cosini ha scritto:
Sarebbe interessante sentire qualche commento dettagliato dai possessori del
CA93 sulla tastiera e anche sulla resa della soundboard in legno
Mi "aggancio" per delle considerazioni di carattere generale: la qualità dei pianoforti digitali odierni ha raggiunti livelli davvero elevati, quindi non è il caso di stilare classifiche: essendo un argomento ALTAMENTE soggettivo, la classifica non ha valore, al pari di dieci pareri unanimi sulla bontà dello strumento, del venditore che "loda e imbroda" o, viceversa, "demolisce" il prodotto...va a finire che sotto le nostre dita quel pianoforte digitale regala il feeling migliore: finchè non lo provi non puoi saperlo!
Altro aspetto da non sottovalutare è il sistema di ascolto impiegato in sede di test: o avete voi un riferimento che conoscete bene (le classiche cuffie...), altrimenti provare gli strumenti impiegando ascolti "generici" può falsare l'analisi.
Con gli Home, provate pure la diffusione sonora a diversi volumi...
Altro errore è compiere dei test collegando lo strumento da provare alla diffusione sonora di un altro tramite gli ingressi audio: siamo sicuri che il sistema che stiamo utilizzando sia "neutro"?
Essendo la diffusione sonora uno degli elementi volti a "costruire" il suono di quel piano, occhio a tramutarlo in riferimento e collegare altro per compiere analisi all'ascolto (tralascio degli esempi a riguardo).
In fase di valutazione, a mio parere, bisognerebbe catalogare le varie categorie di strumenti secondo le proprie esigenze, perchè ci sono elementi che incrementano il prezzo e influiscono sia sul suono, che sul feeling percepito:
A) Pianoforti stage e portatili - in genere, si cerca un buon suono e pretendere una meccanica "pastosa" in uno strumento di 10 kg. di peso è un controsenso: si va di compromesso. Diverso il ragionamento su strumenti come Yamaha CP, Kawai MP o i Roland RD, per esempio: in certi casi c'è meccanica e anche il suono.
B) Home (o casalinghi) - Nei più economici, vale lo stesso ragionamento fatto per la meccanica al punto A), a cui va aggiunto il compromesso della diffusione sonora razionalizzata (o di piccolo "litraggio" nelle versioni Slim oggi in voga). Salendo di prezzo parallelamente crescono il numero di elementi volti a elevare il feeling percepito e calano i compromessi: per esempio, la tavola armonica del CA Kawai vibra grazie al trasduttore, e determinate vibrazioni possono essere percepite da qualcuno sulla tastiera, soprattutto a volumi elevati.
Anche quelle diffusioni sonore complesse negli strumenti al top, oltre a fornire un maggior dettaglio sonoro, possono generare delle vibrazioni (conta molto anche lo studio sulla cassa dello strumento).
C) Pianoforti Ibridi (confermo che è una categoria!) - Qui la meccanica al tocco è "no compromise", essendo ripresa da un acustico: su certi strumenti va analizzata l'interazione con la generazione sonora (come mai qualcuno preferisce ancora il buon "vecchio" GT2?).
Con l'Avant Grand (o il DP1 Kawai) troviamo sistemi ad hoc sia per il suono, ma anche per le vibrazioni.
Qui ne abbiamo parlato spesso: questa è una categoria che - in termini di prezzo, ingombri e peso - per un "comune mortale" si pone in netta concorrenza con un buon acustico, mentre in ambito professionale (con dei backliner al seguito...) piacciono anche ai fonici, perchè semplificano la ripresa.
Mi fermo qui.
Un saluto a tutti.
R.Gerbi