@ anonimo
Infatti ho citato quel catalogo Roland per fare un paragone un po' piu' vicino nelle caratteristiche (con le dovute considerazioni rispetto ad epoche diverse).
D10 e D20 avevano case in metallo, keybed gradevolissima. Il D20 inoltre era dotato di sequencer (che da solo costava almeno 40/500 mila lire) e floppy disk (che all'epoca sui synth costava una cifra).
Ma non e' solo questo il punto. Dal D10 al D70 (includendo expander Mt32, D110 e D550) c'era una differenziazione di prodotti, dove ognuno trovava quello piu' indicato alle sue esigenze. Da trecentomila lire a due milioni trovavi in mezzo una nutrita fascia di prodotti intermedi, dove scegliere lo strumento giusto a seconda del compromesso tra necessita' e portafogli.
Adesso c'e' Il FA, l'integra o il Jupiter. La fascia di scelta e' ristretta dai 1000 euro ai 2000 euro. (escludo i Juno perche' sono una versione ritrita di modelli con sonorita' piu' vecchie, come voler collocare gli alpha Juno nel catalogo della serie D).
Oggi se vuoi la tastiera buona devi spendere 2000 euro. All'epoca gia' a 900 mila lire (prezzo del D5) ti davano anche la tastiera, e se non la volevi spendevi 6/700 mila lire e prendevi l'expander.
Se dovessimo paragonarci ad allora, per avere una tastiera buona potevi prendere solo il D50 o il D70, ma il D50 te lo avrebbero dato senza aftertouch (come l'attuale Jupiter 50 da me scartato per questo motivo).
mi trovo d'accordo con te su tutto o quasi.
Il fatto è che è che in rapporto stretto agli stipendi medi i costi degli strumenti musicali si sono mantenuti più o meno equivalenti per segmentazione dell'offerta (TOTL su 3-4 volte lo stipendio medio, middle sullo stipendio medio, e qualcosa in più sulla fascia inferiore c'è). Ma il mercato dell'elettronica da intrattenimento (da cui pescava molto la categoria di strumenti degli anni '80 di cui sopra) si è prosciugato in mille rivoli (videogiochi, smartphone, PC) per cui il guadagno effettivo di una compagnia che fa un prodotto non di nicchia (o meglio non dedicato esclusivamente all'utenza professionale) si è ridotto. Oramai vale tutto per tenere bassi i costi. D'altro canto sta anche a noi fare una selezione del prodotto per keybed e non solo per le funzionalità date dal SW (e che spesso utilizziamo pochissimo).
Certo che il caso Roland è emblematico...Fa0x, Integra, Rd800 e Jupiter 80/50 condividono il medesimo motore sonoro. Come fai a non sovrapporre troppo i segmenti di mercato cecchinandoti da solo i tuoi prodotti? Attraverso una più o meno ampia castrazione delle funzionalità che vanno dai suoni (integra ha tutto tranne il piano di rd800 e la polifonia di Jupiter 80, rd800 ha ottimi piani ed organi ma non ha i suoni di contorno degli altri, e così via) all'hw (jupiter 80 ha un ottimo touch screen grafico con cui l'editing della macchina è veramente veloce, fa0x non ce l'ha ma ha la tastiera pesata e una utile matrice di controllo su pannello, l'app per IOS di integra non è stata più evoluta dopo il lancio altrimenti tanti saluti a Jupiter....). Tradotto... personalmente toglietemi tutto ma non la keybed figa o almeno decente (parafrasando una nota pubblicità)...ma la verità è che un monitor touch vs non touch o lo scatolato metallico al posto di quello in resina o la keybed di plastichina con la corsa corta e senza AT fanno la differenza a livello di costo...mentre le castrazioni a livello di FW segmentano il mercato ma non riducono i costi.
Fondamentalmente se uno deve suonare in modo decente non ce n'è, deve andare su modelli top (qui kurz con la serie pc3le faceva eccezione...ma mi sembra fosse l'unica) e prendere prodotti che abbiano funzionalità decenti di master. Poi via di expander (che non sono ancora defunti per fortuna...gemini, integra7, nord lead 4, blofeld, virus TI2... sono i primi che mi vengono in mente, ma ce ne sono sicuramente altri).