@ elkikko
quindi... non ho capito se è possibile importare i file dei multisamples !
A sentirela prima opinione sembra di no, ma dalla seconda sembra che posso importare i file wave... i campioni sono formato akai?
Scusate ma non sono molto esperto di formati, voglio solo sapere quale è il modo più rapido per importare i campioni che mi interessano di altre tastiere in M3, solo attraverso il campionatore?
Cerchiamo di fare un po' d'ordine visto che hai poche idee ed anche confuse...
In poche parole...
Sample = campione di una nota (ad es. La3) ad una determinata frequenza di campionamento (usualmente 44,1Khz) e di una determinata intensità di volume (ppp, pp, p, mp, mf, f, ff, fff... BOOOOM!) può essere monofonico o stereofonico.
Multisample = gruppo di campioni, disposti omogeneamente sulla tastiera, spesso sovrapposti a seconda dei loro diversi livelli di dinamica, in modo da suonare quando è il loro turno (il turno lo decide chi programma il multisample).
Visto che il campionamento è una "fotografia" di un suono, per evitare che la sua ricostruzione sia eccessivamente statica, si utilizzano i multisamples.
Detto questo, se i campioni utilizzati in Motif XS (ATTENZIONE ho detto campioni e non multisamples) sono in formato .WAV, basterà importarli in M3 e ricostruirsi il multisample.
Da questo capisci che M3 e Motif XS hanno formati di multisample incompatibili.
Riguardo al formato AKAI, stiamo parlando di un'altra caratteristica che permette a M3 e Motif di importare i campionamenti in formato AKAI.
E' probabile che M3 e Motif XS riescano a leggere anche le keymap .kmp di AKAI, cioè i multisamples in formato AKAI, ma non ne sono del tutto sicuro.
Per certo so che il mio TR su cui ho installato la scheda di campionamento EXB-SMPL, pur compatibile con il formato AKAI, non riesce a leggere i files .kmp...
Ergo, la cosa migliore è sempre costruirsi un multisample sul proprio strumento, avendo come base i files .WAV.
Mi dispiace darti questa brutta notizia, ma acquistare uno strumento professionale non equivale ad avere la pappa fatta. Anzi, talvolta bisogna lavorare il doppio.