@ divicos
Certo! E’ quello che cercavo di dirti! I confronti con il passato, sia artistici sia in termini di ricezione e successo, sono impossibili da fare.
Il mercato discografico è cambiato enormemente, una volta per ascoltare musica dovevi per forza comprare il disco, oggi no, non li compra più nessuno. Ormai il successo di un brano si misura così, sul digitale, non sulle vendite dei supporti! E il guadagno con diritti di riproduzione e royalties pure lì sta.
E’ anche il motivo per cui le vendite necessarie ad ottenere le varie certificazioni (disco d’oro, di platino, etc..) sono state ritoccate pesantemente al ribasso negli anni.
Ma annoiati o meno, sono pur sempre milioni di click. Una platea di pubblico che i grandi del passato, tutti, costruivano in anni, non in giorni come ora.
Onestamente non me la sento di dire che i quasi due miliardi (!) di ascolti che ha Bad Guy solo su Spotify, tralasciando tutte le altre piattaforme, valgano meno dei 25 milioni di copie che ha venduto Thriller il primo anno. Sono stati entrambi un successo pazzesco, ognuno commisurato alla propria epoca.
Il vero banco di prova sarà il tour, quando si riuscirà a farlo..
Non sono completamente d'accordo.
La musica, come 20 anni fa, la ascoltano tre categorie di persone:
1) I giovani perché da giovani si ascolta più musica in generale
2) Gli appassionati
3) I casuali, quelli che accendono per caso la radio
I dischi che dici non vengano più venduti al contrario secondo me sono molto più apprezzati, vedi il vinile per gli appassionati (categoria 2) oppure gli abbonamenti alle piattaforme streaming (categoria 1).
Io vent'anni fa appartenevo alla generazione Napster, non avevo soldi manco per cd originali, le musicassette costavano una cifra, sono figlio dell'epoca della pirateria.
Adesso invece c'è una controtendenza, c'è molta più gente disposta a pagare per la musica!