@ WTF_Bach
Parlo dei piani digitali, ovviamente.
Quello che conta
- la keybed. In primis, in assoluto. Meglio un suono così così con un’ottima keybed che il VSL da millemila giga con una keybed scrausa.
Quindi: hammer action, graded, solida sotto le dita, reattiva nel ritorno.
- i samples di piano. Almeno due samples - campionati nota per nota con almeno quattro layers - ciascuno con due/tre variazioni. E che si integrino bene con la curva di dinamica della keybed.
- string e damper resonance ben calibrati. Brilliance, riverbero e chorus. Half pedaling
- Un Rhodes, un Wurli. Pochi effetti, quelli si mettono dopo.
- vìolini, organi, un clavicembalo ben fatto e un vibrafono. Magari un coro di voci.
- minimo 10 (meglio 15) watt per canale, speakers rivolti verso l’alto. Meglio a due vie (full range e tweeter). Nei cabinet almeno 20/22 watt con i full range sotto e dei tweeter o delle air port sopra, dirette verso l’esecutore
- due uscite cuffia, line out (meglio due jack da 1/4 di pollice) aux in da 3,5. MIDI ed audio over USB.
- gradito se possibile un buon equalizzatore onboard
- utile ma non indispensabile un ingresso mic con riverbero, eq e compressore. Qualcuno fa ancora il vero pianobar.
- una buona app per gestire in maniera comoda le varie funzioni.
E quello che no
- la simulazione di scappamento. Non serve ad un emerito cazzo, anzi per chi non lo sapesse è un difetto di progettazione delle meccaniche dei piani a coda che nessuno è mai riuscito ad eliminare.
- un fantastilione di rumorini assortiti (hammer, aliquote, lid opening, rumore dei fogli quando giri pagina, scricchiolio dello sgabello e via dicendo) ciascuno con trentamila possibilità di regolazione.
- millemila suoni, di cui il 90% da far vomitare un azteco. Sopratutto niente koto, chitarrine, fisarmoniche, saxofoni, vìolini solisti e trombette assortite.
- speakers da 8 watt ma “realizzati con materiali ultraperformanti”. Suoneranno comunque di merda.
- Bluetooth midi ed audio. Il Bluetooth serve per collegare i telefonini all’auto radio della macchina - e basta.
- accompagnamenti automatici. Già fanno pena su macchine dedicate da quattromila euro, su un piano digitale da 1500 euro (o meno) danno più fastidio di una radice di zenzero infilata in culo.
- centinaia di canzoni, metodi, demo e concertini. Se voglio suonare su una base mi prendo la base in formato wav e ci suono sopra. Per i metodi (skoove e paccottiglia simile) non sostituiranno mai un vero insegnante, ma ancor peggio faranno credere a qualche malcapitato di aver imparato a suonare il piano. E via alle mani da artritico, alla danza delle dita e ai tasti che scottano.
io li cambio come tutti voi penso con la stessa malattia, quelli che vedete dalla mia firma mi soddisfano, l'uso dipende dalla circostanza e dalle condizioni fisiche della giornata