@ FranzBraile
Non l'ho venduto. L'ho fatto a pezzi per creare un "mio" clone col motore HX-3.
Questo era la base.
Eh,bellissimo...Quello postato da Vin Roma era il modo tipico di suonare l'organo degli anni 60,a due mani accomp Lower e solo Upper,con regolazioni drawbars sempre accuratissime,mai maleducate e sempre sapientissime,alternanza eccezionale tra effetti di chorus vibrato e leslie se presente...Che bravi!!!! Dal vivo ti facevano ammattire... Io personalmente avevo da poco abbandonato i calzoni all'inglese e grazie ad uno zio che suonava nel gruppo che si assumeva la "tutela" del pargolo,andavo in giro con il gruppo,prima avevo a disposizione un Farfisa compact duo per me gia' bellissimo.Poi dopo buoni guadagni (allora suonare rendeva,si faceva un mare di serate) l'impresario lo sostitui'con un L100P (quello nero in vinile) piu' un leslie 760,e sopra c'era un Davoli sinth. Io ricordo il suono ,era stupendo,quando andavamo in certi posti a suonare la gente ti attorniava per sentire questi suoni nuovi e pazzeschi.Oggi nessuno si stupisce piu' di nulla,persino il campanello di casa è stereopolifonico, ma quann'o maii?
. Ma per tornare in OT e rispondere al quesito di partenza,secondo la mia esperienza,in un palco da piazza alla fine forse è meglio un clone con una sim leslie valida,che i fonici sanno regolare perchè alla fin fine è una tastiera digitale,perchè un leslie vero non è facile da microfonare,e se mal amplificato sul PA esce peggio di una sim leslie,e non sono tanti i fonici che hanno esperienza di Hammond.Se invece si suona al chiuso ad esempio in un Club e magari con repertorio non fracassone,il Leslie vero fa' la differenza,coi suoi rotori che ruotano in senso opposto,e l'effetto doppler evidente,i rumori tipici e la risposta al volume.Sempre a mio modesto modo di vedere,si intende.