mima85 ha scritto:
Ho una Honda Civic del 2000, la possiedo da 12 anni (comprata usata), ancora oggi va come un violino e me la tengo stretta finché non mi molla con i pistoni per terra.
Auto giapponesi e di quel periodo sono tra le più longeve.
Oggi, solo per fare un esempio: tra start and stop, adas e compagnia bella, ad blue, filtro antiparticolato, volano bi-massa, devi farti il segno della croce. Se devi cambiare la batteria spendi il doppio rispetto a prima (e devi recarti in officicina per farlo) idem per il gas del clima (costo doppio). Ti si fotte un radar e ce l'hai in un piede. In passato nessuno sapeva cosa fosse rifare la frizione e nel caso non era un bagno di sangue peraltro magari non dopo soli 80.000 km.
Negli ultimi 10 anni alle auto hanno aggiunto solo minchiate.
Freno a mano a pulsante, luci e tergi automatici ecc.
Recensioni a sparare minchiate sulla nuova firma luminosa (i fari) e sul nuovo badge (lo stemma del marchio) ma soprattutto sul sistema multimediale pieno di schermi che diventeranno neri.
Calandrone di plasticaccia anche su vetture premium. Superfici dell'abitacolo in nero lucido che si rigano appena le guardi. Grigliette di plastica posticce attaccate ai paraurti. Finti scarichi, finte prese d'aria, stereo che ti fa sentire il rumore di un v8 a bordo di un 6 cilindri diesel.
Mi viene in mente Mauro Biglino: "Facciamo finta che"
Negli anni '90 la gobba sul cofano della Clio 1.8 16v (e poi della Williams) non era "facciamo finta che"
Mima, visto come suoni, per te ci vorrebbe una Honda Concerto.
mima85 ha scritto:
Questo stato di cose deve finire, ma finché le aziende continueranno ad essere incentivate da noi stessi consumatori a comportarsi così, non cambierà nulla. Il potere per fargli cambiare direzione ce l'abbiamo in mano noi, dobbiamo solo usarlo.
Sulla obsolescenza programmata nicchiano. Insieme all'acqua sporca ogni volta buttiamo il bambiniello. Però rompono il belino con la transizione all'elettrico. Impatto zero un paio di palle, tanto per cominciare le auto pesano 3 quintali in più. Sull'estrazione delle materie prime sarà una speculazione ad impatto zero finché i primi furbi non si saranno arricchiti. Dopo emergerà il problema dell'ecosostenibilità in fase di estrazione e in fase di smaltimento.
Anche se esistesse un processo etico, questo verrà puntualmente by-passato nell'ottica del massimo profitto.
Per ridurre l'inquinamento assumiamo persone che son costrette ad andare al lavoro in bici percorrendo strade statali indossando gilet arancioni per non essere presi sotto. Prevedo che con la forza che dimostrano questi giovani ragazzi, prima o poi ci faranno il mazzo e i ruoli si invertiranno.
A proposito di rifiuti: Io personalmente nel quotidiano inquino prevalentemente consumando acqua nelle bottiglie di plastica, non so voi. Quella sarebbe una delle prime voci da abolire. Se di detersivo butto 6 bottiglie l'anno, di acqua il consumo è 100 volte tanto.
È il concetto di riparabilità che si è perso, di costruzione modulare.
A questo imporrei quello di standardizzazione. Fammi pagare il doppio una lavatrice. Dimmi che il tal pezzo dura 5 anni, ma mettimi un display che mi dica cosa devo far sostituire al tecnico o, se me la sento, cosa posso sostituire io. Non si può buttare il 100% del volume per un 5% di parte danneggiata. Intanto, ormai quanti elettrodomestici si producono qui? Arriva un bancale dall'oriente e il resto è solo movimentazione. Su una lavastoviglie importata che a noi clienti costa 300€ quale sarà il margine che rimarrà ai lavoratori italiani?
Una volta di un prodotto trovavi i ricambi per decenni. Ora acquisti un prodotto e dopo pochissimo i ricambi diventano una chimera.
Compro gli spatzle in un supermercato. Vedo involucro in cartone e la scritta: nuovo imballo ecologico. Lo apro e ... dentro trovo l'imballo in plastica!!!
Raga, il marketing è a livelli infimi, idem l'informazione.