@ paolo_b3
L'intervento di Mike che condivido e che ho in parte già espresso anche io non tiene conto di un fatto. L'Italia ha una situazione debitoria tale per cui se ci aumentano gli interessi sul debito andiamo in serio rischio di fallimento. Quindi le nostre politiche sono orientate a riscuotere la famosa "fiducia dei mercati".
In altre parole, e lo dico come monito ai sovranisti, noi la nostra sovranità l'abbiamo già persa. Uscire dall'Europa con la mentalità come la flat tax o la rottamazione delle cartelle esattoriali è un mero spot elettorale che non farebbe altro che accelerare la nostra corsa verso al fallimento.
E' ovvio che la spesa nel servizio sanitario non è vista di buon occhio dalle grandi società finanziarie. Dall'industria del farmaco si.
Sono manovre che suonano molto come raschiare il fondo del barile.
Io ho fatto un anno di flat tax sui redditi da lavoro autonomo (ero dipendente ma senza esclusiva, in extramoenia per fare un paragone con il pubblico), e sono sincero: il risparmio c'è stato, ma esiguo rispetto alla tassazione irpef dell'anno precedente, perché comunque avevo tanti oneri deducibili e/o detraibili che andavano ad abbattere l'imponibile, riducendo la forbice del vantaggio del forfait.
In altre situazioni invece il risparmio è più importante.
Ma ciò che mi ha fatto star meglio per un annetto non sono state le poche centinaia di euro risparmiate, quanto la libertà dall'incubo della contabilità: un anno senza vivere con l'ossessione della fattura da conservare, acquisire e condividere con il commercialista per risparmiare qualche spicciolo. In realtà ho anche risparmiato qualcosa come parcella del commercialista, nulla di eccitante ma sempre soldi che non sono usciti dalle mie tasche.
In maniera critica la flat tax così come era stata concepita era più fumo negli occhi che sostanza, però per la mia limitata esperienza, e per quello che vedo in chi ora è dentro a quel regime, la vera liberazione è stata la burocrazia azzerata.
Per quanto riguarda la rottamazione invece, sempre restando in tema di raschiare il fondo, non la trovo una cosa stupida: meglio poco che niente, che però rischia di diventare la giustificazione perfetta per non pagare mai il dovuto.
Se oggi non pago, fra 5 anni mi arriva (forse) la cartella, non la pago, al terzo o quarto sollecito o all'arrivo di un preavviso di fermo o pignoramento faccio partire un piano di rateizzazione, pago qualche rata quando riesco (intanto non decade alla prima scadenza insoluta, ma ce ne vogliono 8 consecutive se non sbaglio), attendo la rottamazione, il tempo di aderire e si congelano le scadenze, parto con il piano trimestrale, pago la prima e poi stop e si riparte.
Parliamo di crediti inesigibili o quasi, spesso esigibili dopo battaglie legali che hanno dei costi: anche lì, perché non rivedere il sistema alla radice?