claudio101 ha scritto:
poi, appunto, sono arrivati i critici che, ai soli fini di mercato, hanno fondato i dettami della "nuova" percezione visiva, fissandone il discrimine dall'alto (?) delle loro cattedre
Voglio solo farti notare che anche la scuola di pensiero di quelli che sostengono che la capacità di riconoscere il bello sia innata fa la stessa, identica cosa: cerca di imporre dall'alto la propria visione estetica, etichettando chi che non la pensa così al ruolo di babbeo, massa incolta, ecc..
Anche io in passato mi sono occupato un po' di Estetica, sperando di trovare la regoletta che mi desse certezze su cosa è bello e cosa è brutto e perché, ma confesso di aver gettato la spugna, è una questione troppo complessa e ogni volta che ti sembra di aver trovato la strada trovi l'eccezione che palesemente la smentisce.
Quindi, sì, per quanto possa sembrare banale e/o sconfortante alla fine contano solo i gusti personali, che sono mix di educazione, cultura, stati d'animo, inclinazioni naturali e chi più ne ha più ne metta.
A che la pensa come te e Cyrano chiedo: dove la mettete l'asticella del bello naturale, quella oltre la quale una certa musica non vale la pena di essere ascoltata?
Vi elenco alcuni autori, provate, se volete, a rispondere sì/no/perché
- Bruckner
- Talking Heads
- Hindemith
- Ornette Coleman (come epitome del free jazz)
- Messiaen
- Pantera
- Talk Talk
- De André
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