Studiare l’armonia

WTF_Bach 09-02-23 17.46
@ vin_roma
WTF_Bach ha scritto:
1) appunto

Ok in sala prove con gli amici
Veleno se detto nei conservatori.

WTF_Bach ha scritto:
2) ti sei ripreso

Col caxxxxxxxx!!!
Mi sono rovinato!
Dai Vincenzo, stringi i denti e vedrai che ti ripigli.
Asterix 10-02-23 09.14
WTF_Bach ha scritto:
Tipico dei conservatori.Non glie ne importa nulla dei problemi degli studenti.


Le generalizzazioni non mi piacciono...soprattutto quando mi pungono sul vivo.
Da docente di conservatorio dico che ci sono casi e casi, ho visto "docenti" non combinare praticamente nulla, ma ci sono docenti che aggiungono lezioni FUORI ORARIO, seguono gratuitamente gli studenti in estate, cercano di venire incontro alle difficoltà logistiche degli studenti...e SE LAVORI BENE non è che sei ricoperto di oro considerate le spese.

Stefano.

Stefano.
WTF_Bach 10-02-23 09.49
@ Asterix
WTF_Bach ha scritto:
Tipico dei conservatori.Non glie ne importa nulla dei problemi degli studenti.


Le generalizzazioni non mi piacciono...soprattutto quando mi pungono sul vivo.
Da docente di conservatorio dico che ci sono casi e casi, ho visto "docenti" non combinare praticamente nulla, ma ci sono docenti che aggiungono lezioni FUORI ORARIO, seguono gratuitamente gli studenti in estate, cercano di venire incontro alle difficoltà logistiche degli studenti...e SE LAVORI BENE non è che sei ricoperto di oro considerate le spese.

Stefano.

Stefano.
Certo, ci sono docenti in gamba anche nei conservatori. Ma è come in ogni settore della pubblica amministrazione, è la visone generale che è deficitaria: strutture inadeguate, programmi obsoleti, demotivazione del corpo docente, mancanza di controllo sulla performance da parte della dirigenza, biziantinismo dell'organizzazione amministrativa.

Le generallizzazioni non solo si fanno, sono sacrosante. Se in un'azienda ci sono dieci bravissimi lavoratori e cento pelandroni incapaci, non siamo forse autorizzati a dire che quell'azienda ha - in generale - una forza lavoro inaeguata ai suoi compiti?
WTF_Bach 10-02-23 09.56
Elaboro il concetto: come dovremmo definire una scuola ove ancor oggi vigono sbarramenti d'accesso (ufficiali o informali) legati all'età, in barba al principio costituzionale di eguaglianza e diritto allo studio, una scuola ove ogni insegnante di strumento insegna la sua tecnica e nessuno può metterci becco, anche se insegna metodi obsoleti ed al limite dannosi per l'integrità fisica dell'allievo, una scuola ove non si fa praticamente ricerca, una scuola che segue programmi fermi all'ottocento se non al settecento, una scuola che sforna un buon musicista ogni dieci/venti diplomati (ed un ottimo musicista ogni cento/duecento), una scuola ove non vige il principio dell'obbligo di formazione continua del corpo docente, una scuola che sottopaga i suoi insegnanti...???

Una scuola ove per poter entrare ad imparare devi dimostrare di saper già metà - o più - di ciò che viene insegnato nell'intero corso di studi?

Non parliamo della confusione ipocrita tra pre accademici, propedeutici, licei musicali, bielli, livelli, master e spazzatura simile, tutti fatti per evitare di prendere atto che:

1) un conservatorio non dev'essere un'università

2) come ogni scuola pubblica, ognuno deve aver il diritto di potersi iscrivere, senza sbarramenti di età o competenze pregresse. Se è più bravo, lo si iscrive al quinto anno, ma è una cosa vergognosa pretendere conoscenze che vanno dal quinto all'ottavo per iscrivere qualcuno...al primo anno!

3) il corpo docente dev'essere ben pagato, ma obbligato ad aggiornarsi costantemente e alla fine di ogni anno valutato, premiato o punito in rapporto alla sua performance.

Poi ci sono le eccezioni, ma restano, appunto, eccezioni.
WTF_Bach 10-02-23 10.06
E concludo: quando con la fanfara della prima regione aerea suonammo presso il conservatorio Steffani di Castelfranco Veneto, l'insegnante di pianoforte ci disse tutta fiera che il conservatorio aveva cambiato tutti i suoi pianoforti con dei Kawai nuovi di zecca.

Il direttore tutto sdegnato la rimbrottò così: "Non parli in dialetto davanti ai signori professori dell'Aeronautica Militare!"
Raptus 10-02-23 10.23
WTF_Bach ha scritto:
Una scuola ove per poter entrare ad imparare devi dimostrare di saper già metà - o più - di ciò che viene insegnato nell'intero corso di studi?



Potessi farti un monumento lo farei, SOTTOSCRIVO TUTTO.

Una nota per Asterix: non intendevo dare contro agli insegnanti, mi baso unicamente sulla mia esperienza.
Magari avessi avuto un insegnante come te, almeno da quello che traspare da come scrivi emo
cecchino 10-02-23 10.40
@ WTF_Bach
E concludo: quando con la fanfara della prima regione aerea suonammo presso il conservatorio Steffani di Castelfranco Veneto, l'insegnante di pianoforte ci disse tutta fiera che il conservatorio aveva cambiato tutti i suoi pianoforti con dei Kawai nuovi di zecca.

Il direttore tutto sdegnato la rimbrottò così: "Non parli in dialetto davanti ai signori professori dell'Aeronautica Militare!"
Colpa vostra che avevate eseguito Wagner... emo
Asterix 10-02-23 10.45
@ WTF_Bach
Elaboro il concetto: come dovremmo definire una scuola ove ancor oggi vigono sbarramenti d'accesso (ufficiali o informali) legati all'età, in barba al principio costituzionale di eguaglianza e diritto allo studio, una scuola ove ogni insegnante di strumento insegna la sua tecnica e nessuno può metterci becco, anche se insegna metodi obsoleti ed al limite dannosi per l'integrità fisica dell'allievo, una scuola ove non si fa praticamente ricerca, una scuola che segue programmi fermi all'ottocento se non al settecento, una scuola che sforna un buon musicista ogni dieci/venti diplomati (ed un ottimo musicista ogni cento/duecento), una scuola ove non vige il principio dell'obbligo di formazione continua del corpo docente, una scuola che sottopaga i suoi insegnanti...???

Una scuola ove per poter entrare ad imparare devi dimostrare di saper già metà - o più - di ciò che viene insegnato nell'intero corso di studi?

Non parliamo della confusione ipocrita tra pre accademici, propedeutici, licei musicali, bielli, livelli, master e spazzatura simile, tutti fatti per evitare di prendere atto che:

1) un conservatorio non dev'essere un'università

2) come ogni scuola pubblica, ognuno deve aver il diritto di potersi iscrivere, senza sbarramenti di età o competenze pregresse. Se è più bravo, lo si iscrive al quinto anno, ma è una cosa vergognosa pretendere conoscenze che vanno dal quinto all'ottavo per iscrivere qualcuno...al primo anno!

3) il corpo docente dev'essere ben pagato, ma obbligato ad aggiornarsi costantemente e alla fine di ogni anno valutato, premiato o punito in rapporto alla sua performance.

Poi ci sono le eccezioni, ma restano, appunto, eccezioni.
Sbarramenti riguardo all'età NON ce ne sono, nel conservatorio dove insegno per esempio quest'anno è entrato uno studente di più di 50 anni per chitarra pop/rock con conoscenze teoriche, tecniche e strumentali non eccelse, per dirti, anche col debito di "teoria e solfeggio".
É anche innegabile però che uno studio serio e per raggiungere certi risultati si debba cominciare da piccoli, quindi può darsi che a parità di livello si dia un punteggio maggiore alle ammissioni a un allievo più giovane.
Il problema è che se mi si presenta un pianista studente/lavoratore di 29 anni al triennio pop/rock che ha pochissima esperienza, giusto gli accordi e qualche canzone accompagnata al piano, come faccio in 5 anni farne un buono strumentista?
C'è il rischio che resti lì parcheggiato concludendo poco e "occupando un posto".
Riguardo ai programmi ora ci sono i bienni di musica contemporanea, anche nel piccolo conservatorio dove insegno io, e i pianisti si specializzano sul 900, magari di più quello storico, ma non siamo fermi.
Innegabile che il percorso classico dei vecchi programmi offre una formazione IMPAGABILE.
Se mi trovo iscritto un pianista/tastierista di 19 anni che esce dal liceo musicale avendo studiato BACH e gli studi di Cramer, insegnargli a suonare pop, prog, i Genesis, gli E.L.P. o Jeff Lorber è una pacchia!
Ho studenti che hanno il 5' anno di pianoforte, è una pacchia lavorare con loro, facciamo brani di Dave Wekl, etc...
Purtroppo anche la passione è "meritocratica".
Arrivi ai risultati se ti impegni fino allo sfinimento.

Io lo sbarramento lo metterei: per la mia materia vorrei il 5' di pianoforte o programma equivalente...

Ci si può comunque iscrivere a qualsiasi livello, dai preaccademici ai corsi universitari, ma bisogna essere realisti.
Non posso immaginarmi a 40 anni di fare un percorso che dura almeno una decina di anni, non è fisicamente possibile.

Riguardo alla "ricerca" e al mancato controllo del lavoro dei docenti ti do ragione...ma non completamente: dei miei colleghi del dipartimento di pop/rock, uno è a San Remo, l'altro è a "The Voice" a Rai2, un altro è spesso a "Domenica In", io ho lavorato anni con Reverberi, ho suonato con l'orchestra Verdi di Milano, etc...
Ci sono docenti di altissimo profilo.

Il problema della valutazione dei docenti è che non puoi valutarli secondo le performance degli studenti, non è completamente corretto ed è pure un'arma a doppio taglio.

Non sto dicendo che vada tutto bene, ci sono molti punti critici, ma ti assicuro che il sistema si sta evolvendo e per certe situazioni in maniera positiva.

Grazie comunque per i tuoi spunti di riflessione.
Stefano.

Raptus 10-02-23 10.55
@ Asterix
Sbarramenti riguardo all'età NON ce ne sono, nel conservatorio dove insegno per esempio quest'anno è entrato uno studente di più di 50 anni per chitarra pop/rock con conoscenze teoriche, tecniche e strumentali non eccelse, per dirti, anche col debito di "teoria e solfeggio".
É anche innegabile però che uno studio serio e per raggiungere certi risultati si debba cominciare da piccoli, quindi può darsi che a parità di livello si dia un punteggio maggiore alle ammissioni a un allievo più giovane.
Il problema è che se mi si presenta un pianista studente/lavoratore di 29 anni al triennio pop/rock che ha pochissima esperienza, giusto gli accordi e qualche canzone accompagnata al piano, come faccio in 5 anni farne un buono strumentista?
C'è il rischio che resti lì parcheggiato concludendo poco e "occupando un posto".
Riguardo ai programmi ora ci sono i bienni di musica contemporanea, anche nel piccolo conservatorio dove insegno io, e i pianisti si specializzano sul 900, magari di più quello storico, ma non siamo fermi.
Innegabile che il percorso classico dei vecchi programmi offre una formazione IMPAGABILE.
Se mi trovo iscritto un pianista/tastierista di 19 anni che esce dal liceo musicale avendo studiato BACH e gli studi di Cramer, insegnargli a suonare pop, prog, i Genesis, gli E.L.P. o Jeff Lorber è una pacchia!
Ho studenti che hanno il 5' anno di pianoforte, è una pacchia lavorare con loro, facciamo brani di Dave Wekl, etc...
Purtroppo anche la passione è "meritocratica".
Arrivi ai risultati se ti impegni fino allo sfinimento.

Io lo sbarramento lo metterei: per la mia materia vorrei il 5' di pianoforte o programma equivalente...

Ci si può comunque iscrivere a qualsiasi livello, dai preaccademici ai corsi universitari, ma bisogna essere realisti.
Non posso immaginarmi a 40 anni di fare un percorso che dura almeno una decina di anni, non è fisicamente possibile.

Riguardo alla "ricerca" e al mancato controllo del lavoro dei docenti ti do ragione...ma non completamente: dei miei colleghi del dipartimento di pop/rock, uno è a San Remo, l'altro è a "The Voice" a Rai2, un altro è spesso a "Domenica In", io ho lavorato anni con Reverberi, ho suonato con l'orchestra Verdi di Milano, etc...
Ci sono docenti di altissimo profilo.

Il problema della valutazione dei docenti è che non puoi valutarli secondo le performance degli studenti, non è completamente corretto ed è pure un'arma a doppio taglio.

Non sto dicendo che vada tutto bene, ci sono molti punti critici, ma ti assicuro che il sistema si sta evolvendo e per certe situazioni in maniera positiva.

Grazie comunque per i tuoi spunti di riflessione.
Stefano.

Guarda, ti rispondo sempre per la mia esperienza, quanto dici è corretto e sacrosanto, peccato che non accada in tutti i conservatori.

Nel mio ad esempio, quando era palese fin dall'ammissione che non ero allo stesso livello dello studente di 19 anni con 10 anni di pianoforte alle spalle, mi hanno fatto accedere senza problemi.
Fatalità sono riuscito a dare quasi tutti gli esami "collettivi", dei primi 2 anni, del terzo mi sono fermato solo causa impegni maggiori a lavoro. Insomma ho passato numerosi esami, ma NON quello più importante, ovvero pianoforte, lo strumento che avevo scelto.

Li ho passati non perché sono un genio, semplicemente perché erano esami dove bastava studiare, impegnarsi un po' e li passavi, come appunto all' università.

Quello di strumento non l'ho nemmeno affrontato perché quel corso e quell'esame non erano preparabili in tempi universitari standard, secondo la mia preparazione (ma non penso nemmeno se non fossi stato un lavoratore).

Insomma occorre essere chiari e onesti fin da subito, è irreale ammettere tutti quanti come fosse una qualsiasi facoltà umanistica, si fa del male non solo alla reputazione delle istituzioni ma soprattutto agli studenti, in sostanza il mio "scazzo" non se ne andrà mai e continuerò a sparlare di quel posto e di quell'insegnante.
WTF_Bach 10-02-23 11.45
@ cecchino
Colpa vostra che avevate eseguito Wagner... emo
emo
d_phatt 10-02-23 12.06
Da ex-studente (e come detto, non laureato) la mia esperienza al conservatorio è stata piena di contraddizioni, esperienze contrastanti e problemi e incertezze dovute alla mancanza di organizzazione nell'istituzione.

All'ammissione portai pezzi da vecchio quinto anno, studi di Cramer e Czerny, suite inglese, ecc. Già dal giorno in cui mi ammisero c'era qualcosa che non mi era chiaro: preccademico seconda fascia secondo anno, ma se ogni fascia si poteva superare in 1, 2 o 3 anni, che senso aveva ammettermi al secondo anno di una fascia? Boh. Ma questo è il meno.

Come detto, insegnante di pianoforte (alla fine, per il mio corso di pianoforte classico, la cosa più importante) super top. E non è poco. Ci tengo a precisare che io non sto dicendo che fossi chissà che fenomeno: con tanto studio potevo essere uno buon studente di pianoforte, ma certo senza eccellere particolarmente. Colleghi studenti che eccellevano davvero, in particolare uno che ha numeri da concertista, ne ho conosciuti per davvero ed è stato formativo vedere la differenza con lui in termini di facilità e velocità di apprendimento nell'esecuzione dei brani.

Su teoria musicale e solfeggio non mi esprimo, li ho saltati a piè pari avendo gia fatto l'esame da esterno qualche anno prima. Armonia del preaccadamico penosa - i miei compagni di classe erano violinisti e flautisti che alla fine del corso non avevano del tutto ben chiara la distinzione tra le varie specie di settime, e l'esame consisteva di poche battute di basso numerato estremamente basilare, quando ero abituato a esercizi ben più lunghi e complessi.

Dopodiché, settimane passate a cercare di capire quali altri corsi dovessi seguire, di molti non si sapeva quando sarebbero partiti e con quali insegnanti.

Gli insegnanti erano tutti bravi, ma le incertezze e la mancanza di organizzazione erano innegabili allora e lo sono tutt'ora.

L'assurdità più grande? Concluso il ciclo del preaccademico con tanto di esame finale, si doveva fare un esame di ammissione per entrare al triennio dello STESSO conservatorio emo esame di "diploma" a giugno, dopodiché ammissione al triennio a settembre davanti alla stessa commissione!!! Che assurdità. Scopersi infatti che in alcuni corsi (strumenti dove c'era un solo insegnante di quella cosa in tutto il conservatorio) c'erano studenti diplomati al preccademico che poi non entravano al triennio, preceduti da studenti provenienti da fuori che facevano l'ammissione diretta al triennio. Ma si può campare così?

SEGUE
d_phatt 10-02-23 12.22
CONTINUA

Orari delle lezioni? Che ce ne scampino, nessuno sapeva quando sarebbero partiti i corsi, con chi, in che giorni della settimana e a che ora si sarebbero tenute le lezioni. Nessuno che si preoccupasse di evitare che le lezioni combaciassero, o forse io ero l'unico idiota che non sapesse sdoppiarsi e stare in due posti diversi contemporaneamente...

Insegnanti bravi ce ne sono tanti e la media del loro livello è molto superiore al livello medio degli insegnanti di una normale scuola di musica (a livello di singoli ci possono essere eccezioni, chiaramente).

Ma potete anche mettere Bach a insegnare armonia, Gavin Harrison a insegnare solfeggio ritmico, Vincenzo Vitale a insegnare pianoforte e Oscar Peterson a insegnare piano jazz, ma spesso (non ho la pretesa di dire sempre, io parlo della mia esperienza e di quella delle persone che conosco) la struttura istituzionale intorno agli insegnanti è lenta, disorganizzata, e tutt'altro che chiara...la sensazione per chi frequenta da studente è di doverla subire e combattere tutti gli anni a causa della disorganizzazione, e bisogna dannarsi per farsi un orario settimanale delle lezioni decente.

Hanno forzatamente voluto strutturare una scuola di alta formazione artistica e culturale come università, quando poi...toh, io ho fatto l'università, quella vera, e lì:
- i corsi da seguire a ogni anno sono scritti chiari e tondi a caratteri cubitali ovunque, sul manifesto, sul sito, sulla bacheca all'ingresso, il tutto scritto chiaramente in liste e tabelle precise che neanche un terrapiattista potrebbe contestare;
- le date di inizio e fine dei corsi sono praticamente sempre le stesse, i professori sono quasi sempre gli stess e spesso tendono a esserlo per decenni;
- l'orario lo fa l'università per tutti gli studenti e per tutti i corsi, e non le contrattazioni tra studenti e professori;
- ecc.

Come vedete non sono sceso in argomenti quali vecchio vs nuovo ordinamento, organizzazione della didattica, ecc...ce ne sarebbero di cose da dire (ma è possibile pensare di togliere ore giornaliere allo studio dello strumento per studiare Psicologia della Musica o cose del genere????), io mi sono limitato a evidenziare alcune gravi criticità organizzative dell'attuale sistema.
WTF_Bach 10-02-23 12.24
@ d_phatt
CONTINUA

Orari delle lezioni? Che ce ne scampino, nessuno sapeva quando sarebbero partiti i corsi, con chi, in che giorni della settimana e a che ora si sarebbero tenute le lezioni. Nessuno che si preoccupasse di evitare che le lezioni combaciassero, o forse io ero l'unico idiota che non sapesse sdoppiarsi e stare in due posti diversi contemporaneamente...

Insegnanti bravi ce ne sono tanti e la media del loro livello è molto superiore al livello medio degli insegnanti di una normale scuola di musica (a livello di singoli ci possono essere eccezioni, chiaramente).

Ma potete anche mettere Bach a insegnare armonia, Gavin Harrison a insegnare solfeggio ritmico, Vincenzo Vitale a insegnare pianoforte e Oscar Peterson a insegnare piano jazz, ma spesso (non ho la pretesa di dire sempre, io parlo della mia esperienza e di quella delle persone che conosco) la struttura istituzionale intorno agli insegnanti è lenta, disorganizzata, e tutt'altro che chiara...la sensazione per chi frequenta da studente è di doverla subire e combattere tutti gli anni a causa della disorganizzazione, e bisogna dannarsi per farsi un orario settimanale delle lezioni decente.

Hanno forzatamente voluto strutturare una scuola di alta formazione artistica e culturale come università, quando poi...toh, io ho fatto l'università, quella vera, e lì:
- i corsi da seguire a ogni anno sono scritti chiari e tondi a caratteri cubitali ovunque, sul manifesto, sul sito, sulla bacheca all'ingresso, il tutto scritto chiaramente in liste e tabelle precise che neanche un terrapiattista potrebbe contestare;
- le date di inizio e fine dei corsi sono praticamente sempre le stesse, i professori sono quasi sempre gli stess e spesso tendono a esserlo per decenni;
- l'orario lo fa l'università per tutti gli studenti e per tutti i corsi, e non le contrattazioni tra studenti e professori;
- ecc.

Come vedete non sono sceso in argomenti quali vecchio vs nuovo ordinamento, organizzazione della didattica, ecc...ce ne sarebbero di cose da dire (ma è possibile pensare di togliere ore giornaliere allo studio dello strumento per studiare Psicologia della Musica o cose del genere????), io mi sono limitato a evidenziare alcune gravi criticità organizzative dell'attuale sistema.
E pensare che esiste una soluzione semplice ed economica a questi problemi… le LISTE NUMERATE©
Raptus 10-02-23 12.31
@ WTF_Bach
E pensare che esiste una soluzione semplice ed economica a questi problemi… le LISTE NUMERATE©
Eh ma vuoi mettere quanto fa fiko© dire in giro di essere diplomati al conservatorio? emo
d_phatt 10-02-23 12.52
@ WTF_Bach
E pensare che esiste una soluzione semplice ed economica a questi problemi… le LISTE NUMERATE©
emo rido, ma è la pura e semplice verità...

P.S. Ahia WTF, nel mio post ho scritto specie di settime anziché specie di accordi di settima, giuro che è stato per la fretta emo
WTF_Bach 10-02-23 12.54
@ d_phatt
emo rido, ma è la pura e semplice verità...

P.S. Ahia WTF, nel mio post ho scritto specie di settime anziché specie di accordi di settima, giuro che è stato per la fretta emo
Venti frustate, dieci anni di Siberia e l’ascolto forzato di Pulun vage sudu raula digay.
d_phatt 10-02-23 13.00
@ Raptus
Eh ma vuoi mettere quanto fa fiko© dire in giro di essere diplomati al conservatorio? emo
Al di là di ogni critica, io credo davvero che ancora oggi dietro quel titolo ci sia un reale valore. Comunque devi studiare e non è un percorso facile, anche se mi è capitato di vedere laureati che...non sembravano tali. Ma anche tanti musicisti di buono o ottimo livello.

Però...ecco, prima ancora di parlare di teoria musicale, di didattica, di tecnica pianistica, dei bassi numerati, intanto già sistemare quei problemi organizzativi basilari che nelle vere università non esistono (lì ci sono altri problemi, senza dubbio, ma non quello degli orari e caxxate simili) sarebbe il PRIMO passo da fare.

WTF_Bach ha scritto:
Venti frustate, dieci anni di Siberia e l’ascolto forzato di Pulun vage sudu raula digay.

emoemo
d_phatt 10-02-23 13.16
@ Asterix
WTF_Bach ha scritto:
Tipico dei conservatori.Non glie ne importa nulla dei problemi degli studenti.


Le generalizzazioni non mi piacciono...soprattutto quando mi pungono sul vivo.
Da docente di conservatorio dico che ci sono casi e casi, ho visto "docenti" non combinare praticamente nulla, ma ci sono docenti che aggiungono lezioni FUORI ORARIO, seguono gratuitamente gli studenti in estate, cercano di venire incontro alle difficoltà logistiche degli studenti...e SE LAVORI BENE non è che sei ricoperto di oro considerate le spese.

Stefano.

Stefano.
Ciao Asterix,

Da parte mia tengo a precisare ulteriormente che (come penso di aver fatto capire nel mio post) le mie critiche non sono rivolte agli insegnanti, ma alla struttura organizzativa. Anzi, troppo spesso gli insegnanti (anche qui chiaramente ci saranno eccezioni, purtroppo, come del resto conveni anche tu) sono l'unica nota positiva. Ancora una volta, parlo della mia esperienza e di quella di persone a me vicine.
Asterix 10-02-23 13.36
d_phatt ha scritto:
Ciao Asterix,

Da parte mia tengo a precisare ulteriormente che (come penso di aver fatto capire nel mio post) le mie critiche non sono rivolte agli insegnanti, ma alla struttura organizzativa. Anzi, troppo spesso gli insegnanti (anche qui chiaramente ci saranno eccezioni, purtroppo, come del resto conveni anche tu) sono l'unica nota positiva. Ancora una volta, parlo della mia esperienza e di quella di persone a me vicine.

Ma figurati! Sull'organizzazione ti do ragione che spesso è carente, ma è anche complicato fare orari che tengano conto delle esigenze di tutti.
WTF_Bach 12-02-23 21.25
Ho sentito un famoso "accademico" di YouTube insegnare che gli "accordi diminuiti" sarebbero composti da "prima, terza bemolle, quinta bemolle e sesta - diciamo sesta perchè è più comodo".

Sono allibito.