@ claudio101
Ciao a tutti.
Ho desiderato riprendere questo post non per rispondere al quesito sul miglior strumento per emulare tutti o quasi i suoni originali dei brani che si vanno a proporre (non ho mai fatto cover, non mi sono mai posto il problema, non saprei cosa rispondere).
La domanda che volevo fare è di carattere generale e magari anche ingenua, nel caso mi scuso: prendo spunto da un brano di Fossati (Di tanto amore), datato 1979: nel 2014, lo stesso autore, fra altri suoi lavori, ne propose l'ascolto. Già dall'intro, al piano, era chiaro che il timbro e la sequenza degli accordi non erano per niente uguali all'originale, nel prosieguo, al di là della riffa di chitarra, tipo steel, caratterizzante
dicevo:
... caratterizzante il brano, il resto era stato eseguito senza rincorrere i suoni del "79.
Ora, a me personalmente ha fatto piacere capire dove l'autore aveva deciso di intervenire e come lo avevo fatto, inoltre ascoltare il pezzo con degli accorgimenti nuovi l'ho trovato stimolante, meglio che risentire un'esecuzione identica a quella già ascoltata un mucchio di volte.
In generale, ascoltando diversi autori/musicisti, in ambiti simili, le proposte "diversificate" le ho sempre preferite alle copie conformi.
Mi chiedevo: fatti salvi quei pezzi/autori per i quali la logica di cui sopra non potrebbe essere applicabile, in generale, la ricerca meticolosa dei suoni i più" autentici" possibili è un'esigenza maggiormente sentita dai musicisti che propongono cover, dal pubblico o ci sono anche altre ragioni ?
Grazie a tutti, buon pomeriggio.