Facciamo il punto sul Prologue.
È una figata pazzesca.
Andiamo con ordine.
La qualità costruttiva c'è, soprattutto la tastiera è veramente piacevole, e i vari controlli solidi e stabili; i piccoli Mono e Mini non sono così, in particolare il potenziometro del cutoff del Mini bastava sfiorarlo per trovarsi il filtro completamente aperto.
La tenuta dell'intonazione è buona, non serve necessariamente lasciarlo scaldare, al massimo un colpo di calibrazione dopo una mezz'ora ed è a posto.
Come suona: bene. Già i presets sono stupefacenti.
Dico stupefacenti perché mediamente sfogliare i presets di un synth attuale è un bagno nell'amarezza totale.
Si vede che hanno voluto dargli un taglio diverso rispetto ai Mono e Mini, anche l'XD che è la sua versione baby (più o meno) non ha la stessa libreria di patch, come se li avessero pensati per utenze differenti. Già il fatto di non avere step sequencer la dice lunga.
C'è di tutto. Si parte con dei brass in stile CS80 (che suonati dalla NC2X con aftertouch diventano poesia), e si attraversano 50 anni di sonorità sintetiche adatte ad ogni circostanza, dagli albori (lead auto oscillanti e "Goom" inclusi) ai giorni nostri, passando per le sonorità digitali evocative di DX7, D50 (sì, anche quello, mettendo l'oscillatore digitale dopo il filtro si ottengono sonorità che ricordano la sintesi LA), Digital Waves di casa e anche reminescenze waldorfiane di wavetables e filtri analogici.
Una delle critiche più feroci fatte al Prologue è quella di avere un solo filtro a 2 poli, un po' come l'Ob6.
Non è un problema. Il filtro suona molto bene, ha un suo carattere ben definito: riesce a essere tanto morbido quanto lancinante, la risonanza (ben compensata) e l'overdrive a 2 stadi si sposano alla perfezione. Nulla a che vedere col filtro del Mini originale, che appena superavi il 25% di risonanza sotto spariva tutto.
Gli effetti presenti sono di buona qualità, da segnalare clonazioni digitali di diversi mostri sacri del passato: chorus/ensemble di casa Korg, chorus trifase perfetto per le strings machine, e varie stomp iconiche ricreate in digitale.
La programmazione: semplicissima. Tutto lì, serve un minimo di menù diving per la modalità multitimbrica, per alcune modulazioni, e per parte dell'editing dei vari user oscillators, ma è un discorso a parte.
Molto utile il reminder sul tasto shift: se si tiene premuto, a display compaiono tutti i vari shortcut.
La programmazione è semplice perché la struttura voce è basica: due (tre) oscillatori (con hardsync, ring modulation e cross modulation, un filtro passa basso risonante e auto oscillante, un low cut/high pass inseribile ma non parametrico, due inviluppi modulabili da velocity e aftertouch (quello del filtro assegnato di default al pitch, si possono fare i brass anni 80), un LFO indirizzabile in maniera esclusiva (pitch, wave shape o cutoff), un effetto di modulazione e una unità delay/riverbero.
Altra critica feroce: manca un secondo LFO.
Vero, verissimo, ma... Con la crossmod centellinata si ottengono degli ingrassamenti mica da ridere, il vibrato può essere pilotato da uno degli effetti di modulazione, e infine esistono user oscillator con due oscillatori e 2 LFO per oscillatore destinabili a pitch e wave shape... Ne ho installato uno gratuito, non fa rimpiangere i VCO, è ben modellato.
Ebbene, user oscillator.
A bordo ce ne sono tre: noise generator, FM (VPM), DWGS.
Con questi già si fanno cose interessanti, dalle emulazioni DW8000 al Rhodes del DX7, passando per il falso wave scanning sulle DWGS...
Io volendo più che altro prendere visione di quel che c'è in giro ne ho installato alcuni gratuiti, fra cui un Super Oscillator che mette a tacere il JP8000 con le Super Saw, Tri e PWM a 10 forme d'onda (5+5) con il secondo stack intonabile ad intervalli fino all'ottava... CONTINUA
Roland Fantom 07, Korg MoDWave, Behringer UB XA, MacBook Pro 2015, Yamaha AG03