Io penso che tutte le workstation di oggi (e non solo Roland) devono tenere in seria considerazione un nuovo "pericolo sociale", inesistente negli anni precedenti, ma oggi quanto mai presenti nel panorama musicale: i virtual instruments.
Sapete tutti quanto i virtual instruments siano diventati potenti ed accessibili, e soprattutto qualitativi.
Una tastiera moderna che costa un certo prezzo dovrebbe proporre all'acquirente un qualcosa di "speciale" che valga i soldi e la voglia di possederla.
In primis i suoni che devono essere assolutamente di altissima qualità, e in secondo luogo la facilità operativa (sia a casa, sia nel live).
I vst hanno spesso dei suoni grandiosi, ma altrettanto spesso risultano ostici da usare.
Una worstation tastieristica deve porsi un passo più avanti: suoni grandiosi ma con una gestione favolosa.
Non deve avere necessariamente tanti suoni.
Come dice il detto "pochi ma buoni".
Anzi non buoni, ma eccellenti!
Soprattutto i suoni tastieristici (piano, rhodes, organ, synth) devono essere senza compromessi, non si può lesinare su questa importantissima gamma sonora.
Ma soprattutto, non mi stancherò mai di dirlo, l'operatività dello strumento e la sua facilità di manipolazione deve essere a prova di stupido.
Più lo strumento è potente e facile, più il musicista ne trae un immenso vantaggio emotivo/esecutivo.
Più lo strumento è complicato, meno il musicista trae vantaggio emotivo/esecutivo.
Agli ingegneri (e ai musicisti!) il compito di creare una workstation così.