@ d_phatt
Concordo, anche e soprattutto perché per pezzi della tipologia sopracitata, cioè con ampie (o tutte) parti obbligate e di un certo livello di qualità musicale, non mi va di rovinarmi la memoria manuale/muscolare. Con i dovuti distinguo, sarebbe come studiare un pezzo di classica in un'altra tonalità, non avrebbe senso, tanto lavoro per cosa, per rovinare un brano? Sono casi in cui anche volendo non è che si può cambiare tonalità al brano in cuor leggero, sono stati scritti e pensati in un certo modo. Pur non avendo l'orecchio assoluto ritengo che ogni tonalità abbia un suo "sapore" e cambiandola in un certo senso brani del genere si snaturano. Poi magari per farli entrare nel range del cantante (o per rimanere in tonalità "amiche" a quella di partenza) si portano le parti di altri strumenti fuori dalle loro tessiture, si rovina l'arrangiamento, è un casino. Per cui, solo ed esclusivamente nei casi siffatti, se il cantante non ce la fa, personalmente spingo per non fare il pezzo, e se proprio per qualche motivo si deve fare, il transpose mi permette di mantenere la memoria muscolare (a costo dell'associazione tasto/suono), e soprattutto di esprimere il mio profondo dissenso
Ovviamente dipende dal genere, dal tipo di brano, il discorso cambia completamente per brani più leggeri, e soprattutto per gli standard, dove il cambio di tonalità è una parte fondamentale del gioco, tanto che sulle sigle accordali conviene ragionare più per gradi che per nomi...e in generale è importante sapersi adattare e saper buttare giù qualcosa al volo, almeno il minimo necessario per andare bene insieme agli altri.
E poi in situazioni troppo al di là delle proprie capacità IMHO bisogna anche imparare a dire "non lo posso fare", e tenere le mani a posto, con buona pace di tutti. Sono tante le cose che non so fare, figurati se devo vergognarmi a non saper trasporre Firth of Fifth al volo.
P.S. alcuni esercizi dell'Hanon (tra cui i primi, e anche i primi della seconda parte, oltre alle scale, ecc...) personalmente li trovo eccellenti per ritrovare familiarità con la tastiera e le sensazioni fisiche dopo un po' di lontananza, e le trasposizioni e le varianti ritmiche sono utilissime...
Concordo sulla questione del “sapore”, anche se generalmente un semitono difficilmente stravolge la sonorità di un brano. Come sempre occorre distinguere caso per caso, certe volte “se po’ fa’” altre volte meglio soprassedere (anche se ultimamente convincere alcune persone a rinunciare a brani che non riescono più a fare mi sta risultando difficile).