Secondo me è giusto rispettare chi crede, così come chi non crede.
Ma con un distinguo: mai anteporre alla scienza la religione!
La scienza è conoscenza, è voglia di far luce (con prove ferree) su tutto ciò che ci circonda, e come tale merita assoluto rispetto.
Oggi come oggi affermare che la Terra è al centro del sistema solare è un'idiozia conclamata, lo sappiamo tutto, "religiosi" compresi.
E come tale nessuno deve permettersi di dire il contrario, altrimenti significa fare retrocessione anzichè evoluzione.
Ma allora a cosa serve la religione?
A mio vedere la religione serve esclusivamente a ritagliarsi un momento proprio di riflessione spirituale che possa in qualche modo favorire l'esistenza propria di ogni persona nel suo "io" personale, e arricchirne la sua forza e/o speranza.
Insomma è un modo... chiamiamolo un "artifizio"... per guardarsi dentro ed essere in pace (si spera) con sè stessi e con tutto ciò che ci circonda.
La scienza difficilmente riesce ad ottenere lo stesso scopo.
Per la scienza qualunque cosa è una formula, è un numero, è materialità.
Alla scienza non si crede per "fede".
Non esiste la parola fede nella scienza.
Se una cosa funziona o non funziona, non è per "fede": è per formula! è per calcolo!
Ma ci sono situazioni in cui i calcoli non ci fanno stare meglio.
Chessò... sono un alpinista in cima all'Everest, devo scendere, ma ho esaurito le energie, ho freddo, ho paura di non farcela, etc.
Secondo il metodo razionale scientifico dovrei mettermi a fare calcoli (solo calcoli) probabilistici: il che vuol dire avere fiducia nell'azienda che ha fabbricato i miei ramponi da ghiaccio, aver fiducia nel mio gps, nelle previsioni meteo, nel valutare attentamente il mio consumo di grassi, carboidrati, vitamine, ossigeno,... e chi più ne ha più ne metta.
Ma volendo c'è anche un altro metodo.
La fede.
La fede in me stesso, e in qualche essere supremo che, chissà come, può aiutarmi, può darmi la forza, può spiritualmente fammi diventare più forte.
Perchè io sono parte di lui, perchè la montagna fa parte di lui, perchè tutta la natura intorno a me è parte di lui.
Tutti questi elementi sono parte di lui, e spetta solo a me amalgamarmi in essi, capirli, amarli, sfruttarli a mio esclusivo beneficio.
Ecco quindi che, in questo caso specifico, la fede o la "riflessione spirituale" possono costituire per me essere umano una possente forma di energia in grado di darmi una forza superiore.
Di farmi fare il "miracolo", detto tra virgolette.
Un miracolo che, se dovessi dar retta alla scienza pura, probabilmente NON sarei in grado di fare.
Ma non perchè la scienza si sbaglia.
Proprio l'opposto.
La scienza ha ragione, ma se la scienza e i suoi calcoli dicono che io fallirò, è quasi certo che io fallirò.
Quei calcoli dunque non mi aiutano.
La fede, la riflessione, e il credere possentemente in me stesso, possono invece aiutarmi.
E non è detto che grazie a questi elementi, io, povero alpinista, riesco veramente a compiere un'impresa che ha dello straordinario, a beffa della scienza e dei suoi calcoli.
Secondo me è giusto che queste "entità" coesistino insieme.
Una (la scienza) si fa capo delle grandi risposte che cerchiamo.
L'altra (la religione, o fede) si fa capo di farci meditare e trovare qualcosa in noi stessi che (forse) potrebbe esserci di aiuto.
Premetto che chi vi parla non è un religioso praticante, quindi non sono condizionato da nulla.
Io tifo per la scienza, da sempre.