Ciao Max il pedale del sustain è uno strumento importantissimo sul pianoforte, ed è ovvio che sia così. Di solito, quando anche un repertorio classico, nel senso di clavicembalistico, passa dal clavicembalo al pianoforte, si tende a suonarlo secondo la prassi esecutiva al clavicembalo, però ci sono anche scuole di pensiero diverse. Dividendo semplicemente in due opzioni, c'è chi riproduce quel repertorio sul pianoforte, suonando il pianoforte in imitazione allo strumento originario e chi invece, mantenendo la pronuncia e il fraseggio "del tempo", adatta la musica al nuovo strumento pianoforte.
Sono validissime entrambe le scuole di pensiero. Sono diverse e comunque richiedono musicalità nell'interpretazione, cosa che non è certo una novità. Questo per dire che suonando un repertorio clavicembalistico sul pianoforte si può usare il pedale quando quel repertorio si ripropone sul pianoforte in maniera pianistica (ma sempre considerando che quel repertorio nasce su uno strumento senza tale pedale, quindi senza snaturare il brano). Ma ci può essere il caso di reinterpretazione filologica secondo la quale il pedale è "proibito" perché sul clavicembalo non c'era... come dargli torto? Sono due maniere diverse di affrotnare un tipo di repertorio... mi sono dilungato su questa cosa perché sono prolisso
Però c'è un legame perché ad esempio nella reinterpretazione di Bach sorge questo problema... Bach si suona senza pedale di solito e in effetti sapendo fraseggiare in maniera corretta, il pedale non serve nemmeno, si capisce prorpio dalla musica che lì questo tipo di pedale non era necessario... diverso chiaramente se prendiamo le trascrizioni di pianisti virtuosi...
Nella musica leggera, il buon utilizzo del pedale sustain, non è che cambia di molto dall'utilizzo fatto in altri "generi". Dipende dal tipo di musica. Se fai del ragtime o dello swing di solito il pedale serve poco, non c'è nemmeno il tempo di premerlo e comunque in molti casi non serve proprio perché creerebbe un alone inutile e che tenderebbe ad impastare.
La tecnica, in parole povere, sta nel fatto che il pedale si abbassa un attimo subito dopo aver suonato l'accordo da "catturare" con il pedale. Mentre quando c'è un cambio di pedale (senza però staccarlo del tutto), si alza nel momento in cui si suona l'accordo su cui cambiare il pedale e si riabbassa subito appena suonato l'accordo successivo. La quantità di pedale usata invece deve essere tale da non creare un "alone", da non avvolgere troppo il suono. Nella maggior parte dei casi l'alone e il reverbero eccessivo non dovrebbe esserci.
Per quanto riguarda le scale e gli arpeggi, per studio si fanno senza pedale per non viziare le mani ma all'interno dei pezzi, altroché se si usa il pedale su scale e arpeggi! Anche su scale cromatiche. Certo, bisogna dosarlo bene perché il pedale non deve fare "alone" ma deve soltanto permettere, di caso in caso, un buon legato e un miglioramento nella consistenza del suono in generale.
Il pedale è difficile da saper utilizzare bene e sulle tastiere elettroniche ovviamente il limite è tristissimo rispetto ad un acustico valido.
Edited 26 Set. 2009 16:22