Il mondo al contrario

Ilaria_Villa 09-05-24 17.22
@ mima85
markelly2 ha scritto:
Cosa che sarà anche dura da accettare ma è vera. Se ne prenda almeno atto.


Quindi se io ogni tanto mi mangio una bistecca sono un degenerato? Vorrei sottolineare che questo è un termine che generalmente si attribuisce a chi stupra, agli assassini e ad altra gente simpatica del genere.

Vedi, è questo che di certi vegani non va bene: l'appioppare aggettivi offensivi a chi mangia carne o addirittura arrivare ad augurargli cose come il cancro, come alcuni hanno fatto con un bambino di 3 anni che mangia una bistecca la cui foto è stata postata sui social, qualche anno fa. O come quella cretina, di cui non ricordo il nome ma mi pare fosse un personaggio famoso, che quando è successo il terremoto ad Amatrice non ha avuto di meglio da fare che commentare "allora è il karma", relativamente al fatto che Amatrice è la patria del sugo all'amatriciana che ha dentro il guanciale di maiale. Non parliamo poi delle minacce in cui alcuni di quelli più "intraprendenti" si spendono, roba da denuncia penale.

Sono ragionevolmente sicuro che coloro che si comportano così sono una minoranza di persone tra tutti i vegani, voglio sperare che sia così, ma è una minoranza molto rumorosa (e fammelo dire, particolarmente odiosa) e queste premesse di certo non favoriscono il dialogo.

Dall'altra parte non va altrettanto bene chi, da onnivoro, insulta vegani e vegetariani per via delle loro scelte alimentari. Sono entrambe facce della stessa medaglia, e non si tratta di una medaglia al valore, tutto il contrario in effetti.

Ognuno deve aver diritto di mangiare quel che vuole senza vedersi apostrofato o peggio insultato da una fazione o l'altra.

Per quanto riguarda la sostenibilità è vero, l'alimentazione onnivora ha un impatto ambientale non trascurabile ed in generale bisognerebbe limitare il consumo di carne perché se ne mangia, e tante volte spreca, veramente troppa. Per non parlare delle conseguenze sulla salute dovute all'eccessivo consumo. Ma l'alimentazione vegana non è così "green" come fanno credere i reparti di marketing, in particolare per ciò che concerne il cibo vegano prodotto industrialmente, perché le fabbriche che lo producono consumano anch'esse ingenti quantità di acqua ed energia e gli ortaggi e le verdure non cadono dal cielo già belli pronti, vanno coltivati con anche qui il relativo dispendio di risorse. E pure sulla salubrità a lungo termine dei prodotti vegani processati, i vari sostituti-di-questo-e-quello che oggi vanno per la maggiore, avrei qualche riserva.
emo
wildcat80 09-05-24 17.58
Volevo comunicare che è storicamente dimostrato che Hitler era vegetariano e odiava le scene di violenza sugli animali emo pertanto le attribuzioni di degenerazione ai vari regimi alimentari sono proprio delle vannacciate, in un senso e nell'altro.
In altre parole, mangiate quel che volete usando il cervello.
stesgarbi 09-05-24 19.32
wildcat80 ha scritto:
è storicamente dimostrato che Hitler era vegetariano


Ah Ah.... vegetariano, non vegano .... attenzione! .....i "distinguo" sono importanti.
emoemoemo

Comunque, ciò non impedì allo Zio Adolf di sbarazzarsi di Rohm (l'antico camerata, capo delle SA) con la scusa che era un finoc.... emo
wildcat80 09-05-24 20.03
@ stesgarbi
wildcat80 ha scritto:
è storicamente dimostrato che Hitler era vegetariano


Ah Ah.... vegetariano, non vegano .... attenzione! .....i "distinguo" sono importanti.
emoemoemo

Comunque, ciò non impedì allo Zio Adolf di sbarazzarsi di Rohm (l'antico camerata, capo delle SA) con la scusa che era un finoc.... emo
Gli avrà detto, caro Rohm, fattene una ragione, tu non sei normale.
stesgarbi 11-05-24 12.25
@ wildcat80
Gli avrà detto, caro Rohm, fattene una ragione, tu non sei normale.
prossimamente... promozioni in televendita di Vannamarcacci , per un miracoloso "elisir salvinifico" emo
paolo_b3 11-05-24 18.17
@ stesgarbi
prossimamente... promozioni in televendita di Vannamarcacci , per un miracoloso "elisir salvinifico" emo
Purchè non sia Salvenefico... emo
stesgarbi 11-05-24 19.38
@ paolo_b3
Purchè non sia Salvenefico... emo
Beh.... te lo dico.
Mi sono iscritto a Supporti nel 2008. A quell'epoca, questa sezione era molto più frequentata e... "dibattuta" (bonariamente, eh emo senza mai eccedere nei toni)
Non so se qualcuno degli "anziani" qui se lo ricorda (qui postava anche un giornalista de La Stampa, musicista pure lui e felice possessore di una Korg Oasys) ...... per esprimere il mio pensiero sul fascismo, ero solito postare la foto a destra..... emoemoemo .

emoemo
paolo_b3 11-05-24 22.06
@ stesgarbi
Beh.... te lo dico.
Mi sono iscritto a Supporti nel 2008. A quell'epoca, questa sezione era molto più frequentata e... "dibattuta" (bonariamente, eh emo senza mai eccedere nei toni)
Non so se qualcuno degli "anziani" qui se lo ricorda (qui postava anche un giornalista de La Stampa, musicista pure lui e felice possessore di una Korg Oasys) ...... per esprimere il mio pensiero sul fascismo, ero solito postare la foto a destra..... emoemoemo .

emoemo
Eh lo so, all'epoca si usava così...

Iris Versari e Silvio Corbari

Speriamo di superare quel momentaccio.
zerinovic 12-05-24 11.05
in un mondo dritto si dovrebbe insegnare l’accettazione di se stessi, e il rispetto altrui, invece l’unica cosa che viene promossa è l’opposto. con il risultato che le vittime diventano carnefici anche più crudeli in nome di una giustizia ma ..in assenza di morale.
stesgarbi 12-05-24 14.45
@ zerinovic
in un mondo dritto si dovrebbe insegnare l’accettazione di se stessi, e il rispetto altrui, invece l’unica cosa che viene promossa è l’opposto. con il risultato che le vittime diventano carnefici anche più crudeli in nome di una giustizia ma ..in assenza di morale.
Mala tempora currunt.....

Concordo .
Nel nostro Paese, stiamo assistendo ad una recrudescenza di toni ed atteggiamenti (per certi versi inspiegabile, se non nella logica di uno scontro di potere tra destra e sinistra) tendenti ad un preoccupante livello di inciviltà, laddove le tifoserie vengono eccitate ed istigate alla violenza, all'intolleranza, all'insulto gratuito ed al rifiuto pregiudiziale di ascoltare le ragioni dell'altro.
Ai miei tempi (seconda metà degli anni '70) c'era il terrorismo - di destra e di sinistra -, gli omicidi... ma ricordo che si respirava un clima di maggiore tolleranza e libertà.
Nel mio liceo "rosso" erano rappresentate forze politiche anche "governative" (C.L., Repubblicani, Socialdemocratici) i cui rappresentanti intervenivano alle assemblee (magari "infuocate nei toni", ma mai violente) senza che che a qualcuno venisse in mente di impedirgli di parlare.
Gli stessi Prof (di sinistra) erano politicamente dialoganti, ma severi in fatto di studio delle loro materie ed altrettanto severi nel pretendere il rispetto, da parte nostra, di chi avesse opinioni diverse.
Le nostre manifestazioni (e ne ho fatte tante) erano "chiassose" ed infarcite di "slogan rivoluzionari", ma mai violente. Venivano coordinate da un servizio d'ordine rigoroso, gestito da studenti più anziani delle varie rappresentanze politiche, molto attento a che i minorenni (i "ginnasiali") non si trovassero esposti agli eventuali pericoli delle "prime file" dei cortei.
Ricordo che un giorno si avvicinò al nostro corteo una colonna con striscioni di "lotta comunista".... subito il servizio d'ordine (quella volta gestito da "figiciotti") radunò noi ginnasiali e ci pose in coda al corteo. Chiesi spiegazioni ed una ragazza del servizio d'ordine mi rispose: "sono violenti, sono così a sinistra che sono a destra"... quella frase mi è sempre rimasta impressa: allora non capii, ma adesso il significato mi è chiaro.
Polizia (schierata con gli scudi alzati) ne ho vista tanta, gli gridavamo di tutto e di più, ma di scontri come quelli che vedo oggi nei TG, francamente non ho memoria.
Non deviavamo dai percorsi stabiliti e non cercavamo di sfondare i cordoni del "celerini"
Nei nostri cortei c'eravamo solo noi studenti, non c'erano "infiltrati" da università o centri sociali.
Di "occupazioni", in cinque anni, ne ho fatte un paio e sono durate poco.
Si andava alla Palazzina Liberty, a vedere gli spettacoli di Dario Fo e Franca Rame, e si respirava un clima certamente di sinistra, ma tollerante, libero, fatto di discorsi seri e di una satira pungente ma rispettosa, elegante.

Giravo tranquillamente a piedi per Milano con l' "eskimo", a qualsiasi ora, e la città era molto, ma molto più sicura di quanto non lo sia oggi.

Poco o nulla di ciò che vedo oggi mi richiama alla memoria quei tempi: gli spaventosi eccessi degli "anni di piombo" erano confinati ad episodi eclatanti, ma non diffusi nella collettività generale (anzi, fermamente condannati da tutti gli schieramenti politici, senza distinzioni).
E la stessa classe politica di allora trova un rappresentativo "affresco" di civiltà nell'episodio in cui Almirante si presentò alla camera ardente di Enrico Berlinguer, ricevuto da Nilde Jotti e Giancarlo Pajetta, per "rendere omaggio ad un uomo onesto"..

Oggi, passata ormai la sessantina, sogno una società in cui ciascuno di noi sia pronto a battersi per difendere il diritto ad esprimersi liberamente di chi la pensa diversamente.

Senza questo basilare principio di civiltà, si cade nella dittatura (sia essa fascista o di altro genere).
Ilaria_Villa 12-05-24 14.57
@ stesgarbi
Mala tempora currunt.....

Concordo .
Nel nostro Paese, stiamo assistendo ad una recrudescenza di toni ed atteggiamenti (per certi versi inspiegabile, se non nella logica di uno scontro di potere tra destra e sinistra) tendenti ad un preoccupante livello di inciviltà, laddove le tifoserie vengono eccitate ed istigate alla violenza, all'intolleranza, all'insulto gratuito ed al rifiuto pregiudiziale di ascoltare le ragioni dell'altro.
Ai miei tempi (seconda metà degli anni '70) c'era il terrorismo - di destra e di sinistra -, gli omicidi... ma ricordo che si respirava un clima di maggiore tolleranza e libertà.
Nel mio liceo "rosso" erano rappresentate forze politiche anche "governative" (C.L., Repubblicani, Socialdemocratici) i cui rappresentanti intervenivano alle assemblee (magari "infuocate nei toni", ma mai violente) senza che che a qualcuno venisse in mente di impedirgli di parlare.
Gli stessi Prof (di sinistra) erano politicamente dialoganti, ma severi in fatto di studio delle loro materie ed altrettanto severi nel pretendere il rispetto, da parte nostra, di chi avesse opinioni diverse.
Le nostre manifestazioni (e ne ho fatte tante) erano "chiassose" ed infarcite di "slogan rivoluzionari", ma mai violente. Venivano coordinate da un servizio d'ordine rigoroso, gestito da studenti più anziani delle varie rappresentanze politiche, molto attento a che i minorenni (i "ginnasiali") non si trovassero esposti agli eventuali pericoli delle "prime file" dei cortei.
Ricordo che un giorno si avvicinò al nostro corteo una colonna con striscioni di "lotta comunista".... subito il servizio d'ordine (quella volta gestito da "figiciotti") radunò noi ginnasiali e ci pose in coda al corteo. Chiesi spiegazioni ed una ragazza del servizio d'ordine mi rispose: "sono violenti, sono così a sinistra che sono a destra"... quella frase mi è sempre rimasta impressa: allora non capii, ma adesso il significato mi è chiaro.
Polizia (schierata con gli scudi alzati) ne ho vista tanta, gli gridavamo di tutto e di più, ma di scontri come quelli che vedo oggi nei TG, francamente non ho memoria.
Non deviavamo dai percorsi stabiliti e non cercavamo di sfondare i cordoni del "celerini"
Nei nostri cortei c'eravamo solo noi studenti, non c'erano "infiltrati" da università o centri sociali.
Di "occupazioni", in cinque anni, ne ho fatte un paio e sono durate poco.
Si andava alla Palazzina Liberty, a vedere gli spettacoli di Dario Fo e Franca Rame, e si respirava un clima certamente di sinistra, ma tollerante, libero, fatto di discorsi seri e di una satira pungente ma rispettosa, elegante.

Giravo tranquillamente a piedi per Milano con l' "eskimo", a qualsiasi ora, e la città era molto, ma molto più sicura di quanto non lo sia oggi.

Poco o nulla di ciò che vedo oggi mi richiama alla memoria quei tempi: gli spaventosi eccessi degli "anni di piombo" erano confinati ad episodi eclatanti, ma non diffusi nella collettività generale (anzi, fermamente condannati da tutti gli schieramenti politici, senza distinzioni).
E la stessa classe politica di allora trova un rappresentativo "affresco" di civiltà nell'episodio in cui Almirante si presentò alla camera ardente di Enrico Berlinguer, ricevuto da Nilde Jotti e Giancarlo Pajetta, per "rendere omaggio ad un uomo onesto"..

Oggi, passata ormai la sessantina, sogno una società in cui ciascuno di noi sia pronto a battersi per difendere il diritto ad esprimersi liberamente di chi la pensa diversamente.

Senza questo basilare principio di civiltà, si cade nella dittatura (sia essa fascista o di altro genere).
emoemoemo
Sbaffone 12-05-24 15.59
Beh insomma qui negli anni di piombo se incontravi gruppi della fazione opposta erano cazzi,e di sera non era di certo tranquillo, ricordo che al liceo dove andavo i primi anni spesso c’era il cellulare della polizia fuori all’entrata e scioperi a gogo, oggi impensabile
stesgarbi 12-05-24 18.07
@ Sbaffone
Beh insomma qui negli anni di piombo se incontravi gruppi della fazione opposta erano cazzi,e di sera non era di certo tranquillo, ricordo che al liceo dove andavo i primi anni spesso c’era il cellulare della polizia fuori all’entrata e scioperi a gogo, oggi impensabile
Io scorrazzavo tranquillamente in centro, tra Duomo e San Babila.... mai successo nulla.
Ovviamente, se vedevi un gruppetto di gente col "loden" non era il caso di andarli ad importunare emo
Si andava tardi alla Centrale per le sigarette, quando finivano e i Tabacchi erano chiusi.... tranquillo. (al massimo ci trovavi il solito "fatto" che con la bocca impastata biascicava: "Ehi... scusa...caaaz... c'hai della moneta?".
Si vedevano in giro i cellulari della "pula" ma se ne stavano là, fermi, e non c'erano scontri.
Di scioperi e manifestazioni studentesche ce n'erano, si, ma non così violente.

La MIlano di oggi, più che "da bere".... è da incubo, soprattutto a certe ore.

Enrico58 13-05-24 20.22
@ stesgarbi
Io scorrazzavo tranquillamente in centro, tra Duomo e San Babila.... mai successo nulla.
Ovviamente, se vedevi un gruppetto di gente col "loden" non era il caso di andarli ad importunare emo
Si andava tardi alla Centrale per le sigarette, quando finivano e i Tabacchi erano chiusi.... tranquillo. (al massimo ci trovavi il solito "fatto" che con la bocca impastata biascicava: "Ehi... scusa...caaaz... c'hai della moneta?".
Si vedevano in giro i cellulari della "pula" ma se ne stavano là, fermi, e non c'erano scontri.
Di scioperi e manifestazioni studentesche ce n'erano, si, ma non così violente.

La MIlano di oggi, più che "da bere".... è da incubo, soprattutto a certe ore.

Leggendo le tue descrizioni riconosco anch'io il mio passato liceale
X liceo scientifico via cagnola (MI)
Penso uno dei più "rossi" di Milano
Io ovviamente eskimo e clark, dall'altra parte Loden e Barrows
Occupazioni, cortei, manifestazioni chiassose colorate ma mai violente
Pulotti presenti ma molto raramente fisicamente, anche perchè nessuno di noi cercava nè di sfondare, ne di denigrare, nè di romper nulla
Ma quando scrivi "scorrazzavo tranquillamente in centro, tra Duomo e San Babila"
Humm
San Babila, sicuro?
Per i miei tempi era proibito se ti beccavano i fighetti minimo erano insulti...
Comunque è interessante leggere le Vostre opinioni
La paura mia è il disinteresse della politica
Nel contempo il generale assemblando una serie di luoghi comuni, frasi evocative concordo ha venduto oltre 300.000 copie
Significa che oltre al disinteressamento "là fuori" c'è rabbia, tensione spesso sorelle di invidia e ignoranza
Ma c'è
Ed è tanta
E se esplode?
Scusate lo sfogo

stesgarbi 13-05-24 22.47
Enrico58 ha scritto:
San Babila, sicuro?
Per i miei tempi era proibito se ti beccavano i fighetti minimo erano insulti...

Mah... a me (fortunatamente) non capitava. Non dubito che vi siano stati episodi, ma non percepivo un clima di violenza generalizzato..
Abitavo in un grande condominio e lì tra ragazzi ci si conosceva tutti.
In quel condominio (ci abitava la madre di Franceschi) c'erano alcuni "fasci" conclamati, i quali conoscevano le mie opinioni politiche e.... niente... se ci incontravamo ci salutavamo, io gli facevo il "pugno" e loro mi rispondevano alzando il braccio... ci si prendeva reciprocamente per i fondelli. Poi magari ci ritrovavamo nel campetto condominiale a giocare a pallone.
Insomma, in generale non c'era tutto quell' odio e quell'intolleranza che vedo oggi.
Forse perchè, tra i ragazzi "comuni" di allora (come me) la politica aveva la sua importanza... ma non si viveva per quella, non occupava tutti i nostri pensieri.
"Bella Ciao" la cantavamo in pullman alle gite parrocchiali (mai cantata in corteo), mentre alle manifestazioni intonavamo tranquillamente Battisti.
Nel mio liceo di "mangiapreti" (il Berchet) ho avuto un prete come prof. di Italiano e Latino e nessuno si è mai permesso di mancargli di rispetto.
Il prof. di religione era di sinistra e ci teneva lezioni di filosofia stupende.
Mia zia di Firenze, laureata in teologia ed insegnante di religione, con tanto di dispensa vaticana, era iscritta al PCI con tanto di tessera.
Insomma, non c'era tutta questa "esasperazione bipolarista" che mi pare di vedere oggi.
E poi si parlava, si discuteva, ci si confrontava.... e si studiava, si approfondiva. Oggi mi sembra di vedere tanta confusione e ignoranza.

Enrico58 ha scritto:
Significa che oltre al disinteressamento "là fuori" c'è rabbia, tensione spesso sorelle di invidia e ignoranza

Dario Fo diceva che "la Storia la fanno i Popoli e la scrivono i padroni"
Nella moderna demos kratia, Il Popolo delega una classe politica a governarlo, ma se i "manovratori" sbagliano si dà la colpa al "popolo bue".
Ignoranza (in particolare della Storia) piuttosto ne vedo tanta in quell'accrocchio di "contestatori della domenica", sempre gli stessi, buoni per tutte le stagioni. E ne sento tanta pure nei discorsi di certi "intellettuali da Talk Show".
E chi ha a cbe fare con il problema dei soldini che non bastano, difficilmente prova invidia per certi "lussi".
Piuttosto vedo rabbia e tensione (oltre alla rassegnazione di chi non va più a votare) che sfocia nell'insofferenza per un mondo che ormai vive in torri d'avorio, lontano dai problemi quotidiani della gente comune, moraleggiando su concetti "politically correct", "talebanismi woke", "ambientalismo utopistico", "astrattismo genderfluid"... predicando "democrazia" e finendo per giustificare (anche con il silenzio) chi impedisce a qualcuno di parlare... in nome della democrazia .

Vannacci e le sue tesi sono il sintomo... la malattia (grave) riguarda una classe politica.
d_phatt 14-05-24 22.13
Lavoro con la pubblica amministrazione e lavoro e ho lavorato spesso con il ministero della Difesa e i militari (e no, non costruisco armi, né sistemi di puntamento dei missili, per fortuna). Ne ho conosciuti molti, tra cui parecchi ufficiali anche di alto grado, sebbene per la maggior parte in fugaci esperienze di lavoro, quasi sempre però estese a più giorni. Non ne ho ancora conosciuto uno con l'atteggiamento che ha Vannacci (grazie al cielo), né nessuno di loro ha mai detto o si è mai lasciato scappare un commento alla Vannacci, neanche a porte chiuse. Non saranno stati tutti stinchi di santo, ma nella grande maggioranza dei casi ho avuto a che fare con persone di estrema gentilezza e grandi umanità e cultura. Poi un conto è avere collaborazioni professionali, un altro è vivere l'esperienza dall'interno, ma io non darei a Vannacci la scusante della provenienza dall'ambiente militare.
wildcat80 14-05-24 23.06
@ d_phatt
Lavoro con la pubblica amministrazione e lavoro e ho lavorato spesso con il ministero della Difesa e i militari (e no, non costruisco armi, né sistemi di puntamento dei missili, per fortuna). Ne ho conosciuti molti, tra cui parecchi ufficiali anche di alto grado, sebbene per la maggior parte in fugaci esperienze di lavoro, quasi sempre però estese a più giorni. Non ne ho ancora conosciuto uno con l'atteggiamento che ha Vannacci (grazie al cielo), né nessuno di loro ha mai detto o si è mai lasciato scappare un commento alla Vannacci, neanche a porte chiuse. Non saranno stati tutti stinchi di santo, ma nella grande maggioranza dei casi ho avuto a che fare con persone di estrema gentilezza e grandi umanità e cultura. Poi un conto è avere collaborazioni professionali, un altro è vivere l'esperienza dall'interno, ma io non darei a Vannacci la scusante della provenienza dall'ambiente militare.
Io appartengo all'ultima generazione che ha fatto la visita dei 3 giorni.
È stato un breve ma intenso spaccato di vita militare.
Tanto per cominciare, l'esordio è stato: chi è frocio faccia un passo indietro.
Poi il trattamento riservato ai riformati è stato proprio livello cari disabili voi non siete normali.
Anno 1999.
d_phatt 14-05-24 23.34
@ wildcat80
Io appartengo all'ultima generazione che ha fatto la visita dei 3 giorni.
È stato un breve ma intenso spaccato di vita militare.
Tanto per cominciare, l'esordio è stato: chi è frocio faccia un passo indietro.
Poi il trattamento riservato ai riformati è stato proprio livello cari disabili voi non siete normali.
Anno 1999.
Non ne dubito, queste cose non sono un mistero. Io non ho mai fatto il militare. Penso che molto sta anche nel modo di porsi di ognuno, forse per gli ufficiali è diverso. Personalmente in anni di lavori e moltissime giornate lavorative passate dentro le caserme non ho mai sentito un commento del genere, neanche alla mensa o al bar, né tantomeno una presentazione pubblica simile a quella che descrivi.

In ogni caso un comportamento del genere a determinati livelli è veramente inaccettabile.
stesgarbi 15-05-24 00.22
d_phatt ha scritto:
non darei a Vannacci la scusante della provenienza dall'ambiente militare.

Concordo.
Secondo me Vannacci "piace" perchè il suo pensiero si rispecchia in molti discorsi che sento nei bar (o leggo nei commenti sui social).
Volendo fare una "supersintesi", il Generale sostanzialmente afferma che: "La nostra società oggi è confusa, decadente, smidollata, senza disciplina, perchè ha perso gli antichi valori di una volta ed ha ribaltato il mondo (appunto, al contrario) sovvertendo le buone tradizioni e rinnegando la nostra essenza italiana".
Vannacci è certo consapevole che vi sono non poche persone, tra quelle oggi "silenti" (che non votano) e pure tra coloro che alle urne ci vanno ancora, che la pensano come lui ma non lo dicono in pubblico "perchè in Italia, se ti esponi troppo, chissà cosa ti può capitare" oppure "perchè non voglio fare la figura del pesciarolo ignorante", oppure "perchè non so se il mio capo poi se la prende" .ecc. ecc. .
Un po' come avveniva nella prima repubblica, quando pochi ammettevano di votare DC e molti giuravano di non votarla.... ma poi la DC era stabilmente su percentuali intorno al 30% .

Vannacci è molto abile a giocare sul "detto e non detto", sui "distinguo" e sulle capziosità lessicali.

Ora, io penso che addirittura "rinnegare" le proprie tradizioni sia sbagliato, se non altro per l'assunto che "amare gli altri implica amare anche sè stessi". D'altronde gli altri popoli non rinnegano le proprie radici ed il principio di accoglienza comporta l'accettazione delle diverse culture (ovviamente con il limite del rispetto dei diritti garantiti dalla nostra Costituzione). Dunque, non si vede perchè nell'accettare le culture degli altri, noi dovremmo rinnegare le nostre.
Integrazione significa accettazione reciproca, che porta ad una convivenza armonica di persone, culture e tradizioni differenti nella stessa comunità.

Da qui, però, ad affermare che tutto ciò che è minoranza "non è normalità" ce ne corre... e ce ne corre molto.

A parte il fatto che cultura e tradizioni non sono mai statiche, ma si evolvono col tempo, Vannacci commette un grossolano errore anche sul piano logico-semantico.
Infatti, non esiste su questo pianeta una comunità dove non sia presente una minoranza di qualche tipo (etnico, religioso, sociale, culturale, politico ecc. ecc.). La stessa (meravigliosa) "biodiversità" insita nell'essere umano non lo consentirebbe .

Cos'è, dunque, la "normalità" ?
Non certamente una società dove tutti sono fatti con il medesimo "stampino" .
Semmai "normale" è una società dove esistono le minoranze.
Ne deriva che le minoranze, di qualsiasi tipo, fanno parte della normalità, concorrendo esse stesse alla formazione di una comunità "normale".
Una comunità senza minoranze, invece, costituirebbe un qualcosa di anomalo.... di "anormale".

Noi stessi Italiani, con la nostra cucina, il bel canto e la nostra Arte, a ben vedere siamo una minoranza nella grande comunità degli esseri umani nel mondo.

E poi, cosa intendiamo per "italiano normale"? Un'atleta che ama l'Italia, vince medaglie sventolando orgogliosa la nostra bandiera è abbastanza italiana?.... o deve avere anche "requisiti somatici"?.... suvvia, lo si capisce che il messaggio subliminale di Vannacci, al di là dei "distinguo" e delle "contorsioni semantiche", è rivolto al crescente pregiudizio verso gli immigrati.
Ecco, proprio su questi "equivoci voluti" gioca il Generale.

Vannacci propone un modello di "ritorno alla buona, antica società di una volta".
Un concetto che non esito a definire "reazionario", il quale tuttavia, purtroppo, nasce dall' altrettanto insensato lassismo di una classe politica (e intellettuale) che per troppo tempo ha governato ignorando le problematiche sociali quotidiane del "cittadino comune", spesso additato come un "povero ottentotto" (per dirla con il Berchet):
Ilaria_Villa 16-05-24 15.17
@ wildcat80
Io appartengo all'ultima generazione che ha fatto la visita dei 3 giorni.
È stato un breve ma intenso spaccato di vita militare.
Tanto per cominciare, l'esordio è stato: chi è frocio faccia un passo indietro.
Poi il trattamento riservato ai riformati è stato proprio livello cari disabili voi non siete normali.
Anno 1999.
emoemoemo