wireless ha scritto:
Il titolo del mio post è sintetico e "volutamente provocatorio". Speravo che molti di voi, come è stato, intervenissero per esprimere il proprio punto di vista ma, allo stesso tempo, volevo che si usassero "toni pacati" perchè è solo cosi che si può mettere insieme qualcosa di costruttivo ed utile per tutti.
Sull'utilità assoluta ho qualche riserva, visto che nonostante tutto quello che si è detto, io continuo a suonare il cp1 con uguale soddisfazione, Losfogos non ha buttato via il suo cp5, ma soprattutto tu non hai sanato il tuo rapporto col cp1, che resta conflittuale e molto probabilmente porterà alla separazione.
Riguardo il titolo provocatorio, capisco forse la tua intenzione di attrarre la maggior parte di persone, che sarebbero rimaste altrimenti distanti se avessi scritto un generico "problema col cp1".
Però sembri aver commesso anche tu l'errore che fa la maggior parte di persone: quello di mettersi per un attimo al centro del mondo e pensare che se tu ti trovi male con uno strumento, allora è perchè è costruito male.
Ho letto del tuo interesse verso l'mp11, ma preferisco metterti in guardia: eventualmente, provalo e riprovalo. Ma non credo che arriverai ad amarlo, per vari motivi. Una soluzione forse migliore sarebbe la master Kawai (mpc?) con vst pianistici. La soluzione in assoluto migliore è un piano acustico. Magari un codino. Con quello, non avresti scusanti: non è il tasto corto, o il decay corto, il campione senza risonanza simpatetica, la mancanza dello scappamento, legno o non legno, eccetera...
wireless ha scritto:
qual'è il pianoforte digitale che meno vi fa rimpiangere l'acustico (magari a coda) per tocco e timbro?
Qui, poi, fa molto l'abitudine. Se io ti rispondo "cp1" sono sincero, ma è una risposta viziata dal lungo tempo di utilizzo e conoscenza. Però c'è un modo più intrigante di porre la domanda:
dopo aver utilizzato un digitale, quanta difficoltà hai ad adattarti al vero acustico? Pur sottolineando che non esiste "il piano acustico assoluto", ma tanti piani con le loro caratteristiche, questa è la mia risposta: dal cp1 faccio un po' fatica a passare ad un verticale, nessun problema invece a passare ad un coda. Questo dovrebbe fare molto riflettere, secondo me.
Sul discorso 'cosa ti fa più schifo', diciamo che si suona con tutto. La cosa importante, irrinunciabile, è che un suono di piano non abbia un solo campionamento, ossia non abbia solo un velocity layer. Così diventa il trionfo dell'inespressività, ed ecco perchè mi sono inalberato prima, quando era stato ventilato che il cp1 non ha variazioni timbriche, bensì un solo campione che viene proposto a livelli di volume differenti.
Conclusione: trita e ritrita, quindi la evito.