@ markelly2
Ci sono infettivologi che dichiarano che il fatto che ci sia un buon numero di omosessuali contagiati sia una casualità. Il vaiolo delle scimmie è una malattia a trasmissione sessuale, non omosessuale.
Fu lo stesso con l'Aids. Per anni i gay furono considerati gli "untori", poi ci si rese amaramente conto che il virus non guardava in faccia a nessuno.
Sul nome della malattia, chi suggerisce di cambiarlo, lo vorrebbe fare per evitare fraintendimenti, proprio quelli che vuoi evitare anche tu.
Ma inspiegabilmente ti sei messo in testa che descrivere la malattia con i termini e i modi che dici tu sia il modo corretto di procedere.
Ma io ho dei dubbi.
Difatti se mi dicono: il vaiolo delle scimmie colpisce gli omosessuali, penso di esserne praticamente immune, perché non sono omosessuale e poi come potrei contrarre un virus che colpisce prevalentemente gli animali?
Ma non è così, per cui preferisco che mi dicano: il vaiolo delle scimmie adesso lo chiamiamo "vaiolo dell'uomo" (ad esempio) e può colpire chiunque. Comincerò quindi a prestare la dovuta attenzione.
Sembra un ragionamento arzigogolato, lo so, ma le informazioni devono raggiungere tutti, non solo i medici e gli addetti ai lavori.
L'HIV non è stato possibile arginarlo perché ai tempi non è stato possibile fare comunicazione per motivi di censura.
Gli omosessuali americani sono stati le prime vittime per una ragione abbastanza casuale, ma quando è iniziata ad emergere la particolarità dell'epidemiologia, la gente non andava in ospedale per paura di essere additata come gay o tossicodipendente, quando la realtà poteva essere ben altra, tipo aver subito una trasfusione.
Oggi assistiamo a uno scenario analogo: una malattia sessualmente trasmissibile che sta incidendo in una popolazione in particolare, e un atteggiamento sociale altrettanto sbagliato, seppur per motivi diametralmente opposti.
Incidere sulla fascia a rischio di un ad malattia sessualmente trasmissibile non vuol dire stigmatizzare ma evitare la deflagrazione.
Se si ferma la catena di contagio dominante, si evita la deflagrazione.
Se si arresta la deflagrazione, si evita un ulteriore casino sanitario.
Ma occorre essere chiari: la malattia è a trasmissione sessuale ed ha vantaggio in una popolazione in particolare.
Non c'è nessuna discriminazione.
In America ad esempio stanno offrendo la vaccinazione antipox a tutte le persone che negli ultimi mesi hanno fatto profilassi HIV, che è un'iniziativa molto intelligente (tralascio discorsi sull'epidemiologia di chi fa profilassi HIV perché è inutile, il messaggio non lo vuoi recepire e sembra di conseguenza che sia io a incattivirmi nei riguardi di qualcuno).