Sintetizzatori va vs plugin

NewDress 03-02-12 23.21
Salve a tutti, da un po' di tempo a questa parte ho un dubbio amletico che sento la necessità di condividere con voi. Ho la netta sensazione che la maggior parte dei sintetizzatori VA, esclusivamente sul piano del suono, non aggiungano niente di più rispetto a molti Plugin presenti in commercio. Il dubbio è nato ascoltando il mio Blofeld ed il rispettivo software Waldor Largo: a mio modo di vedere suonano alla stessa maniera! Quindi penso che questo possa valere per la stragrande maggioranza dei VA nei confronti di blasonatissimi Software tipo quelli della NI e della Arturia, solo per citare i primi che mi vengono in mente. Poi siamo tutti d'accordo che l'hardware è decisamente più comodo, non si discute.

Cosa ne pensate?
afr 03-02-12 23.29
probabilmente hai ragione, ma almeno per me la fisicità di suonare e modificare un suono direttamente su uno strumento VERO da molta più soddisfazione.
NewDress 03-02-12 23.42
@ afr
probabilmente hai ragione, ma almeno per me la fisicità di suonare e modificare un suono direttamente su uno strumento VERO da molta più soddisfazione.
Certamente, lo è anche per me emo Però se ci pensi è interessante perché a questo punto verrebbe da giustificare i VA per così dire "più economici" ma decisamente meno macchine costosissime come i Virus o il V-Synth. Se ci sono così tanti soldi in tasca meglio spenderli per un bel monofonico analogico vero o un Prophet '08 e poi plugin di livello come ce ne sono molti... mia personalissima idea.
alanwilder91 03-02-12 23.48
@ afr
probabilmente hai ragione, ma almeno per me la fisicità di suonare e modificare un suono direttamente su uno strumento VERO da molta più soddisfazione.
Oltre a questo secondo me l'HW ha un qualcosa in più. Ci sono delle sfumature nei circuiti, che siano digitali o analogici, che i SW non riescono a riprodurre.

Quanto a praticità dipende da quanto si è pratici con i vari programmi mentre a comodità stravince il SW. Con un buon pc e una master si possono avere anche 5 grandi macchine in un'unica soluzione. Fatto sta che io comunque preferirei avere le 5 macchine per "intero" per toccarle e sentirle veramente.
Edited 3 Feb. 2012 22:49
NewDress 03-02-12 23.59
@ alanwilder91
Oltre a questo secondo me l'HW ha un qualcosa in più. Ci sono delle sfumature nei circuiti, che siano digitali o analogici, che i SW non riescono a riprodurre.

Quanto a praticità dipende da quanto si è pratici con i vari programmi mentre a comodità stravince il SW. Con un buon pc e una master si possono avere anche 5 grandi macchine in un'unica soluzione. Fatto sta che io comunque preferirei avere le 5 macchine per "intero" per toccarle e sentirle veramente.
Edited 3 Feb. 2012 22:49
Ciao Alan emo se parliamo di sintetizzatori VA i circuiti sono digitali, quindi penso che a suono siamo lì.. In macchine digitali di una volta le cose erano diverse: penso per esempio al PPG che aveva il filtro analogico, oppure agli Emulator..ma ciò non toglie la grandissima validità di molti VA, per non parlare della praticità! La mia è una considerazione esclusivamente sul piano del suono
mima85 04-02-12 01.07
Un VA non è altro che un computer specializzato che fa girare un software DSP di sintesi, esattamente come un PC fa girare un VSTi. Alla fine quello che si ottiene a valle degli algoritmi di calcolo è una lunghissima serie di bit che descrivono la forma del segnale, che viene convertito in analogico dai convertitori.

Se VA e VSTi condividono lo stesso cuore software (vale a dire lo stesso codice, gli stessi algoritmi), anche i suoni che produrranno saranno i medesimi e con il medesimo carattere, le eventuali differenze saranno dovute alla diversità dei convertitori tra il VA e la scheda audio del PC.

D'altra parte è ovvio che se si mettono a confronto, che ne so, un VA come il Roland JP-8000 ed un VSTi Arturia Jupiter 8V questi suoneranno diversi, per via delle diverse scelte di progetto degli algoritmi e della conseguente differente implementazione del codice.

Io comunque preferisco sempre lo strumento fisico rispetto al VSTi su PC, più che altro per avere il piacere di toccare e smanettare quello che suono, è quindi una pura questione di gusti personali legata alla concretezza fisica dello strumento che si sta suonando e non per forza di migliore qualità di uno rispetto all'altro.
anonimo 04-02-12 01.50
La sola tastiera ha gia' un costo non indifferente, e nel virus TI key e' una signora tastiera.
Aggiungiamoci tutti i controlli, telaio, sistema operativo, costo di sviluppo e produzione, software di editing, programmazione di un quantitativo enorme di patches, assistenza aggiornamenti ecc..
Poi certificazioni e omologazioni varie, trasporto e distribuzione..

Poi strumenti come il virus fungono anche da processore di segnale, scheda audio ecc.

Non c'e' il solo involucro a fare la differenza, e questo vale anche per altri synth hardware.

Il Vsti, in proporzione e' anch'esso costoso, perche' viene distribuito in grandi quantita', e tolto il costo iniziale di sviluppo non ha altri costi, visto che spesso e' acquistabile on line.

Unica cosa : spesso parliamo di vsti, riferendoci ai nostri computers, con schede audio semi professionali o addirittura amatoriali.

In realta' professionali, tra PC (almeno 5000 euro), scheda audio (da sola se ne fa 1500 euro quando basta) controller, software ecc, i costi cominciano a non essere proprio popolari, anche se c'e' il vantaggio di avere strutture flessibili.

Questo e' un eterno dibattito che si e' affrontato tante e tante volte, spesso con contrapposizioni molto "sentite".

La realta' e' che ognuno ha gusti ed esigenze personali : c'e' chi vede il vantaggio nel ferro dal quale si ricava il sintetizzatore (anche se ha caratteristiche da VSTi, e c'e' chi preferisce il PC da farcire.

Non e' sbagliata ne una scelta neppure l'altra : sono solo motivazioni personali.

Personalmente preferisco l'Hardware, pur usando anche i VSTi occasionalmente, ma anche chi preferisce avere piu' software e farcirsi la DAW ha le sue giuste ragioni.

Ben venga il fatto che si tengano vivi entrambi i settori : cosi' abbiamo la garanzia di un sistema concorrenziale che concorre allo sviluppo continuo di nuove e competitive soluzioni.

kaiman
NewDress 04-02-12 10.13
@ anonimo
La sola tastiera ha gia' un costo non indifferente, e nel virus TI key e' una signora tastiera.
Aggiungiamoci tutti i controlli, telaio, sistema operativo, costo di sviluppo e produzione, software di editing, programmazione di un quantitativo enorme di patches, assistenza aggiornamenti ecc..
Poi certificazioni e omologazioni varie, trasporto e distribuzione..

Poi strumenti come il virus fungono anche da processore di segnale, scheda audio ecc.

Non c'e' il solo involucro a fare la differenza, e questo vale anche per altri synth hardware.

Il Vsti, in proporzione e' anch'esso costoso, perche' viene distribuito in grandi quantita', e tolto il costo iniziale di sviluppo non ha altri costi, visto che spesso e' acquistabile on line.

Unica cosa : spesso parliamo di vsti, riferendoci ai nostri computers, con schede audio semi professionali o addirittura amatoriali.

In realta' professionali, tra PC (almeno 5000 euro), scheda audio (da sola se ne fa 1500 euro quando basta) controller, software ecc, i costi cominciano a non essere proprio popolari, anche se c'e' il vantaggio di avere strutture flessibili.

Questo e' un eterno dibattito che si e' affrontato tante e tante volte, spesso con contrapposizioni molto "sentite".

La realta' e' che ognuno ha gusti ed esigenze personali : c'e' chi vede il vantaggio nel ferro dal quale si ricava il sintetizzatore (anche se ha caratteristiche da VSTi, e c'e' chi preferisce il PC da farcire.

Non e' sbagliata ne una scelta neppure l'altra : sono solo motivazioni personali.

Personalmente preferisco l'Hardware, pur usando anche i VSTi occasionalmente, ma anche chi preferisce avere piu' software e farcirsi la DAW ha le sue giuste ragioni.

Ben venga il fatto che si tengano vivi entrambi i settori : cosi' abbiamo la garanzia di un sistema concorrenziale che concorre allo sviluppo continuo di nuove e competitive soluzioni.

kaiman
Quoto emo
anonimo 04-02-12 11.17
Ciao, ho letto la discussione e vorrei dire la mia esperienza proprio con il Waldorf Blofeld che tempo fa acquistai, ma che per fortuna sono riuscito a rivendere. Le risposte che ti hanno dato non fanno una piega, infatti, pure io ho notato lo stesso tipo di suono che si può trovare anche nei VSTi.. Inoltre il Blofeld è un synth estremamente "macchinoso" e lento da programmare, proprio per la sua scarsità di comandi "analogici". Bisogna lavorare con i menù dei sotto menu dei menù.. Praticamente passi piu tempo con gli occhi sul display a cercare le varie funzioni che non a goderti il suono..Di "analogico" o "virtual analog" questo synth ha ben poco. Al suo interno c'è una sola schedina elettronica con i suoi processori, un trasformatore già preconfezionato e semplicemente incastrato (per intenderci come quelli di una stampante o qualsiasi altro apparecchio elettronico che ha un trasformatore) e la tastiera. Il resto è vuoto.. Oltretutto non c'è uno straccio di manuale in italiano o una misera quick start guide in italiano che ti possa fornire almeno le funzioni principali. NOn c'è un software decente per lavorare con sequencer Vsti, inoltre, da quando è uscito questo synth, la Waldorf non ha aggiornato più di tanto il firmware e migliorato il software SPECTRE. Insomma, l'hanno abbandonato a se stesso con il risultato di avere un synth che suona molto digitale (troppo digitale per me) e con poca "comunicabilità" con il Pc nonostante la porta USB. Come master MIDI l'ho utilizzato ben poco e non so dire come lavori..
Quest'anno al NAMM hanno presentato il PULSE 2 che così a vederlo dalle immagini è l'esatta fotocopia del Blofeld. C'è scritto che i loro oscillatori sono analogici, ma sinceramente ho forti dubbi che lo siano. Hanno fatto un display più grande, perchè forse la gente ha forza di smanettare con il Blofeld sul dispaly ha perso la vista.. emoemo Per essere una ditta tedesca questo Blofeld mi ha deluso parecchio e dubito che in futuro prenderò ancora synth Waldorf
Riguardo al waldorf Q non saprei dire..
NewDress 04-02-12 11.30
@ anonimo
Ciao, ho letto la discussione e vorrei dire la mia esperienza proprio con il Waldorf Blofeld che tempo fa acquistai, ma che per fortuna sono riuscito a rivendere. Le risposte che ti hanno dato non fanno una piega, infatti, pure io ho notato lo stesso tipo di suono che si può trovare anche nei VSTi.. Inoltre il Blofeld è un synth estremamente "macchinoso" e lento da programmare, proprio per la sua scarsità di comandi "analogici". Bisogna lavorare con i menù dei sotto menu dei menù.. Praticamente passi piu tempo con gli occhi sul display a cercare le varie funzioni che non a goderti il suono..Di "analogico" o "virtual analog" questo synth ha ben poco. Al suo interno c'è una sola schedina elettronica con i suoi processori, un trasformatore già preconfezionato e semplicemente incastrato (per intenderci come quelli di una stampante o qualsiasi altro apparecchio elettronico che ha un trasformatore) e la tastiera. Il resto è vuoto.. Oltretutto non c'è uno straccio di manuale in italiano o una misera quick start guide in italiano che ti possa fornire almeno le funzioni principali. NOn c'è un software decente per lavorare con sequencer Vsti, inoltre, da quando è uscito questo synth, la Waldorf non ha aggiornato più di tanto il firmware e migliorato il software SPECTRE. Insomma, l'hanno abbandonato a se stesso con il risultato di avere un synth che suona molto digitale (troppo digitale per me) e con poca "comunicabilità" con il Pc nonostante la porta USB. Come master MIDI l'ho utilizzato ben poco e non so dire come lavori..
Quest'anno al NAMM hanno presentato il PULSE 2 che così a vederlo dalle immagini è l'esatta fotocopia del Blofeld. C'è scritto che i loro oscillatori sono analogici, ma sinceramente ho forti dubbi che lo siano. Hanno fatto un display più grande, perchè forse la gente ha forza di smanettare con il Blofeld sul dispaly ha perso la vista.. emoemo Per essere una ditta tedesca questo Blofeld mi ha deluso parecchio e dubito che in futuro prenderò ancora synth Waldorf
Riguardo al waldorf Q non saprei dire..
OK, parto dalla fine. Il Waldorf Q o Q+ è un Synth meraviglioso: suono Waldorf, tutti i controlli sottomano e filtro analogico. Uno dei pochi VA che salvo in questo momento. Il Pulse2 ha oscillatori analogici veri e propri, come nel glorioso Pulse di tanti anni fa. Che poi la struttura a matrice rimanga più o meno la stessa..si è visto. Il Blofeld è un synth che per quello che costa è eccezionale, basta dare un'occhiata alla sua scheda tecnica e fa impressione. Certo, è stato compresso all'interno di un hardware veramente striminzito e per muoversi bene bisogna fare molta pratica. Io ormai dopo un paio d'anni di praticantato vado ad occhi chiusi, quando voglio fare una determinata cosa due o tre passaggi a colpo sicuro ed è fatta. Il suono del Blofeld è quello lì, acido e tagliente, probabilmente ci sono altri VA che emulano molto meglio gli analogici veri, però ha un carattere tutto suo e bisogna prenderlo per quello che fa. Per me se un synth quando dimostra fin da subito il proprio carattere è un pregio, altrimenti avremmo tutti i synth uguali. Al Blofeld, è vero, vengono molto meglio i suoni a forte connotazione digitale, anche merito delle wavetables PPG.
anumj 04-02-12 11.37
La differenza primaria tra VA hardware e software è nella qualità dei modelli fisici programmati al suo interno, che è quella che conferisce la 'voce' al synth, tutto il resto, se pure importante e influente, è del tutto secondario.

Uno dei migliori VA in circolazione (per me) è l'OP-X proII. Oggi qualsiasi midi controller in commercio consente di superare il limite della 'fisicità', cioè di quel contatto fisico che è sempre stato appannaggio dei synth hardware.

OP-X connesso ad un computer anche di fascia bassa, con interfaccia audio da 100 euro è già in grado di spettinare con la sua profondità timbrica qualsiasi VA hardware in commercio, anche i più costosi.
OP-X potrebbe persino permettersi il lusso di andare a competere nel regno degli analogici veri di ultima generazione.

Sicuramente OP-X è una eccezione (non in senso lato, ma in quanto "eccezionale"!), una voce fuori dal coro di centinaia di vsti e va che suonano, grosso modo, tutti nello stesso modo, privi di personalità.

L'OPX meriterebbe di avere un proprio "corpo" con hardware dedicato tale è la bellezza della sua "anima" e, visti già i primi tentativi (esiste infatti già un controller dedicato), non è escluso che prima o poi vedremo un degno erede dell'OB-X in carne e ossa. Se fossi io a decidere delle politiche commerciali di oberheim, avrei già lanciato una seria offerta al team della sonicprojects.
maxpiano69 04-02-12 11.44
Mi ritrovo con quanto detto sopra' anche secondo me la differenza dell'HW sta nell'avere conolli dedicati e quindi più immediati, mentre per i VSTi bisogna roadattare i controlli sia sulla master che mentalmente ad ogni cambio di "strumento"

Efrem79 ha scritto:
Quest'anno al NAMM hanno presentato il PULSE 2 che così a vederlo dalle immagini è l'esatta fotocopia del Blofeld. C'è scritto che i loro oscillatori sono analogici, ma sinceramente ho forti dubbi che lo siano. Hanno fatto un display più grande, perchè forse la gente ha forza di smanettare con il Blofeld sul dispaly ha perso la vista..


E perché mai? Solo perché hanno lo stesso chassis, che magari è stato scelto per mantenere il family-feeling?
Se il Blofeld ti ha deluso non è il caso di generalizzare, no?

Il Pulse 2 riprende il precedente Pulse e sono entrambi a generazione analogica del suono, ovviamente condita con la moderna gestione digitale.

Three analog oscillators in combination with a true analog cascading filter is what Pulse and Pulse 2 have in common Waldorf Pulse 2
Edited 4 Feb. 2012 10:44
NewDress 04-02-12 11.47
@ anumj
La differenza primaria tra VA hardware e software è nella qualità dei modelli fisici programmati al suo interno, che è quella che conferisce la 'voce' al synth, tutto il resto, se pure importante e influente, è del tutto secondario.

Uno dei migliori VA in circolazione (per me) è l'OP-X proII. Oggi qualsiasi midi controller in commercio consente di superare il limite della 'fisicità', cioè di quel contatto fisico che è sempre stato appannaggio dei synth hardware.

OP-X connesso ad un computer anche di fascia bassa, con interfaccia audio da 100 euro è già in grado di spettinare con la sua profondità timbrica qualsiasi VA hardware in commercio, anche i più costosi.
OP-X potrebbe persino permettersi il lusso di andare a competere nel regno degli analogici veri di ultima generazione.

Sicuramente OP-X è una eccezione (non in senso lato, ma in quanto "eccezionale"!), una voce fuori dal coro di centinaia di vsti e va che suonano, grosso modo, tutti nello stesso modo, privi di personalità.

L'OPX meriterebbe di avere un proprio "corpo" con hardware dedicato tale è la bellezza della sua "anima" e, visti già i primi tentativi (esiste infatti già un controller dedicato), non è escluso che prima o poi vedremo un degno erede dell'OB-X in carne e ossa. Se fossi io a decidere delle politiche commerciali di oberheim, avrei già lanciato una seria offerta al team della sonicprojects.
L'OP-X ha veramente un suono eccezionale, sono d'accoro con te. E sono anche d'accordo sul fatto che con i MIDI Controller di ultimissima generazione, vedi Novation, l'accoppiata di questi ultimi con il software potrebbe un pò alla volta soppiantare i VA. Se poi teniamo conto che il mercato sta decretando la seconda giovinezza dei Real Analogue il gioco è quasi fatto.
anonimo 04-02-12 12.00
Io di synth non me ne intendo molto e sicuramente vi do ragione, però a me il Blofeld non è piaciuto (gusto personale) e anche il Pulse 2 mi da la stessa impressione del Blofeld.. Per dirvi io adesso ho un JD-800 Roland e mi da molte più soddisfazioni nel suonarlo e sentire i suoi suoni rispetto al Blofeld.. Certo sono due synth diversi, però bo è questione di gusti.. emo
anonimo 04-02-12 14.42
Sto provando l'OP-X e credo già di non poterne fare a meno emo emo grazie per la dritta emo