La registrazione analogica su nastro magnetico può essere condiderata tra virgolette come fosse un processore del suono.
Oggi col digitale siamo abituati alla fedeltà "a specchio".
Entra X, senti X.
Col nastro è un po' diverso.
Entra X, senti Y, il suono subisce sempre una lieve deformazione a seconda del tipo di nastro e macchina.
Insomma il suono viene "effettato", subisce un ritocco.
E questo ritocco spesso porta il suono a diventare meno freddo, meno digitale, meno "troppo perfetto", col risultato che alle volte quel suono piace, è più morbido, più rotondo (soprattutto sui picchi in saturazione).
Far distorcere un nastro magnetico è molto diverso dal far distorgere un programma digitale.
Nel digitale l'andare "in rosso" quando si registra è diabulus, è suono orrendo, freddo, sempre.
Col nastro andare in rosso è personalizzare il suono, è colorarlo, è truccarlo.
Il bello del nastro magnetico è questo.
Tuttavia oltre ai pregi bisogna mettere in conto i difetti di tale sistema.
Che ahimè sono tanti rispetto al digitale.
Però devo ammettere anch'io che quei particolari pregi del nastro magnetico, oggi, ci mancano un po'.
Non è un caso se vengono prodotti dei plugin (tipo il "magneto") che cercano di emulare quella caratteristica "calda" che aveva il nastro magnetico.
Insomma col digitale abbiamo guadagnato tante cose, indubbiamente, ma ne abbiamo perse altre.
E' un po' come il concetto del transistor e della valvola (anche se il paragone non è propriamente azzeccato).
Edited 19 Giu. 2011 1:43