Simone
Il primo consiglio che posso darti riguardo alla Wavestation A/D è quello di caricare nella memoria i vari banchi di suoni ed ascoltarli con molta attenzione.
Gli anni d'oro della Wavestation sono stati i '90, infatti se non ricordo male la mia prima Wavestation A/D la acquistai nel 1992, la seconda parecchi anni dopo.
Avendo negli anni accumulato parecchi banchi di suoni, mi sono accorto che la struttura tipica di questi è molto simile e tende a "mostrare" più o meno sempre le stesse caratteristiche tipiche dello strumento.
Sembra quasi che i programmatori si siano limitati a realizzare sempre le stesse famiglie timbriche, limitando di fatto lo spettro possibile.
In realtà, Wavestation A/D ha tante e diverse facce sonore.
Fondamentalmente è uno strumento con il quale si possono programmare timbriche di pad evolutivi, caratterizzati dalle famose wavesequences (sequenze di campioni fino a 255 step, messi tra loro in crossfade, loop di diverso tipo ecc. ecc.) suoni volutamente "lunghi" e di atmosfera.
Poi nulla impedisce di programmare sonorità tipiche di un sintetizzatore "normale" come brass ed archi più o meno sintetici, timbriche percussive di natura pianistica e non.
Ascoltare per soli pochi secondi il suoni di una Wavestation non rende giustizia e, spesso, non fa rendere conto della complessità e della ricchezza timbrica producibile.
Wavestation oggi è uno strumento dalla timbrica ancora "piena" e mi è bastato creare un layer di 2 Wavestation A/D per provare un senso di avvogimento sonoro molto gratificante.
Un odei grandi lati di forza della Wavestation A/D è anche la possibilità di assegnare le varie Part di una Performance alle 4 uscite audio, ricreando potenzialmente un effetto di quadrifonia tramite il joystick o opportuni CC midi.
Da ultimo, ma non meno importante, è l'ingresso audio della A/D che permette elaborazioni in tempo reale del suono.
Insomma, avendo tempo a disposizione e voglia di sperimentare, Wavestation A/D è ancora un sintetizzatore che può dare molto.