@ ilviandante
È un fatto di una gravità assoluta.
C'è un problema grosso che nei prossimi 5 anni andrà ad esplodere, sono previsti circa 20 mila pensionamenti all'anno per 5 anni, e allo stato attuale in 5 anni non si è in grado di coprire neppure il 50% del buco.
Quindi cosa facciamo?
Invece che rendere concorrenziale il servizio pubblico su tutto il territorio nazionale, evitando la ghettizzazione di ospedali, province o intere regioni, andiamo a prendere personale all'estero, ovviamente da paesi dove guardacaso gli stipendi sono assolutamente imparagonabili ai nostri (un medico cubano guadagna 64 dollari al mese).
Perché nessuno vuole andare a lavorare in certi posti non se lo chiede nessuno, e si badi bene che la Calabria è solo il caso più eclatante, da noi vi sono ad esempio i due estremi, Imperia e Spezia, in cui lo stesso i concorsi vanno puntualmente deserti...
Il motivo è semplice.
Un medico sostanzialmente guadagna la stessa cifra in tutto il territorio nazionale.
Le realtà periferiche, oltre allo stesso trattamento del grande centro, spesso hanno carenze gravi, sia di personale che di dotazioni tecnologiche; inoltre, soprattutto per chi è chirurgo, la crescita è fortemente frenata perché i casi complessi vengono sempre centralizzati.
Non sono più i tempi in cui l'ospedale di provincia era un piccolo gioiello in cui potevi crescere e lavorare molto meglio rispetto al grande centro.
Quindi, capite bene che la parità di trattamento e la disparità di possibilità di carriera e di qualità di lavoro sono l'unico vero ostacolo, che è insormontabile perché guarda un po', servono soldi per superarlo