vogliamo partire con un discorso molto generale e teorico?
vogliamo ndire che oggi la musica è troppo prodotta, post-prodotta, post-post-prodotta, ottimizzata e compresso/depresso/equalizzata/fraternizzata?
che c'è poca gentre che sa suonare i tasti, e troppa che gira manopole,
e che quest'ultima gente si è messa a "fare musica",
complice la tecnologia (computer, synth tuttofare, arranger),
e ha creato un gusto nel quale girare manopole è più importante che saper suonare,
per cui anche un buon tastierista perde tempo a smanettare cercando il mix perfetto invece di aggiungere qualcosa al suo tocco, al ritmo, all'espressione?
Se in un'ora di studio guardi più i reverberi e i compressori che lo strumento (inclusi magari i controlli del synth, ma NON quelli che servono a plastificare il suono),
per forza ti stressi pensando che stai rovinando i tuo skills di musicista dal vivo
se in studio provi stacchi, changes, assoli, .... la risposta è ovvia:
uno aiuta l'altro
(anche suonare solo dal vivo rende ripetitivi: siccome non puoi fare cazzate, rischi di meno e ti fossilizzi)
comunque: quando un fonico uscito dall'ITIS e che non sa suonare nemmeno "la canzone del sole" sulla chitarra (è il test minimo per essere ammessi negli scout, credo)
comincia a dirmi che lui sulla mia musica "vuol fare un discorso creativo" e mi trovo a star lì a rifare una take perché vuole "sperimentare" con l'eq... calci nel sedere e via a suonare
Edited 26 Nov. 2009 15:32