renatus ha scritto:
Sostenere che gli arranger servono principalmente per scopi "pianobaristici" era un'affermazione già discutibile nei primi anni '90. Ora credo sia desueta: ditemi, quando è stata l'ultima volta che avete visto un "pianobarista" suonare un arranger dal vivo?
E si, mi aspettavo una replica alla mia risposta
renatus ha scritto:
• Suonare con una backup band a disposizione, una band che non si stanca mai ed è pronta a ripartire sempre senza litigare e senza perdere tempo a vuoto.
"Backup band" non l'avevo mai sentito
renatus ha scritto:
• Esercitarsi all’infinito sulle improvvisazioni.
• Comporre canzoni e brani musicali.
Ok, ma c'è proprio bisogno di un catafalco talvolta costosissimo, solo per scrivere un pezzo o per esercitarsi su improvvisazioni? Oggi tutti hanno un pc e tutti usano programmi e programmini a gratis. Parliamoci chiaro. Per comporre un brano è 1000 volte meglio usare un sequencer e mettere giù una traccia di piano accompagnata da una ritmica. Questo vale anche per esercitarsi, io ogni tanto faccio così.
renatus ha scritto:
• Essere pronti ad affrontare una grande performance dal vivo, permettendovi di essere interattivi alla massima potenza con l’audience (potete ripetere un ritornello quando è il momento giusto, cambiare il tempo al volo, chiudere una canzone in anticipo se vi rendete conto che è il momento di farlo passando subito al finale, modificare a sorpresa l’arrangiamento di una canzone accostando stili diversi, passare da un brano all’altro cambiando in un batter di ciglia, far divertire il pubblico con la creatività e l’improvvisazione, ricorrere al karaoke..).
Questo lo so bene, e mi sembra il metodo giusto relativo ad un musicista che suona da solo, ma se non vogliamo chiamarlo pianobar perchè sembra una lesa maestà (parlo in generale) come lo vogliamo chiamare?
Questa è la mia opinione, grazie per l'interessamento e saluti.