@ WTF_Bach
Elaboro il concetto: come dovremmo definire una scuola ove ancor oggi vigono sbarramenti d'accesso (ufficiali o informali) legati all'età, in barba al principio costituzionale di eguaglianza e diritto allo studio, una scuola ove ogni insegnante di strumento insegna la sua tecnica e nessuno può metterci becco, anche se insegna metodi obsoleti ed al limite dannosi per l'integrità fisica dell'allievo, una scuola ove non si fa praticamente ricerca, una scuola che segue programmi fermi all'ottocento se non al settecento, una scuola che sforna un buon musicista ogni dieci/venti diplomati (ed un ottimo musicista ogni cento/duecento), una scuola ove non vige il principio dell'obbligo di formazione continua del corpo docente, una scuola che sottopaga i suoi insegnanti...???
Una scuola ove per poter entrare ad imparare devi dimostrare di saper già metà - o più - di ciò che viene insegnato nell'intero corso di studi?
Non parliamo della confusione ipocrita tra pre accademici, propedeutici, licei musicali, bielli, livelli, master e spazzatura simile, tutti fatti per evitare di prendere atto che:
1) un conservatorio non dev'essere un'università
2) come ogni scuola pubblica, ognuno deve aver il diritto di potersi iscrivere, senza sbarramenti di età o competenze pregresse. Se è più bravo, lo si iscrive al quinto anno, ma è una cosa vergognosa pretendere conoscenze che vanno dal quinto all'ottavo per iscrivere qualcuno...al primo anno!
3) il corpo docente dev'essere ben pagato, ma obbligato ad aggiornarsi costantemente e alla fine di ogni anno valutato, premiato o punito in rapporto alla sua performance.
Poi ci sono le eccezioni, ma restano, appunto, eccezioni.
Sbarramenti riguardo all'età NON ce ne sono, nel conservatorio dove insegno per esempio quest'anno è entrato uno studente di più di 50 anni per chitarra pop/rock con conoscenze teoriche, tecniche e strumentali non eccelse, per dirti, anche col debito di "teoria e solfeggio".
É anche innegabile però che uno studio serio e per raggiungere certi risultati si debba cominciare da piccoli, quindi può darsi che a parità di livello si dia un punteggio maggiore alle ammissioni a un allievo più giovane.
Il problema è che se mi si presenta un pianista studente/lavoratore di 29 anni al triennio pop/rock che ha pochissima esperienza, giusto gli accordi e qualche canzone accompagnata al piano, come faccio in 5 anni farne un buono strumentista?
C'è il rischio che resti lì parcheggiato concludendo poco e "occupando un posto".
Riguardo ai programmi ora ci sono i bienni di musica contemporanea, anche nel piccolo conservatorio dove insegno io, e i pianisti si specializzano sul 900, magari di più quello storico, ma non siamo fermi.
Innegabile che il percorso classico dei vecchi programmi offre una formazione IMPAGABILE.
Se mi trovo iscritto un pianista/tastierista di 19 anni che esce dal liceo musicale avendo studiato BACH e gli studi di Cramer, insegnargli a suonare pop, prog, i Genesis, gli E.L.P. o Jeff Lorber è una pacchia!
Ho studenti che hanno il 5' anno di pianoforte, è una pacchia lavorare con loro, facciamo brani di Dave Wekl, etc...
Purtroppo anche la passione è "meritocratica".
Arrivi ai risultati se ti impegni fino allo sfinimento.
Io lo sbarramento lo metterei: per la mia materia vorrei il 5' di pianoforte o programma equivalente...
Ci si può comunque iscrivere a qualsiasi livello, dai preaccademici ai corsi universitari, ma bisogna essere realisti.
Non posso immaginarmi a 40 anni di fare un percorso che dura almeno una decina di anni, non è fisicamente possibile.
Riguardo alla "ricerca" e al mancato controllo del lavoro dei docenti ti do ragione...ma non completamente: dei miei colleghi del dipartimento di pop/rock, uno è a San Remo, l'altro è a "The Voice" a Rai2, un altro è spesso a "Domenica In", io ho lavorato anni con Reverberi, ho suonato con l'orchestra Verdi di Milano, etc...
Ci sono docenti di altissimo profilo.
Il problema della valutazione dei docenti è che non puoi valutarli secondo le performance degli studenti, non è completamente corretto ed è pure un'arma a doppio taglio.
Non sto dicendo che vada tutto bene, ci sono molti punti critici, ma ti assicuro che il sistema si sta evolvendo e per certe situazioni in maniera positiva.
Grazie comunque per i tuoi spunti di riflessione.
Stefano.