Monk. alcune riflessioni

pj84 18-01-10 21.58
Apro questo thread perchè vorrei vederci chiaro.

In un altro thread ho solo detto che non era tra i pianisti dotati di una tecnica fenomenale.

Monk

A mio avviso questo pianista era molto più elegante:

Bill Evans


Non mi pare di dire cose mostruose... è solo un parere.

Però, dato che sono qui per imparare e suono jazz solo da 3 anni. Chiedo pareri emo
Aslan 18-01-10 23.20
premesso che amo il jazz ma non sono un jazzista emo anche se vorrei tanto esserlo emo


"elegante" è un concetto soggettivo, soprattutto in questo tipo di musica imho
così come "bellezza" etc. ... ...
Bill Evans? ... per me è un romanticone ...
quello che mi chiedo adesso è: chissà cosa avrebbero risposto sia il Monk che l'Evans alla domanda: scusi, ma lei si sente elegante, rozzo etc. quando suona ... ? emoemoemo
MarcoC 18-01-10 23.58
Al di là dei gusti personali e del peso artistico dell'uno e dell'altro, se si vuole fare un discorso prettamente "tecnico", è ovvio che tra Monk e Bill Evans ci sia una differenza alquanto evidente!
Monk è stato un grande innovatore, colui che insieme ad altri jazzisti ha posto le basi, alla fine degli anni '40, per il nascente Be-Bop, un pianista che è difficile classificare (cosa comunque quasi sempre quantomeno discutibile) in un genere piuttosto che in un altro; Monk è Monk, punto!
Tecnicamente basta guardare un qualsiasi video per rendersi conto che Monk suonava il piano in modo non proprio "ortodosso", ad esempio colpendo i tasti con le dita stese (con buona pace degli insegnanti di pianoforte emo) solo per citare l'aspetto più evidente della sua tecnica.
Questo modo particolare di suonare però ha fatto si che Monk sia riconoscibile (al di là del fraseggio così caratteristico) già dalle prime note.
Bill Evans è stato invece uno dei pianisti tecnicamente più dotati dei suoi anni. Era un pianista con un solido percorso di studi classici alle spalle.
Inoltre Evans è stato un grande "ricercatore" dal punto di vista armonico.
Il concetto di eleganza che tu avverti nell'uno (Evans) e non nell'altro (Monk), deriva comunque, a mio avviso, più che dalla tecnica, dal carattere del pianismo di Evans, più introspettivo e riflessivo rispetto a Monk, che invece buttava sulla testiera tutto quello che gli passava per la testa (e secondo me gli passava un bel po' di roba!).
Ho espresso un mio personale parere . . . emo
camyrock86 19-01-10 00.44
@ MarcoC
Al di là dei gusti personali e del peso artistico dell'uno e dell'altro, se si vuole fare un discorso prettamente "tecnico", è ovvio che tra Monk e Bill Evans ci sia una differenza alquanto evidente!
Monk è stato un grande innovatore, colui che insieme ad altri jazzisti ha posto le basi, alla fine degli anni '40, per il nascente Be-Bop, un pianista che è difficile classificare (cosa comunque quasi sempre quantomeno discutibile) in un genere piuttosto che in un altro; Monk è Monk, punto!
Tecnicamente basta guardare un qualsiasi video per rendersi conto che Monk suonava il piano in modo non proprio "ortodosso", ad esempio colpendo i tasti con le dita stese (con buona pace degli insegnanti di pianoforte emo) solo per citare l'aspetto più evidente della sua tecnica.
Questo modo particolare di suonare però ha fatto si che Monk sia riconoscibile (al di là del fraseggio così caratteristico) già dalle prime note.
Bill Evans è stato invece uno dei pianisti tecnicamente più dotati dei suoi anni. Era un pianista con un solido percorso di studi classici alle spalle.
Inoltre Evans è stato un grande "ricercatore" dal punto di vista armonico.
Il concetto di eleganza che tu avverti nell'uno (Evans) e non nell'altro (Monk), deriva comunque, a mio avviso, più che dalla tecnica, dal carattere del pianismo di Evans, più introspettivo e riflessivo rispetto a Monk, che invece buttava sulla testiera tutto quello che gli passava per la testa (e secondo me gli passava un bel po' di roba!).
Ho espresso un mio personale parere . . . emo
Sulla tecnica ho qualcosa da ridire però: più a livello "fisico" che nella melodia in sè. La posizione a dita distese però è forse dovuta ad aver imparato da autodidatta lo stride piano e poi essersi evoluto nel tempo. La posizione a dita curve alla gran lunga ti crea tensione che ti fa irrigidire e per suonare il classico boogie sulle ottave tipo queso nella prima parte del video e accordi e/o melodia lo ha portato a tenere le dita perennemente distese perchè in qualsiasi altra posizione è più difficile farlo, secondo il mio parere. Lo stride piano a sua volta è anche derivato dal rag time che prevedeva grandi salti di accordi che sono più facili da beccare con le dita distese.
Le dita hanno diverse posizioni però quelle distese hai più superficie per colpire il tasto e quindi più sensibilità a parità di forza che si imprime. Resta il fatto che Monk però suona in un modo matto che mi fa rallegrare e spalencare la bocca allo stesso tempo. Secondo me Evans era più "chopiniano", mentre Monk aveva un approccio più istintivo e immediato e "buttava le mani": è stato un grande genio istintivo, che suonava in modo naturale e strano allo stesso tempo rendendolo unico.
Edited 18 Gen. 2010 23:55
pj84 19-01-10 01.47
@ MarcoC
Al di là dei gusti personali e del peso artistico dell'uno e dell'altro, se si vuole fare un discorso prettamente "tecnico", è ovvio che tra Monk e Bill Evans ci sia una differenza alquanto evidente!
Monk è stato un grande innovatore, colui che insieme ad altri jazzisti ha posto le basi, alla fine degli anni '40, per il nascente Be-Bop, un pianista che è difficile classificare (cosa comunque quasi sempre quantomeno discutibile) in un genere piuttosto che in un altro; Monk è Monk, punto!
Tecnicamente basta guardare un qualsiasi video per rendersi conto che Monk suonava il piano in modo non proprio "ortodosso", ad esempio colpendo i tasti con le dita stese (con buona pace degli insegnanti di pianoforte emo) solo per citare l'aspetto più evidente della sua tecnica.
Questo modo particolare di suonare però ha fatto si che Monk sia riconoscibile (al di là del fraseggio così caratteristico) già dalle prime note.
Bill Evans è stato invece uno dei pianisti tecnicamente più dotati dei suoi anni. Era un pianista con un solido percorso di studi classici alle spalle.
Inoltre Evans è stato un grande "ricercatore" dal punto di vista armonico.
Il concetto di eleganza che tu avverti nell'uno (Evans) e non nell'altro (Monk), deriva comunque, a mio avviso, più che dalla tecnica, dal carattere del pianismo di Evans, più introspettivo e riflessivo rispetto a Monk, che invece buttava sulla testiera tutto quello che gli passava per la testa (e secondo me gli passava un bel po' di roba!).
Ho espresso un mio personale parere . . . emo
ecco, un parere che condivido in pieno.

ora aspetto che qualcuno venga a darti dell'imbecille. emo

Secondo me Monk parlando di TECNICA era inferiore (e non di poco) rispetto a Evans (per fare un esempio).
Evans inoltre studiava la musica in modo molto particolare. Ho letto la sua biografia (anche se studio economia riesco a spaziare vedendo oltre il mio naso) e si dice che non facesse MAI e poi MAI esercizi come scale. emo emo
pj84 19-01-10 01.49
camyrock86 ha scritto:
Lo stride piano a sua volta è anche derivato dal rag time che prevedeva grandi salti di accordi che sono più facili da beccare con le dita distese.


Nello stride (e non solo) per me un certo Oscar Peterson sarebbe da menzionare.

Se mi dicono che anche lui è indietro a Monk tecnicamente bisogna fare qualcosa per i prosciutti oculari

emo
xr2002 19-01-10 06.45
Dipende se fai musica per la tua anima o per il tuo portafoglio.

Se per la seconda devi seguire i gusti del produttore o, forse in quel periodo, del pubblico. Ricordate l'assolo di M J Fox alla chitarra elettrica in Ritorno al Futuro? Quando è diventato esasperato, ma normale a fine anni 90, si sono fermati perchè l'innovazione era sfociata nell'assurdità (per loro).

Tecnica e sonorità si modificano nel tempo ed è come dichiarare Pele il miglior giocatore di sempre con la classica risposta "Ma a quel tempo andavano a 2 all'ora".emo
MarcoC 19-01-10 11.08
Occorre secondo me chiarire cosa si vuole intendere per "tecnica".
Se quando diciamo "hai un'ottima tecnica" intendiamo quanto veloce riesci a suonare, allora non ci sono dubbi che anche Monk riuscisse a suonare passaggi veloci e quindi avesse tecnica.
Se per tecnica intendiamo invece tutta una serie di "regole" e di comportamenti che ti portano, con gli anni, ad avere un approccio corretto allo strumento, allora sicuramente Bill Evans è uno strumentista infinitamente più tecnico.
Questo ovviamente non significa nulla a livello di risultato artistico e musicale.
Ci sono pianisti ipertecnici che musicalmente non dicono nulla e pianisti più istintivi sul piano dell'approccio allo strumento che invece riescono a comunicare molto di più con molte meno note!
Monk ed Evans sono due musicisti che amo molto quindi sono del tutto imparziale sul giudizio emo
Per quanto riguarda il discorso sullo stride piano e su tutte quelle forme musicali che si praticavano sul pianoforte prima dell'avvento della musica jazz, mi viene da dire che se non serve tecnica per suonare quella roba lì . . . poi i passaggi a dita stese sono "concessi" anche nella tecnica classica . . . non si può mica suonare sempre con le dite piegate!
Ovviamente dipende tutto dall'impostazione che hai . . . se vieni impostato da un insegnante secondo le regole "classiche" tenderai a suonare in un certo modo . . . se invece il tuo percorso di studi è prettamente da autodidatta allora è normale che tenderai ad assumere la posizione per te più naturale che non necessariamente sarà scorretta in assoluto anzi . . . ma che comunque ti darà problemi nel momento in cui vorrai cimentarti con qualcosa per cui è richiesto un approccio allo strumento che è nato e si è consolidato in secoli di studio.
MadDog 19-01-10 12.07
@ MarcoC
Al di là dei gusti personali e del peso artistico dell'uno e dell'altro, se si vuole fare un discorso prettamente "tecnico", è ovvio che tra Monk e Bill Evans ci sia una differenza alquanto evidente!
Monk è stato un grande innovatore, colui che insieme ad altri jazzisti ha posto le basi, alla fine degli anni '40, per il nascente Be-Bop, un pianista che è difficile classificare (cosa comunque quasi sempre quantomeno discutibile) in un genere piuttosto che in un altro; Monk è Monk, punto!
Tecnicamente basta guardare un qualsiasi video per rendersi conto che Monk suonava il piano in modo non proprio "ortodosso", ad esempio colpendo i tasti con le dita stese (con buona pace degli insegnanti di pianoforte emo) solo per citare l'aspetto più evidente della sua tecnica.
Questo modo particolare di suonare però ha fatto si che Monk sia riconoscibile (al di là del fraseggio così caratteristico) già dalle prime note.
Bill Evans è stato invece uno dei pianisti tecnicamente più dotati dei suoi anni. Era un pianista con un solido percorso di studi classici alle spalle.
Inoltre Evans è stato un grande "ricercatore" dal punto di vista armonico.
Il concetto di eleganza che tu avverti nell'uno (Evans) e non nell'altro (Monk), deriva comunque, a mio avviso, più che dalla tecnica, dal carattere del pianismo di Evans, più introspettivo e riflessivo rispetto a Monk, che invece buttava sulla testiera tutto quello che gli passava per la testa (e secondo me gli passava un bel po' di roba!).
Ho espresso un mio personale parere . . . emo
emoemo

Condivido anch'io totalmente.

Adoro Evans... emo nessun pianista jazz arriverà mai ai suoi livelli, per quanto mi riguarda!

Quoto anche il secondo intervento!

Poi comunque si parla di due correnti jazz agli opposti: il jazz modale "inventato" da Miles e Evans con Kind of blue è nato per "contrappasso" al bebop!
Edited 19 Gen. 2010 11:08
pj84 19-01-10 12.58
sl discorso della fredda tecnica mi trovi più che daccordo.

Non mi piace se fine a se stessa.

Ma io ho nominato Evans con cognizione di causa. Altrimenti se avessi cercato "fredda tecnica" di esempi è pieno il mondo emo

Il mio parere su Monk è che abbia "spianato" la strada per il futuro, che abbia fatto cose molto più avanti di lui, che quindi sono state apprezzate con il tempo e che tuttora sono materia di studio.

Ciò non toglie però che tecnicamente fosse molto indietro. non mi sembra una cosa truculuenta da dire.
camyrock86 19-01-10 14.59
@ pj84
camyrock86 ha scritto:
Lo stride piano a sua volta è anche derivato dal rag time che prevedeva grandi salti di accordi che sono più facili da beccare con le dita distese.


Nello stride (e non solo) per me un certo Oscar Peterson sarebbe da menzionare.

Se mi dicono che anche lui è indietro a Monk tecnicamente bisogna fare qualcosa per i prosciutti oculari

emo
Va beh, hai detto una banalità: ci si rende conto dopo 30 secondi l'abilità tecnica di esecuzione di Peterson l'hanno raggiunta in pochi e Monk se la sognava. Forse solo Tatum l'ha superata, ma non saprei.
Però l'abilità tecnica di esecuzione non è detto che faccia della musica buona. Talvolta l'insistere a suonare mille note in 2 battute a me risulta fastidioso e inutile. Comunque sia Peterson che Tatum a me piacciono molto però talvolta la semplicità è la cosa più difficile da raggiungere, e forse è per questo che Peterson lo preferisco leggermente a Tatum. Comunque si sta parlando di geni assoluti, che in un modo o nell'altro influenzeranno tutti quelli che studiano e studieranno il jazz ed è normale che uno abbia i suoi gusti.
Però l'abilità esecutiva non prescinde dal fare musica: Monk insegna.
MarcoC 19-01-10 15.00
Per niente, non credo che Monk si sarebbe offeso se gli avessi detto "...guarda che Bill Evans tecnicamente è un'altra cosa..." emo.
Mi sa che nemmeno Evans avrebbe dato troppo peso alla cosa . . . !
Sul discorso del modale . . . diciamo che secondo me è Bill Evans più che Miles ad essere "dietro" alla nascita di Kind Of Blue . . . Blue In Green è senza dubbio sua . . . Flamenco Schetches altro non è se non Peace Piece . . . So What nasce su un riff di contrabbasso . . . Davis è stato come al solito il n. 1 nell'anticipare (ed anche questo non è totalmente vero) le cose ed a mettere tutto su disco dando grande impulso alla corrente del Jazz cosiddetto modale.
MarcoC 19-01-10 15.02
Vi porto un altro esempio . . . avete mai sentito Jobim al pianoforte?! Un ditino per volta eppure i suoi interventi (ovviamente su brani suoi) sono quello che sono!
SavateVoeanti 19-01-10 16.15

Secondo me FATS WALLER è il primo da menzionare riguardo la fusione di tecnica espressività e poche o tante note da fare(dipnde dai casi).
E poi era piu famoso come pagliaccio e divoratore di hamburgher che come pianista. ma quando metto su i suoi dischi è da ridere!

pj84 19-01-10 20.57
camyrock86 ha scritto:
Però l'abilità esecutiva non prescinde dal fare musica: Monk insegna.


Che abbia aperto la strada all'innovazione lo straquoto.

Però come pianista non mi piace ascoltarlo. Che ci posso fare? Non riesco a sentire il suo solo in blue monk reperibile su youtube.. non ci riesco proprio, mi infastidisce.

Ripeto, non sto dicendo che sia stato un pirla, anzi, come già detto è stato un grande innovatore!
pj84 19-01-10 20.59
camyrock86 ha scritto:
Va beh, hai detto una banalità: ci si rende conto dopo 30 secondi l'abilità tecnica di esecuzione di Peterson l'hanno raggiunta in pochi e Monk se la sognava.


Era un riferimento a fatti e persone realmente esistente non casuale emo


camyrock86 ha scritto:
Forse solo Tatum l'ha superata, ma non saprei.


Alla lunga ascoltarlo mi è pesante, ma penso fortemente che sia stato il pianista più tecnico in assoluto in materia di stride piano.
Tiger rag suonata da lui fa paura. emo
MadDog 19-01-10 23.18
MarcoC ha scritto:
Vi porto un altro esempio . . . avete mai sentito Jobim al pianoforte?! Un ditino per volta eppure i suoi interventi (ovviamente su brani suoi) sono quello che sono!


Per un momento in questa discussione m'è venuto in mente proprio Jobim!

Era uno spettacolo anche al piano, proprio come dici tu! emo

Ma nella versione originale di Garota de Ipanema era lui a suonare il piano? Cioè poi non so se sia la versione originale emo So che c'è lui che canta in brasiliano, poi anche una donna che canta in inglese! In mezzo ci sta la parte di piano che è di una semplicità sconvolgente, ma è fantastica! emo
MadDog 19-01-10 23.22
MarcoC ha scritto:
Sul discorso del modale . . . diciamo che secondo me è Bill Evans più che Miles ad essere "dietro" alla nascita di Kind Of Blue . . . Blue In Green è senza dubbio sua . . . Flamenco Schetches altro non è se non Peace Piece . . . So What nasce su un riff di contrabbasso . . . Davis è stato come al solito il n. 1 nell'anticipare (ed anche questo non è totalmente vero) le cose ed a mettere tutto su disco dando grande impulso alla corrente del Jazz cosiddetto modale.


Assolutamente.

Però ho da ridire su So what. So what secondo me è molto più Evanistica di quando si sospetti, sentite qua... io scommetto che dietro a So what c'era il bagaglio classico di uno come Bill Evans.

Poi magari mi sbaglio, però...
dobermann103 20-01-10 09.15
Monk = suonare senza suonare...ascoltate bene poche note ma buone...tecnicamente era discutibile...ma alla fine il risultato ce stava....Evans era molto espressivo, oscar peterson sicuramente il più tecnico di tutti anche più di Tatum....ma ci sono tanti altri pianisti che hanno fatto storia che magari sentiti meno...dipende anche dalle epoche ....
pj84 20-01-10 22.04
dobermann103 ha scritto:
Monk = suonare senza suonare...ascoltate bene poche note ma buone


Ovviamente può piacere o non piacere... si? emo