problemi sino al 5 anno di pianoforte, e qualcosa diciamo che me la trascino dietro ancora, seppure sia oramai maturato come musicista ed esecutore.
Mi convinco sempre più che il "gioco", "l'intuitivo" e il semplice siano elementi da considerare fondamentali sopratutto per la TEORIA (quindi magari schemi, giochi, colori piuttosto che nomi, numeri, frazioni e righine), però da un punto di vista prettamente pianistico forse è meglio impostare l'alunno in maniera più diretta.
Quindi, dita sul pianoforte, postura, tecnica, graduale formazione della muscolatura e dell'indipendenza della dita.


Michele76 06-02-12 22.32
Io no, assolutamente... ho iniziato a 12 anni ma con beyer (che ancora oggi reputo un ottimo metodo per imparare a muovere le mani e per assimilare un bel po' di nozioni), solfeggio e tutte le cose che formano il musicista senza fare alcun tipo di danno. In piccolo già il beyer è sempre un ottimo metodo, ben fatto, progressivo. Purtroppo è difficile "spiegare" a parole che ci vuole un po' di studio iniziale per poter affrontare le canzoncine divertenti con cognizione, soprattutto ai più piccoli. Ma è difficilissimo anche farli divertire. E' faticosissimo fare lezione ai piccoli, se non si può seguire un metodo minimamente efficace. Quando poi arrivano i genitori a dirti che vorrebbero sentire qualcosa di più divertente è la fine emo soprattutto se vedi che il bimbo un po' di esercizio te lo fa, poi ci scherzi, due risate e via... quando si lamentano i genitori è un casino...
Michele76 06-02-12 22.33
Jeanlu ha scritto:
però da un punto di vista prettamente pianistico forse è meglio impostare l'alunno in maniera più diretta.
Quindi, dita sul pianoforte, postura, tecnica, graduale formazione della muscolatura e dell'indipendenza della dita.


Penso proprio di si alla fine.
Tutt'al più puoi scrivergli un fra martino o cose del genere, sulla difficoltà dell'esercizio che stanno facendo. Ma sempre andando per gradi. E' un compito molto difficile
jacus78 07-02-12 01.08
ma quando mai ragazzi.....
io ho iniziato a 5 anni....la mia maestra mi ha messo davanti scale, hanon e arpeggi, tanto per cominciare.....
io non sapevo nemmeno cosa fosse il do centrale.....2 lezioni: una sulle chiavi di violino e di basso, un'altra sui valori e i movimenti.....alla terza lezione suonavo già hanon e scale, gli arpeggi no....li iniziai dopo....non mi arrivavano le dita all'ottava!
altro che disegnini e colori....
se poi i ragazzi d'oggi, hanno meno intelletto di noi vecchi catorci, allora è un altro discorso!emo

in ogni caso: con me, anche se hai 10 anni, o studi o mi incazzo.....forse è proprio questo che porta i genitori a cercarmi!
Parsifal 07-02-12 01.53
da un pò di anni dò lezioni di piano e solfeggio a bambini da 6 anni in su. devo dire che nonostante la tenera età sono abbastanza ricettivi e svegli. io inizio fin da subito con il solfeggio scritto da me, dopo poco tempo, quando cominciano a leggere sufficientemente la chiave di violino inizio da subito con il "pozzoli" I corso, che è un ottimo libro di solfeggio. Come metodo di pianoforte oltre al beyer ho utilizzato anche "Antonio Trombone", una cosa che non mi va a genio di molti metodi per pianoforte sono le note piene di numeri (la diteggiatura), molto spesso li tolgo quasi tutti, per quanto mi riguarda sono dannosi quando si iniziano a leggere le prime note.