@ wildcat80
Fondamentalmente dobbiamo distinguere l'impatto che gli "artisti" hanno riguardo un'audience specializzata e quello che hanno nei confronti della massa.
La musica, come qualsiasi arte, esula dal mondo di chi la studia e si proietta alle masse, che in ottica commerciale sono il vero determinante.
Fabio Volo ha venduto tanto, tantissimo, eppure nessuno lo ha mai affiancato a Michael Chricton o ai classici, chi legge Volo difficile che faccia letture più impegnate, eppure è uno scrittore anche lui, questo dice l'industria del libro.
Io apprezzo tantissimo uno scrittore genovese, Bruno Morchio, che scrive prevalentemente gialli ambientati in città, molto curati e scritti in un modo che letteralmente ti tiene incollato al libro, un po' come Dan Brown: i suoi thriller sono fantastici, ma a numeri credo che abbia venduto un'inezia rispetto alle collezioni Harmony, tanto per parlare di rumenta.
Per la musica è lo stesso. La massa giudica un prodotto dell'industria dell'intrattenimento, che non è solo musica ma tutto il contorno fatto di look, atteggiamenti, parole.
Ogni personaggio manda messaggi che possono venire agganciati da un pubblico più o meno numeroso, noi non siamo fra quelli che agganciano i messaggi che manda Achille Lauro.
I giovanissimi ascoltano la trap.
Il 90% dei dischi trap, Lauro incluso, non mi agganciano, e io sono uno che la musica la ascolta, non uno che guarda, quindi l'aggancio è solo musicale, dei soggetti che la propongono mi frega nulla in partenza.
Solo 2 trapper mi hanno un pochino agganciato: Ghali e una belga, tale Lous and the Yakuza.
Cosa hanno di diverso? Ok, a parte i beat con i campioni della 808 e i 32esimi sull'hi hat chiuso, hanno armonie di senso compiuto, arrangiamenti semplici e musicali fatti con suoni di strumenti (oltre alle drums pseudoanalogiche e i sub bass sintetici, usano suoni di pianoforte, chitarre acustiche, tappeti).
Una volta che sono stato agganciato per questi motivi puramente musicali, posso dedicarmi al resto: una volta appurato che Ghali scrive testi autobiografici infarciti di minchiate pseudogangsta, dico che se passa in radio non cambio stazione ma non me lo vado a cercare, mentre la belga con Dilemme propone un testo autobiografico che mi ha fatto aumentare l'interesse perché ha un senso compiuto e non dice minchiate.
Ora, se al mio posto mettiamo un ragazzino/a in piena tempesta ormonale, che si sente in diritto di ribellarsi contro la società perché papà e mamma vorrebbero che alla domenica andasse a messa e che il sabato a mezzanotte fosse a letto, che ha un accesso illimitato al web e ai vari Facebook, Tic Toc, Instagram, YouTube, etc etc, capite che il messaggio di questi pagliacci trova subito l'aggancio, anzi, aggancia prima ancora di iniziare a cantare perché è un ribelle, un anticonformista, uno che ce l'ha fatta.
Quando poi chissà se la verità è quella.
Ascoltatevi la parodia di 105 trap fatta dallo Zoo, rende bene l'idea del fenomeno.
Ottima e esaustiva analisi, che condivido.
Tranne su quella volgare trasmissione che è lo zoo di 105, che ritengo un altro modo per rappresentare lo stesso disagio, ma forse è un problema solo mio 😁