@ michelet
Visto che sono stato io ad aprire il thread, vorrei fornire alcune precisazioni perché ho l'impressione che - a torto o a ragione, per il puro gusto dialettico di dare torto e fare inutili sofismi - stiamo discutendo di argomenti afferenti la pirateria delle patches e il diritto d'autore, ma non dell'oggetto del thread.
Il punto nodale del mio thread, di natura etica, come forse all'inizio qualcuno aveva intuito anche se poi la discussione è deviata, è:
- il non rispetto dell'opera di ingegno altrui che ci fa considerare i banchi di patches commerciali come figurine liberamente scambiabili;
- il trarre del guadagno illecito vendendo le suddette patches commerciali, tramite mercatini on line, a prezzi evidentemente che dimostrano l'essere copia e non originali, visto che gli originali si acquistano direttamente solo dal produttore o da distribuori autorizzati;
- il trarre del guadagno illecito vendendo patches non commerciali, spacciandole per proprie.
Personalmente sono questi gli atteggiamenti, tra i molti, vorrei venissero limitati, partendo anche da noi stessi.
Ma infatti tutti i miei "sofismi" sono in realtà diretti a difendere l'idea che, in questo caso come in molti altri, il diritto d'autore, o proprietà intellettuale, a seconda della definizione preferita, vanno tutelati.
La regola base di tutto ciò è la licenza di rilascio, decisa dall'autore che essendo detentore della proprietà intellettuale dispone liberamente ed esclusivamente dell'utilizzo dell'opera/prodotto. Spesso l'autore cede il proprio diritto all'azienda per la quale lavora, ed in tal caso è la ditta a stabilire le condizioni d'uso.
Se questa licenza permette il riutilizzo per qualsiasi fine, anche lo scambio e l'inserimento del prodotto in un contenitore più grande per rivenderlo sarà lecito, altrimenti no. Se la licenza è di tipo virale, il prodotto sarà modificabile e redistribuibile anche commercialmente purché soggetto alla stessa licenza insieme a tutti i suoi derivati.
Se la licenza prevede che la licenza d'uso (scusa il bisticcio) possa essere trasferita, si può anche rivendere il prodotto stesso sul mercatino, purché la licenza d'uso sia effettivamente poi ceduta all'acquirente e non sia più nella disponibilità del venditore.
Esempio: quando ho venduto la Mo6 ho chiesto a Melas se fosse lecito trasferire la licenza dei suoi prodotti per tale tastiera, da me regolarmente acquistati, al nuovo acquirente della Mo6. Ci avrei guadagnato qualche decina di € in più, ma lui mi ha risposto di no ed il software è ancora installato sul mio portatile, inutilizzato insieme alla sua bella regolare licenza. La versione di Cubase venduta in bundle con le tastiere Yamaha invece si può trasferire.
Se poi la licenza semplicemente non c'è, purtroppo a livello legale c'è poco da fare e pur in presenza di una pratica eticamente criticabile, ed assolutamente da evitare, l'illecito non sussiste.
Il problema è che molti ritengono la licenza un inutile orpello da seguire alla lettera solo quando fa comodo. Specie quando il guadagno in termini esclusivamente monetari (prezzo d'acquisto) non c'è, ma ci sono altri vantaggi non previsti dal detentore originale dei diritti. Spesso si confonde, del tutto in buona fede, l'acquisto di un prodotto con l'acquisto della proprietà di tale prodotto ("L'ho pagato perciò ne faccio quel che voglio"). Ma questo vale solo per oggetti come un'automobile, una lavatrice, un... synth
. Per le opere dell'ingegno ciò che si acquista (a meno di clamorosi autogol dell'autore) non è la proprietà del prodotto ma una licenza d'uso.
Edited 15 Nov. 2015 0:24