ciao.
ne ho lette un po' di tutti i colori.
Visto che è la materia di cui mi occupo per mestiere, posso fornire un dato CERTO, scientifico, sul quale poi potete regolarvi come volete?
Ha ragione jacus, spiego perché:
La posizione in cui tenere la mano, qualsiasi cosa si faccia, in modo che le dita abbiano la massima forza e destrezza, con il minimo sforzo quindi anche con il minimo danno a tendini, legamenti, articolazioni, è la seguente:
avambraccio rilassato, palmo della mano rivolto verso il basso, dorso della mano che continua sullo stesso piano dell'avambraccio. Né sopra, nè sotto (in realtà ha una leggerissima curvatura verso il basso, ma diciamo "piatto" per capirci).
Insomma, il polso non forma nessun angolo con l'avambraccio.
No al polso sotto i tasti, no al braccio alto sopra i tasti con le dita che penzolano.
Man mano che la mano si inclina verso l'alto o il basso rispetto all'avambraccio (i cuimuscoli forniscono la maggior parte della forza alle dita),
cambia la "leva",
le dita perdono forza (e la "destrezza" del pianista è soltanto una variante della forza, minore è lo spreco di forza maggiore è la destrezza), aumenta lo sforzo muscolare a parità di risultato, quindi aumentano le probabilità di stanchezza o peggio di infiammazione tendinea.
Provate a fare la prova: mano distesa, strizzate una palla di gomma morbida, quelle per far giocare il cane: facile. Adesso mettete la mano a 25, 45 o addirittura 90 gradi: a 25 e 45 strizzare la palla è faticoso, a 90 diventa impossibile e il fastidio al polso (e qualche volta addirittura al gomito) è percepibile.
Che stiate tirando una palla da baseball, stritolando una lattina di birra o suonando Rachmaninoff,
il corpo umano è fatto così.
Poi ci si può costruire sopra qualsiasi teoria, qualsiasi ipotesi tecnica pianistica, si può aver visto qualsiasi filmato di grande pianista che dopo 30 anni di deformazione professionale fa qualsiasi cosa,
ma andare contro la forma del corpo umano non è mai una grande idea per la salute.
Studiando un vecchio video di Emerson si possono imparare molte cose... incluso come finire sotto i ferri a farsi fresare il tunnel carpale e finire la carriera 20 anni in anticipo.
Nessun grande pianista viene a dire a ciascuno spettatore come sta il collo dopo i concerti. Se ha imparato quel gesto in unepoca (bastano 30 anni fa) in cui a stento le sculle si occupavano di questi aspetti, dii tiene il dolore e basta. O compensa, e il dolore ce l'ha alla schiena. Al collo. Emicrania. Eccetera.
Dire "si può fare qualsiasi cosa, basta che funzioni: guardate Petrucciani", poi, mi sembra quasi addirittura una battuta di cattivo gusto. E' evidente che compensava un corpo le cui leve NON erano quelle normali.
Quindi, acquisire una tecnica "a occhio" non è una gran idea.
altri dettagli: se i gomiti sono all'altezza dei polsi, ancora meglio.
Se le spalle "cadono", cioè sono completamente distese, soprattutto pollice e indice guadagnano in scioltezza e salute.
Attenzione a regolare lo sgabello: se facendo "cadere" le spalle i gomiti vanno "sotto", adios.
Infine: se man mano che ci si muove sulla tastiera il dito medio prosegue la linea ideale che va dal gomito attraverso il centro del polso, ancora meglio (cioè: meglio spostare l'avambraccio che ruotare orizzontalmente il polso).
Buona musica, e abbiate cura delle Vostre manine sante.
Edited 22 Nov. 2010 1:13