@ divicos
Credo che la chiave sia nella parola “semplificazione”, che vin ha evocato prima parlando del real book.
Esempio sciocco: se scrivo un brano in C, e mi adeguo a quella scala per ogni accordo, un C7 segue la scala ionica e quindi ha la settima maggiore, un G7 la misolidia e quindi settima minore, un E9 la frigia, terza, settima e nona minore e così via. Non avrei bisogno di specificare nulla, perché vincolato alla scala (che è sempre do maggiore) e alle alterazioni in chiave e la scrittura sarebbe formalmente corretta.
Il Real book la fa più semplice, considerando ogni accordo come se fosse costruito sulla SUA scala ionica (o eolia per gli accordi minori). Non considera gli altri modi, e quindi specifica ogni intervallo che “esce” dalla scala maggiore o minore naturale. Gli stessi accordi di sopra, anche se il brano è complessivamente scritto in C, li troverai indicati Cmaj7, G7, Em7(b9).
Personalmente, da pippa quale sono, trovo l’approccio real book più digeribile e meno soggetto a errori
Ma chi vi ha distorto così?
Sto in tonalità di Domagg e in Do penso ionico, in Sol7 in misolidio...
Ma è sempre Do magg, sia che parti da Re a Re, sia che parti da Sol a Sol, quello che cambia è il peso relazionato ai punti di forza, di riposo e di moto della scala.
Un episodio in Sol eseguito in tonalità di Do magg ha una forza ...lo stesso episodio in Sol ma eseguito in tonalità di Remagg ha tutt'altro significato.
L'armonia è, appunto, legame, consequenzialità logica anche quando è espressa ai limiti della comprensione ...ma esiste, esiste sempre.
È assurdo imparare l'armonia seguendo "blocchi" autonomi, a se stanti, ognuno con la sua legge.
Conoscere l'armonia, capirla (ed è semplice) vuol dire buttar via quella pagina del Real Book con tutti quegli obbrobri spacciati per semplificazioni armoniche mentre in realtà sono solo un modo per tarpare l'intelligenza di chi crede di imparare. Uno che ha capito come funziona l'armonia (e, ripeto, è semplice) saprà costruire qualsiasi tipo di accordo in qualsiasi situazione.
È piuttosto quella del Real Book ad essere una complicazione (e con molti errori, equivoci e approssimazioni) che ha fatto pure molte vittime.
Modale ...? A parte So What e poche altre cose attuali, è un sistema che entra sporadicamente nel sistema tonale e si presta certamente a tanta creatività, ma sempre là stiamo.
Il problema sono le sigle?
Nel '6/700 esisteva un sistema: il basso continuo. Un basso, quello che serviva alla struttura, con sopra delle numerazioni per costruire gli accordi.
Oggi certamente servirebbe un sistema codificato più uniforme e condiviso.
P.S.:
Quando scrivo la stesura armonica di un brano melodico uso sempre due pentagrammi: sopra la melodia, sotto il basso, al centro le sigle.