@ anonimo
Come succede spesso, Andrea ha introdotto una riflessione molto acuta, che vorrei sviluppare
1) esiste un tipo di musica che in sostanza prescinde dal colore timbrico, una musica che vale per se stessa ed in cui l'orchestrazione è fatto per così dire accessorio...tant'è che di molti brani esistono versioni per piano, orchestra, quartetto, col solista oboe, col solista tromboe, violoncello, hammond, voce...
2) esiste una musica che è per così dire "generata dal timbro"...brani così indissolubilmente legati ad un'atmosfera timbrica da risultare impensabili, quasi grotteschi se orchestrati differentemente
Allora vien da pensare che il processo creativo sia in realtà diverso per questi due approcci...uno di carattere "matematico-razionale", l'altro di carattere "emotivo-viscerale"..
Cosa ne pensate?
Sono due elementi imprescindibili della musica, la struttura armonico - melodica e l'arrangiamento. Non puoi fare a meno di uno dei due.
Se una particolare sonorità può essere l'incipit di una composizione originale è solo perchè hai attinto da essa ispirazione per poi completarla con l'ossatura. Viceversa ci sono movimenti, frasi, passaggi di un brano che cantano solo se li affidi alla giusta voce.
Poi l'approccio "pop art" alla musica ha un po' mescolato questi fondamenti "tradizionali", ad esempio i cosiddetti rumoristi cercano di trovare spunti musicali dalle sonorità che ci circondano nella vita moderna. Sono un po' pop art e un po' futuristi. In soldoni un antitesi vivente.
Però anche solo la discomusic, quella di Giorgio Moroder 1977, astrae da queste mie considerazioni. Fai una versione piano solo di "I feel love" e vediamo quanto ci emoziona. Eppure penso sarete d'accordo nel considerarla una pietra miliare per l'evoluzione della musica.