@ shiningkeyboard
c'è da contare anche che "da un certo livello in su", per citare, si è anche molto più esigenti..
le invenzioni a due voci non sono tecnicamente difficili, ma quanto ci ha lavorato Gould per suonarle?e non era un coglione direi (per lo meno pianisticamente ).
quindi, è vero da un lato che ci sono pezzi tecnicamente più difficili (in questo senso, gli studi sono i più difficili, in quanto fatti apposta per superare certe difficoltà), ma è anche vero che suonare bene un Satie (che, a me, fa cagare, ma a molti piace...) è MOLTO difficile, così come le invenzioni a due voci ti mettono "a nudo", c'è talmente poca carne sul fuoco che la minima indecisione, il minimo errore si sente subito, e rovina tutto...
tutto rigorosamente detto dal basso della mia poca esperienza
Molto giusto quello che dici.
Se te pensi che uno come Pollini ha deciso di incidere ora Il clavicembalo ben temperato (e per ora c'è solo il I vol), qualcosa che comunque è abbondantemente alla sua portata... probabilmente è vero che certi pianisti nel momento in cui si mettono sotto o con repertori "nuovi", oppure con composizioni che per "meritare" hanno bisogno di una "pennellata particolare" (passatemi il termine), debbano studiare di più o comunque inventarsi uno stile che sia originale e allo stesso tempo fedele.
Non sempre poi la cosa riesce: Gould ha inciso delle fantastiche Variazioni Goldberg, ma il suo CBT non è dei più fantastici, specie quando ci si mette dietro coi suoi tempi!
C'è anche da dire che i p&f del CBT sono molto rigidi, quindi uno come Gould forse trovava meno soddisfazione in quelli.
Se già lo ascoltate in Mozart, con pazienza e senza lanciare subito i dischi fuori dalla finestra, vi accorgete che spesso le cose che fa (tempi, dinamiche, la ricerca esasperata del contrappunto anche lì...) sono sorprendenti e ti possono aiutare a capire qualcosa di più di quelle sonate!