@ emidio
ciao! Innanzitutto ti faccio i miei complimenti per questo thread, davvero interessante.
Io provo a darti il mio modestissimo contributo: parlando di piano e voce, credo prima di tutto che sia abbastanza diverso il concetto di accompagnarSI da quello di accompagnarE. Nel primo caso l'interazione tra voce e tasti è praticamente totale, e non c'è un ordine di priorità, se non quello dettato dalla "sensibilità" propria personale per ciò che richiede la canzone (secondo l'idea di interpretazione dell'esecutore).
Nel secondo caso, accompagnare un/una cantante è sicuramente diverso, perchè - aldilà delle note e degli arrangiamenti - bisogna che si crei una sintonia tra i due in modo che non ci siano ingerenze. Lo dico da cantante (perchè - da "illetterato" della musica, mi reputo più un cantante che si accompagna al piano piuttosto che il contrario): molto spesso ho notato arrangiamenti fighissimi, zeppi di sostituzioni, intermezzi costanti, cambi di tempo sincopati... Con alla voce cantanti che non erano realmente in grado di "reggere" un sostrato musicale del genere. Alla fine (siccome il senso vero di un'esibizione in pubblico è proprio... il pubblico!), tanto vale essere il più semplici possibile lasciando priorità alle linee vocali.
Ovviamente, il massimo sarebbe trovare un/una cantante in grado di "capire" arrangiamenti anche complessi, e in quel caso anche il pianista accompagnatore si può esaltare senza rischiare di "rovinare" la performance.
Un esempio di perfezione stilistica (per me musicalmente inarrivabile!!!) tra cantante e accompagnatore, imho è questo:
interessanti osservazioni.
peraltro, è anche difficile dare delle spiegazioni... si possono apprendere le nozioni basi della pittura, ma come fare un bel quadro è poi questione di sensibilità e capacità personali.
poi bisogna distinguere che tipo di accompagnamento.
l'esempio ( bellissimo) postato da Emidio è di stampo jazzistico
come esempio di accompagnamento più pop segnalo questo
sempre per sempre