@ giosanta
raptus ha scritto:
Pochi suoni ma buoni è la strada giusta e Yamaha per ora è a metà...
Nella logica del "pochi ma buoni", puoi spendere una parola di più sui Rhodes della Ottantotto?
Anche chiunque altro, purché si parli della ottantotto.
Rhodes: la pasta sonora è buona, molto Yamaha, quindi con una buona attenzione alla componente media e medio alta. Si sente bene il "legno", come dico io, quella parte ruvidina che spinge verso il "bark". Però il controllo dinamico sulla 88 non è da piano elettrico (ancora meno sulla 73), trovo infatti che le estremità dinamiche siano troppo facilmente (e nel mio caso involontariamente) raggiungibili: forse a qualcuno piace, forse è voluto. A differenza di quanto avevano ottenuto con la serie 5/50 e 4/40 qui sono abbastanza udibili i velocity switch, in modo particolare sul "funky 75", che spacca decisamente troppo presto. Sembra quasi che abbiano voluto rimediare al fatto che nella serie precedente nella parte acuta i Rhodes erano un po' fermini e probabilmente uscivano poco live per i soli (opinione confermata da un collega possessore di cp5, cp4 e Nord Stage Classic). Il migliore e l'unico che userei è il "78" che per lo meno è molto equilibrato e ha una buona tine. Il "73" è nasale e anch'esso ricorda qualche registrazione storica.
Paragonando come sempre a Nord (che in questo campo, a ragione, la fa ancora da padrona) direi che gli Svedesi si sono impegnati di più nel farti suonare un suono di Rhodes come suoneresti un Rhodes in rapporto alla meccanica: anche la non bella tp100 di un Nord Stage 3 76 rende meglio, nonostante sia faticosa e neppure paragonabile alle meccaniche Yamaha.
Sia chiaro che io parlo da suonatore, un ascoltatore probabilmente direbbe Wow che bel Rhodes, cioè i campioni di per sé sono belli.
Ho sempre avuto l'impressione che Yamaha privilegi l'uso "pianistico classico" dei piano elettrici, mi spengo meglio: un Rhodes vero lo puoi trattare come un acustico, i risultati sono diversi ma puoi farlo, però puoi anche "ascoltarlo" e lui ti porta a fare cose un po' diverse (vuoi per il suono, vuoi per la meccanica). L'unico strumento digitale che ti spinge in questo senso è il Seven, il Seven è praticamente un Rhodes. Però anche i Nord hanno questa tendenza, o meglio, se sei abituato a un vero Rhodes ti ci ritrovi. Yamaha non così tanto, da sempre è così, dai tempi del pur ottimo "EP '74" dell'S90/Motif. Lo senti e pensi è uguale al '75 che ho in garage, lo suoni e... no.
Però in vista di acquisti, provare di persona, perché io ho dato le mie impressioni da maniaco del Rhodes, che cerca "quello", ma c'è chi, da pianista abituato all'acustico esclusivamente, magari odierebbe i miei Rhodes veri e preferirebbe Yamaha a Nord o al Crumar.