Mastering di un brano: come scegliere lo studio adatto?

JPJ 30-01-11 02.16
Salve.

Apro questo 3d in Tecnico perché chiedo informazioni tecniche sull'argomento.

Dopo aver registrato delle tracce con il mio set up casalingo di registrazione vorrei andare in uno studio professionale per fare mixing e mastering. o anche solo mastering.

Vorrei scegliere bene lo studio dove andare, non tanto per i soldi (oddio... ceto guarderò anche a quello) quanto per le attrezzature che possiedono.
Perché magari ci sono studi specializzati con attrezzature più adatte alla psicoacustica che alla registrazione.

Qualcuno sa consigliarmi cosa "cercare" in uno studio per ottenere al meglio un master?

Ancora di più... qualcuno ha qualche nome giusto in Toscana?

Grazie. emo
myvertigo 30-01-11 05.01
ciao...
ma il mixing l hai gia fatto da te?
myvertigo 30-01-11 13.39
cmq a prescidnere dal mixing che è alquanto soggettivo (se a te piace come suona cosi va bene)
lavorando in studio posso darti qualche dritta e posso dirti sommariamente le procedura da fare per un buon master.
una cosa è fondamentale, piu delle apparecchiature che possiede lo studio è importantissimissimissimo il fonico di mastering.
gli scopi del masterign fondamentalemtne sono 2:
1. Amalgamare i brani presenti su un album (a meno che non si tratti di un singolo brano) decidendone la scaletta, le pause tra i brani e uniformandone i volumi, la risposta in frequenza e l'immagine stereofonica.

2. Ottimizzare la resa sonora dei brani rispetto al supporto su cui verrà stampato l'album (cd, dvd, vinile o altro) facendo sì che il disco riesca a suonare al meglio su qualsiasi supporto venga riprodotto.

ecco quindi sommariamente cio che si fa:
1. Trasferire le tracce audio registrate su una Digital Audio Workstation. Questo è opzionale in quanti molti preferiscono eseguire il mastering analogico dal nastro.
2. Mettere in sequenza le tracce interponendo tra esse le pause desiderate.
3. A questo punto è possibile eseguire tutta una serie di operazioni sull'audio ove necessario:

Livellare i volumi
Editare piccoli difetti
Ridurre i fruscii di fondo
Limitare i picchi dinamici delle tracce
Comprimere la dinamica
Espandere la dinamica
Regolare l'ampiezza dell'immagine stereofonica
Aggiungere un'ambienza
Effettuare assolvenze ad inizio brano e/o dissolvenze a fine brano
Uniformare lo spettro delle diverse tracce
Uniformare la dinamica delle tracce e far sì che sfruttino al massimo tutta la gamma dinamica messa a disposizione del supporto.

Tipicamente la catena di processori nei quali passa l'audio è così costituita:

Equalizzatore>Riverbero>Compressore>Eccitatore Armonico>Processore di immagine stereofonica>Limiter>Dither

Ovviamente è possibile tanto invertire l'ordine dei processori (fatta eccezione per il dither che deve chiudere la catena) quanto bypassare l'utilizzo di alcuni di questi, secondo le esigenze.

4. Trasferire l'audio nel formato finale del master effettuando, se necessario, il dithering delle tracce

Riveste particolare interesse ai fini della bontà del mastering, la creazione dell'opportuna ambienza, anche per simulare virtualmente lo spazio dove l'ascoltatore debba immaginare che si stia eseguendo la riproduzione.

A tal fine sono di ausilio i processori DSP di immagine stereofonica, che elaborando opportunamente il segnale, riescono, tramite ritardi temporali, differenziazione di livello e variazioni di fase, a generare una olografia sonora comunque complessa, e secondo le necessità imposte dal tecnico del suono, determinando una collocazione spaziale dei suoni che coinvolge gli spazi anteriori e posteriori oltre che quelli laterali, dei diffusori stessi.

spero mi sia spiegato al meglio visto che è un argomento alquanto complesso
un consiglio? il mixing... fatelo in studio!!!
buona musica!!!
losfogos 30-01-11 19.17
@ myvertigo
cmq a prescidnere dal mixing che è alquanto soggettivo (se a te piace come suona cosi va bene)
lavorando in studio posso darti qualche dritta e posso dirti sommariamente le procedura da fare per un buon master.
una cosa è fondamentale, piu delle apparecchiature che possiede lo studio è importantissimissimissimo il fonico di mastering.
gli scopi del masterign fondamentalemtne sono 2:
1. Amalgamare i brani presenti su un album (a meno che non si tratti di un singolo brano) decidendone la scaletta, le pause tra i brani e uniformandone i volumi, la risposta in frequenza e l'immagine stereofonica.

2. Ottimizzare la resa sonora dei brani rispetto al supporto su cui verrà stampato l'album (cd, dvd, vinile o altro) facendo sì che il disco riesca a suonare al meglio su qualsiasi supporto venga riprodotto.

ecco quindi sommariamente cio che si fa:
1. Trasferire le tracce audio registrate su una Digital Audio Workstation. Questo è opzionale in quanti molti preferiscono eseguire il mastering analogico dal nastro.
2. Mettere in sequenza le tracce interponendo tra esse le pause desiderate.
3. A questo punto è possibile eseguire tutta una serie di operazioni sull'audio ove necessario:

Livellare i volumi
Editare piccoli difetti
Ridurre i fruscii di fondo
Limitare i picchi dinamici delle tracce
Comprimere la dinamica
Espandere la dinamica
Regolare l'ampiezza dell'immagine stereofonica
Aggiungere un'ambienza
Effettuare assolvenze ad inizio brano e/o dissolvenze a fine brano
Uniformare lo spettro delle diverse tracce
Uniformare la dinamica delle tracce e far sì che sfruttino al massimo tutta la gamma dinamica messa a disposizione del supporto.

Tipicamente la catena di processori nei quali passa l'audio è così costituita:

Equalizzatore>Riverbero>Compressore>Eccitatore Armonico>Processore di immagine stereofonica>Limiter>Dither

Ovviamente è possibile tanto invertire l'ordine dei processori (fatta eccezione per il dither che deve chiudere la catena) quanto bypassare l'utilizzo di alcuni di questi, secondo le esigenze.

4. Trasferire l'audio nel formato finale del master effettuando, se necessario, il dithering delle tracce

Riveste particolare interesse ai fini della bontà del mastering, la creazione dell'opportuna ambienza, anche per simulare virtualmente lo spazio dove l'ascoltatore debba immaginare che si stia eseguendo la riproduzione.

A tal fine sono di ausilio i processori DSP di immagine stereofonica, che elaborando opportunamente il segnale, riescono, tramite ritardi temporali, differenziazione di livello e variazioni di fase, a generare una olografia sonora comunque complessa, e secondo le necessità imposte dal tecnico del suono, determinando una collocazione spaziale dei suoni che coinvolge gli spazi anteriori e posteriori oltre che quelli laterali, dei diffusori stessi.

spero mi sia spiegato al meglio visto che è un argomento alquanto complesso
un consiglio? il mixing... fatelo in studio!!!
buona musica!!!
Tutto ottimo, ma JPJ domandava forse "cosa cercare" in uno studio di mastering e qualche nome in Toscana, non un trattato sul mastering comunque utilissimo per tutti.

Posto che il mix di JPJ suoni veramente bene, quando e da chi sarà fatto, per il successivo mastering dovrà cercare uno studio qualificato e non una struttura di provincia. Evitare strutture del tipo "arrangiamenti-scuole di musica-circoli culturali-saleprove-missaggi e mastering", per intenderci. Con Wavelab ed L3 il mastering casalingo lo possono fare tutti. Gli studi importanti invece fanno solo mastering e non altro, e chi lo effettua è uno che è specializzato solo in quello piuttosto che nei mix.
"Cosa" cercare in questo caso è una questione inutile: troverai il meglio delle apparecchiature digitali e analogiche.

Qualche nome: un mio caro amico lavora al Larione di Firenze, sicuramente saprebbe indicarti.
Spero di essere stato d'aiuto.
Edited 30 Gen. 2011 18:26
JPJ 30-01-11 19.33
Grazie a tutti ragazzi.
Un buon ripasso di tecniche fa sempre bene! emo

In effetti la questione è che, spesso, mi trovo a scrutare in rete certe apparecchiature.

Effetti psicoacustici, compressori, massimizzatori etc. che costano migliaia di euro.

Avere uno di questi e un convertitore ad/da con le contropalle sarebbe già un bel passo avanti.

Però alla fine penso che è sempre meglio trovarsi uno studio per le registrazioni importanti.

Perché non ci vogliono solo quelle macchine, ma anche l'ambiente adatto e le casse adatte.


anonimo 30-01-11 23.02
In toscana non saprei, ma miei amici hanno fatto fare il lavoro qui e sono rimasti molto soddisfatti, del resto sono il top. Si fa tutto via internet.


JPJ 30-01-11 23.09
matteog ha scritto:
In toscana non saprei, ma miei amici hanno fatto fare il lavoro qui e sono rimasti molto soddisfatti, del resto sono il top. Si fa tutto via internet.


Beh.-.. Gerorge Marino è colui che, insiame a Jimmy Page, ha rovinato i dischi degli Zeppelin con le sue ri-masterizzazioni... emo

A parte i pareri fra vintage e moderno... Marino è un guru.

Ma che intendi per "si fa tutto via internet"?
Sul sito non ho trovato alcuna spiegazione.... emo

Come hanno fatto i tuoi amici? ... e quanto hanno speso???

Mi interessa molto.... grazie...
Edited 30 Gen. 2011 22:11
anonimo 30-01-11 23.15
mandi là i file mixati e loro ti rimandano i file "masterizzati".
Se guardi nella sezione downloads hanno anche dei sw proprietari per i trasferimenti.

I miei amici ci hanno fatto un disco. Era nella sezione "lavori selezionati" ma non ricordo il titolo e forse l'ahho rimosso, è una cosa di 10 anni fa. Credo che ti facciano anche un demo gratis,tipo un pezzo di canzone, se nn ricordo male.

sui 2500USD per 19 brani. (soldi spesi benissimo, a loro giudizio)
Edited 30 Gen. 2011 22:17
JPJ 30-01-11 23.30
Ah...beh.... 2500 dollarini.... li spenderò volentieri quando avrò una distribuzione dietro però.... emo

Per un buo demo forse è meglio se mi accontento di una cosa tipo questa.

JoelFan 31-01-11 10.20
myvertigo ha scritto:
cmq a prescidnere dal mixing che è alquanto soggettivo (se a te piace come suona cosi va bene)
lavorando in studio posso darti qualche dritta e posso dirti sommariamente le procedura da fare per un buon master.
una cosa è fondamentale, piu delle apparecchiature che possiede lo studio è importantissimissimissimo il fonico di mastering.
gli scopi del masterign fondamentalemtne sono 2:
1. Amalgamare i brani presenti su un album (a meno che non si tratti di un singolo brano) decidendone la scaletta, le pause tra i brani e uniformandone i volumi, la risposta in frequenza e l'immagine stereofonica.

2. Ottimizzare la resa sonora dei brani rispetto al supporto su cui verrà stampato l'album (cd, dvd, vinile o altro) facendo sì che il disco riesca a suonare al meglio su qualsiasi supporto venga riprodotto.

ecco quindi sommariamente cio che si fa:
1. Trasferire le tracce audio registrate su una Digital Audio Workstation. Questo è opzionale in quanti molti preferiscono eseguire il mastering analogico dal nastro.
2. Mettere in sequenza le tracce interponendo tra esse le pause desiderate.
3. A questo punto è possibile eseguire tutta una serie di operazioni sull'audio ove necessario:

Livellare i volumi
Editare piccoli difetti
Ridurre i fruscii di fondo
Limitare i picchi dinamici delle tracce
Comprimere la dinamica
Espandere la dinamica
Regolare l'ampiezza dell'immagine stereofonica
Aggiungere un'ambienza
Effettuare assolvenze ad inizio brano e/o dissolvenze a fine brano
Uniformare lo spettro delle diverse tracce
Uniformare la dinamica delle tracce e far sì che sfruttino al massimo tutta la gamma dinamica messa a disposizione del supporto.

Tipicamente la catena di processori nei quali passa l'audio è così costituita:

Equalizzatore>Riverbero>Compressore>Eccitatore Armonico>Processore di immagine stereofonica>Limiter>Dither

Ovviamente è possibile tanto invertire l'ordine dei processori (fatta eccezione per il dither che deve chiudere la catena) quanto bypassare l'utilizzo di alcuni di questi, secondo le esigenze.

4. Trasferire l'audio nel formato finale del master effettuando, se necessario, il dithering delle tracce

Riveste particolare interesse ai fini della bontà del mastering, la creazione dell'opportuna ambienza, anche per simulare virtualmente lo spazio dove l'ascoltatore debba immaginare che si stia eseguendo la riproduzione.

A tal fine sono di ausilio i processori DSP di immagine stereofonica, che elaborando opportunamente il segnale, riescono, tramite ritardi temporali, differenziazione di livello e variazioni di fase, a generare una olografia sonora comunque complessa, e secondo le necessità imposte dal tecnico del suono, determinando una collocazione spaziale dei suoni che coinvolge gli spazi anteriori e posteriori oltre che quelli laterali, dei diffusori stessi.

spero mi sia spiegato al meglio visto che è un argomento alquanto complesso
un consiglio? il mixing... fatelo in studio!!!
buona musica!!!


Wikipedia sicuro.
Edited 31 Gen. 2011 10:35