@ vin_roma
Io sto pensando che la troppa divulgazione, il facile accesso, il fatto che ognuno può permettersi il meglio ...alla fine abbia diluito le capacità ed annacquato le pretese.
Dovrebbe essere un bene poter avere a disposizione tutte le informazioni che la rete ci offre ma dovremmo vedere geni ad ogni angolo di strada...
Avessi avuto You Tube ai miei tempi! Avessi avuto la possibilità di "confrontarmi" con Horowitz, Gulda, di seguire i tutorial di qualsiasi genere musicale avessi voluto affrontare.
E invece no, ai miei tempi certe cose dovevi averle dentro e dovevi passare tanto tempo a costruirle e rinforzarle e si diventava un fuoriclasse da imitare.
Di chi suona oggi cosa si dice? Bravi, tecnicamente preparati, meglio degli strumentisti di anni fa ...ma raramente sanno inventare qualcosa. Chissà, forse proprio il fatto di vedere troppa roba fa perdere la bussola perché non si è più a contatto con le proprie possibilità ma si perde tempo ad imitare quelle degli altri credendo che così facendo si possa poi dire qualcosa di personale.
Mi pare di no, chi in passato costruiva era solo nel suo piccolo mondo, studiava lo strumento con le proprie capacità, non imitando gli altri se non con gran fatica smozzicando con impegno i solchi dei vinili e se si riusciva a dire qualcosa non si era influenzato più di tanto e quindi se si usciva ...nasceva una personalità.
Mi son fermato giorni fa a vedere per qualche minuto uno di questi reality con gli aspiranti artisti, forse era sulla RAI.
Era un momento in cui a questi "bellocci" aspiranti cantanti venivano assegnate le canzoni da imparare per l'esibizione.
Ho sentito subito che stavano fuori strada.
Non è così che si diventa qualcuno, non è con i tatuaggi alla moda, con le sopracciglia dei maschietti curate a mo' di femminuccia, non è sembrando dei divi e vivendo gli "esami" di vita in un ambiente così falso e coccoloso come quello di un reality che si può crescere artisticamente.
Non sarai mai Zero o Dalla, Guccini o Daniele se non usi il tempo per studiare e capire te stesso, se non cammini per strada e ti innamori delle cose che incontri, se non sbatti contro le porte chiuse e, nonostante questo, riesci a mantenere la tua voglia di esprimere.
Una volta erano relativamente in pochi a farcela, oggi ci si illude che basti l'apparire, l'essere "social", avere i like...
Non è solo la voce o l'essere bellocci, questo può riguardare uno come Scialpi ...se dietro hai soldi e gente che ha conoscenze, altrimenti tocca ave' le palle "vere" e tanta capacità di assorbire la vita e saperla poi raccontare.
La società odierna è molto diversa da quella della nostra gioventù. Abbiamo dovuto sorbirci l'edonismo craxiano e reganiano, anni in cui uno spazzino partecipava ad un quiz televisivo e si presentava col suo "sogno nel cassetto": diventare manager!
Quella è stata la vera involuzione culturale, bastava apparire in giacca e cravatta, con il telefonino in tasca e la Volvo sotto al sedere ed avevi sedato le tue ansie di realizzarti nella vita. E come vediamo, soprattutto dalla TV, i danni sono stati consistenti.
Poi che oggi ci siano molti più spazi e molte più opportunità per fare musica è un bene ma anche un male, perchè nel marasma i buoni emergono a fatica. Come l'automobile: se vai in autostrada contromano fa male, ma se arriva l'ambulanza a soccorrerti fa bene. Col tempo chi ha valore resterà, gli altri spariranno come sono sempre spariti in tutte le epoche.
Cito un esempio dell'involuzione culturale degli anni 80: entro in un negozio di dischi, era il 1988, e vedo un cartello pubblicitario con la faccia di Ian Astbury e la scritta "Cult! il gruppo degli anni 90!". Bene nel 1990 già non se li ricordava più nessuno.
I miti si creano da se, sempre diffidare della pubblicità alla stregua dei ristoranti con le insegne troppo fiche.