@ WTF_Bach
A parte che nel passaggio incriminato pronunciare “mai” sarebbe stato tecnicamente più semplice che pronunciare “mhuuahhii”, saremmo quindi in presenza di inconsistenza tecnica nel sostegno di una vocale.
Per ciò che concerne la lirica, un conto è scurire alcune vocali per facilitare l’appoggio (pensiamo alle “i” per esempio), un conto è il birignao, ovvero sostituire ad una vocale un dittongo formato da due o tre vocali, peraltro inesistenti nella lingua madre (vedasi l’ûæî che Giorgia usa al posto della “a” nella parola “mai”)
Basta provare per rendersi conto che sostenere la parola “mai” è più naturale, semplice e musicale che sostenere la parola “mûæî”.
Poi bisognerebbe parlare dell’abuso di melismi per cui praticamente ogni frase cantata da Giorgia non finisce mai, e dico mai, con la nota scritta ma con un lezioso melisma che alla lunga risulta stucchevole ed artefatto.
Insomma, credo che la tecnica c’entra poco, piuttosto c’entrino il cattivo gusto ed il desiderio di “famolo strano” per una malintesa visione di virtuosismo.
Da parte mia, preferisco la semplicità di una frase correttamente espressa come scritta, sia dal punto di vista musicale che lessicale-semantico.
Già nella lingua parlata, sfido a trovare qualcuno che pronunci tutte le parole come la grammatica richiede, considerati i dialetti, gli accenti, le cadenze, le inflessioni e le espressioni.
A maggior ragione non vedo il problema nel canto, ognuno può fare come crede, si tratta di arte, e in arte non deve essere negato nulla, tutto può essere "licenza poetica".
Hai citato Louis Armstrong: non fa melismi, ma non mi sembra il maggiore esempio di dizione e perfezione nel canto (e per fortuna).
Io per me trovo che ognuno debba esprimersi secondo la propria tecnica, il proprio sentire, il proprio piacere, e le proprie necessità comunicative.
Anch'io ho personaggi che all'ascolto mi "irritano" senza un vero motivo: semplicemente li evito.