@ filigroove
Ultimamente sono molto meno bacchettone, soprattutto perché so quanto è difficile trovare un posto nel mondo suonando. Perciò Rondò Veneziano? Rispetto, hanno avuto un’idea, ci hanno creduto, ha funzionato. Mi interessano? No, ma sono sicuro che qualcuno sarà stato bene ascoltando quella roba.
Altro esempio: Allevi? Rispetto, ha avuto un’idea, ci ha creduto, ha funzionato. Qui devo aggiungere che ha funzionato troppo e qualche inesperto (comprese personalità pubbliche) l’hanno preso sul serio, pensando che facesse veramente “musica seria” (o “classica” come dice lui), quando in un paese con un po’ più di cultura sarebbe stato chiaro che si tratta di una mossa commerciale, un modo per creare il personaggio.
In quanto al jazz, è come la satira, non ci sono tabú. Devi osare, devi dissacrare, è nello spirito, altrimenti di che si parla? Il risultato è controverso quasi sempre, ma fa parte del gioco.
Io la penso come te. Però da chi suona jazz, dal momento che ritengo anteponga la passione al ritorno economico, mi aspetto di più o meglio credo che lui possa dare di più.
Ma "uno vale uno", in politica il ragionamento mostra i suoi limiti, ma in musica è sacrosanto, è il mio personale giudizio.