@ zerinovic
in un mondo dritto si dovrebbe insegnare l’accettazione di se stessi, e il rispetto altrui, invece l’unica cosa che viene promossa è l’opposto. con il risultato che le vittime diventano carnefici anche più crudeli in nome di una giustizia ma ..in assenza di morale.
Mala tempora currunt.....
Concordo .
Nel nostro Paese, stiamo assistendo ad una recrudescenza di toni ed atteggiamenti (per certi versi inspiegabile, se non nella logica di uno scontro di potere tra destra e sinistra) tendenti ad un preoccupante livello di inciviltà, laddove le tifoserie vengono eccitate ed istigate alla violenza, all'intolleranza, all'insulto gratuito ed al rifiuto pregiudiziale di ascoltare le ragioni dell'altro.
Ai miei tempi (seconda metà degli anni '70) c'era il terrorismo - di destra e di sinistra -, gli omicidi... ma ricordo che si respirava un clima di maggiore tolleranza e libertà.
Nel mio liceo "rosso" erano rappresentate forze politiche anche "governative" (C.L., Repubblicani, Socialdemocratici) i cui rappresentanti intervenivano alle assemblee (magari "infuocate nei toni", ma mai violente) senza che che a qualcuno venisse in mente di impedirgli di parlare.
Gli stessi Prof (di sinistra) erano politicamente dialoganti, ma severi in fatto di studio delle loro materie ed altrettanto severi nel pretendere il rispetto, da parte nostra, di chi avesse opinioni diverse.
Le nostre manifestazioni (e ne ho fatte tante) erano "chiassose" ed infarcite di "slogan rivoluzionari", ma mai violente. Venivano coordinate da un servizio d'ordine rigoroso, gestito da studenti più anziani delle varie rappresentanze politiche, molto attento a che i minorenni (i "ginnasiali") non si trovassero esposti agli eventuali pericoli delle "prime file" dei cortei.
Ricordo che un giorno si avvicinò al nostro corteo una colonna con striscioni di "lotta comunista".... subito il servizio d'ordine (quella volta gestito da "figiciotti") radunò noi ginnasiali e ci pose in coda al corteo. Chiesi spiegazioni ed una ragazza del servizio d'ordine mi rispose:
"sono violenti, sono così a sinistra che sono a destra"... quella frase mi è sempre rimasta impressa: allora non capii, ma adesso il significato mi è chiaro.
Polizia (schierata con gli scudi alzati) ne ho vista tanta, gli gridavamo di tutto e di più, ma di scontri come quelli che vedo oggi nei TG, francamente non ho memoria.
Non deviavamo dai percorsi stabiliti e non cercavamo di sfondare i cordoni del "celerini"
Nei nostri cortei c'eravamo solo noi studenti, non c'erano "infiltrati" da università o centri sociali.
Di "occupazioni", in cinque anni, ne ho fatte un paio e sono durate poco.
Si andava alla Palazzina Liberty, a vedere gli spettacoli di Dario Fo e Franca Rame, e si respirava un clima certamente di sinistra, ma tollerante, libero, fatto di discorsi seri e di una satira pungente ma rispettosa, elegante.
Giravo tranquillamente a piedi per Milano con l' "eskimo", a qualsiasi ora, e la città era molto, ma molto più sicura di quanto non lo sia oggi.
Poco o nulla di ciò che vedo oggi mi richiama alla memoria quei tempi: gli spaventosi eccessi degli "anni di piombo" erano confinati ad episodi eclatanti, ma non diffusi nella collettività generale (anzi, fermamente condannati da tutti gli schieramenti politici, senza distinzioni).
E la stessa classe politica di allora trova un rappresentativo "affresco" di civiltà nell'episodio in cui Almirante si presentò alla camera ardente di Enrico Berlinguer, ricevuto da Nilde Jotti e Giancarlo Pajetta, per "rendere omaggio ad un uomo onesto"..
Oggi, passata ormai la sessantina, sogno una società in cui ciascuno di noi sia pronto a battersi per difendere il diritto ad esprimersi liberamente di chi la pensa diversamente.
Senza questo basilare principio di civiltà, si cade nella dittatura (sia essa fascista o di altro genere).