@ d_phatt
Ma no dai, non sono rigido fino a quel livello, editare in studio è normale (entro certi limiti, se uno non sa mettere due note di fila come certi "cantanti" che girano adesso è diverso). In studio suppongo che l'obiettivo sia sempre proporre la migliore versione possibile di un brano (possibile in quel momento, con quei musicisti, quel tecnico del suono, con quei mezzi musicali e tecnologici), quello che mi disturba è vedere i live truccati così, il bello del live è l'esecuzione in tempo reale, se togliamo quell'aspetto lì e togliamo la possibilità di sbagliare allora veramente tanto vale restarsene a casa a sentire i CD...almeno così la vedo io.
Il live non è più considerato come un momento in cui il musicista si esibisce dal vivo per far sentire com'è realmente e per cercare alcune libertà artistiche che in studio non può trasmettere direttamente al pubblico (visione comunque molto romantica), oggi è probabilmente il core business del cantante/musicista, visto che dischi non se ne vendono più e la musica cosiddetta liquida rende (così si dice) molto meno.
Il live diventa quindi uno show dove è vietato sbagliare, dove tutto è studiato a tavolino, dove non c'è una virgola che non sia stata programmata prima. Ascoltavo un'intervista al batterista di Ligabue e diceva che il loro live era tutto in click, non perché ci siano basi, in tutto il concerto erano un paio, ma perché luci, video, effetti, scenografia ecc doveva essere tutto sincronizzato con la musica.
Alcune cose vengono belle, un concerto di Michael Jackson che non fosse tutto preparato avrebbe avuto un impatto scenico sicuramente inferiore, in altri casi si perde la spontaneità del live e il contatto tra pubblico e artista. Questa la mia opinione