È una meccanica particolare, nella quale il martello è direttamente collegato al tasto, senza leve o altro, la corsa del martello è molto breve (le corde sono più vicine) quindi l'intensità sonora è scarsa (e le corde sono a una tensione enormemente minore rispetto a quelle dei pianoforti moderni, che arrivano a 20 tonnellate), e visto che non c'è il secondo scappamento, il tasto è molto leggero (altrimenti addio ripetizione)...
Se uno è abituato a suonare un pianoforte "normale" (passatemi il termine, perché ormai lo standard è il nostro), si ritrova enormemente "imbarazzato" a suonare una viennese!
Mi è stato detto che Bosendorfer le ha montate per molto tempo quel genere di meccaniche, che avevano un senso su fortepiani leggeri e appunto con corde a bassa tensione, mentre mi vengono dubbi sulla validità delle stesse su pianoforti già moderni (almeno dal punto di vista costruttivo)...
L'ultima volta che me ne fecero provare uno a meccanica viennese fu tanto tempo fa (2003 a Trento) e non mi ricordo quasi nulla se non la stranezza di quei tasti, sarei curioso di riprovarla ora...
Considerate che i fortepiani e i pianoforti più famosi della prima metà dell'800 a corde dritte (tipo Erard, o Pleyel, o Broadwood) pesavano meno di 150 kg con meno di 1 tonnellata di tensione globale delle corde...
Un coda moderno ne pesa 450-500, con 15-20 tonnellate di tensione!
Edited 1 Lug. 2010 12:35