[Polis] Domande ai negozianti musicali

Jojo 13-10-17 12.22
michelet ha scritto:
Non so se sia stato già detto, però i negozianti di strumenti musicali (ed i commercianti in genere) non sono enti benefici o, peggio, filantropici e guardano esclusivamente al loro tornaconto. Quindi, bisogna fidarsi di loro in maniera limitata, non cieca ed assoluta e, se possibile, cambiare negozio quando non troviamo più le condizioni che ci aggradano. Certe volte ci facciamo prendere dalla nostalgia, pensando che essere fedeli ad un negozio alla lunga ripaghi. Penso che sia vero fino ad un certo punto, nel senso che il negoziante per accaparrarsi il cliente spesso è più disponibile agli inizi, salvo poi ridurre le percentuali di sconto con l'andare del tempo


E' vero ciò che dici, ma è anche vero che ultimamente i commercianti devono fare i conti con regole di mercato sempre più restrittive ed agguerrite. Vuoi per i grandi negozi on line che impongono le linee guida sui prezzi, riducendo al limite i margini di guadagno per i piccoli / medi commercianti. Vuoi per le imposizioni dei distributori che spesso si rivelano tutt'altro che vantaggiose per chi, poi, deve vendere. Ci sono commercianti che per avere buoni sconti su prodotti di fascia medio-bassa si devono accollare sul groppone dei top di gamma che chissà quando venderanno. E' una strategia commerciale a vantaggio quasi sempre dei distributori e dei grandi negozi on line e che rende la vita difficile al piccolo negozietto locale.
emo
anonimo 13-10-17 14.07
michelet ha scritto:
Non so se sia stato già detto, però i negozianti di strumenti musicali (ed i commercianti in genere) non sono enti benefici o, peggio, filantropici e guardano esclusivamente al loro tornaconto.


Esistono due forme di commercio : quella di altri tempi, e quella moderna.

Quella di altri tempi consisteva nel cercare di rifilare i prodotti con il maggior guadagno possibile, senza andare incontro alle esigenze del cliente.
Era tipica dei tempi delle vacche grasse, quando la domanda era alta e c'era poca concorrenza.
All'epoca potevi anche permetterti di vendere pochi pezzi al doppio del prezzo pagato, tanto il negozio era sempre pieno.
Potevi rifilare la giacenza, spacciandola per il miglior prodotto, tanto se non tornava quel cliente, ne sarebbero arrivati altri (e cosi' via).

Quella moderna invece deve fare i conti con la concorrenza (soprattutto di internet, ed ora anche di paesi stranieri).

Chi ha capito che le cose sono cambiate, ha cambiato anche il modo di vendere consultando internet, guardando i prezzi dei concorrenti (vicini di zona, o on line), ed applicando prezzi molto simili.
Allo stesso modo, dovendo fare conti con margini ridotti, cerca il piu' possibile di fidelizzare tanti clienti, affinche' il minor guadagno sia compensato da volumi piu' grandi, e per fare cio' deve giocoforza essere costantemente il piu' corretto possibile.

Il commerciante on line guadagna poco, smerciando tanti prodotti (in Germania ci sono negozietti che lavorano on line in questo modo), e chi lo ha capito ed ha saputo adattarsi, e' riuscito a restare competitivo.

Se sono sopravvissuti molti negozi all'antica, e' perche' non hanno ancora visto gli effetti del nuovo tipo di commercio : ma chi lo ha capito in ritardo, ed ha continuato col vecchio metodo, e' finito per tirare giu' la serranda (mi riferisco a settori generici, e non specificatamente a quello musicale).

Nello specifico, il negozio presso il quale mi servo, e' in posizione decentrata, ma non cosi' distante dal magazzino del cuneese, e sulle tastiere ha sempre dovuto tener conto di quell'influenza.
Successivamente con il commercio on line, si e' adeguato anche ai prezzi medi della rete, con i quali cerca costantemente di confrontarsi.

Se e' sopravvissuto alla crisi, e' perche' ha saputo guardare i cambiamenti che ci sono stati.

paolo_b3 13-10-17 14.14
@ anonimo
michelet ha scritto:
Non so se sia stato già detto, però i negozianti di strumenti musicali (ed i commercianti in genere) non sono enti benefici o, peggio, filantropici e guardano esclusivamente al loro tornaconto.


Esistono due forme di commercio : quella di altri tempi, e quella moderna.

Quella di altri tempi consisteva nel cercare di rifilare i prodotti con il maggior guadagno possibile, senza andare incontro alle esigenze del cliente.
Era tipica dei tempi delle vacche grasse, quando la domanda era alta e c'era poca concorrenza.
All'epoca potevi anche permetterti di vendere pochi pezzi al doppio del prezzo pagato, tanto il negozio era sempre pieno.
Potevi rifilare la giacenza, spacciandola per il miglior prodotto, tanto se non tornava quel cliente, ne sarebbero arrivati altri (e cosi' via).

Quella moderna invece deve fare i conti con la concorrenza (soprattutto di internet, ed ora anche di paesi stranieri).

Chi ha capito che le cose sono cambiate, ha cambiato anche il modo di vendere consultando internet, guardando i prezzi dei concorrenti (vicini di zona, o on line), ed applicando prezzi molto simili.
Allo stesso modo, dovendo fare conti con margini ridotti, cerca il piu' possibile di fidelizzare tanti clienti, affinche' il minor guadagno sia compensato da volumi piu' grandi, e per fare cio' deve giocoforza essere costantemente il piu' corretto possibile.

Il commerciante on line guadagna poco, smerciando tanti prodotti (in Germania ci sono negozietti che lavorano on line in questo modo), e chi lo ha capito ed ha saputo adattarsi, e' riuscito a restare competitivo.

Se sono sopravvissuti molti negozi all'antica, e' perche' non hanno ancora visto gli effetti del nuovo tipo di commercio : ma chi lo ha capito in ritardo, ed ha continuato col vecchio metodo, e' finito per tirare giu' la serranda (mi riferisco a settori generici, e non specificatamente a quello musicale).

Nello specifico, il negozio presso il quale mi servo, e' in posizione decentrata, ma non cosi' distante dal magazzino del cuneese, e sulle tastiere ha sempre dovuto tener conto di quell'influenza.
Successivamente con il commercio on line, si e' adeguato anche ai prezzi medi della rete, con i quali cerca costantemente di confrontarsi.

Se e' sopravvissuto alla crisi, e' perche' ha saputo guardare i cambiamenti che ci sono stati.

Tieni conto anche di questo aspetto: se fai "girare" gli strumenti ed ampi il tuo parco prodotti anche sull'usato sei più appetibile. E poi vuoi mai che uno ti arriva attratto dall'usato e poi si convince che vale più la pena il nuovo?
Io quando entro in quei negozi che hanno 5 tastiere nuove e 2 usate sono colto da tristezza emo
Raptus 13-10-17 14.18
@ anonimo
michelet ha scritto:
Non so se sia stato già detto, però i negozianti di strumenti musicali (ed i commercianti in genere) non sono enti benefici o, peggio, filantropici e guardano esclusivamente al loro tornaconto.


Esistono due forme di commercio : quella di altri tempi, e quella moderna.

Quella di altri tempi consisteva nel cercare di rifilare i prodotti con il maggior guadagno possibile, senza andare incontro alle esigenze del cliente.
Era tipica dei tempi delle vacche grasse, quando la domanda era alta e c'era poca concorrenza.
All'epoca potevi anche permetterti di vendere pochi pezzi al doppio del prezzo pagato, tanto il negozio era sempre pieno.
Potevi rifilare la giacenza, spacciandola per il miglior prodotto, tanto se non tornava quel cliente, ne sarebbero arrivati altri (e cosi' via).

Quella moderna invece deve fare i conti con la concorrenza (soprattutto di internet, ed ora anche di paesi stranieri).

Chi ha capito che le cose sono cambiate, ha cambiato anche il modo di vendere consultando internet, guardando i prezzi dei concorrenti (vicini di zona, o on line), ed applicando prezzi molto simili.
Allo stesso modo, dovendo fare conti con margini ridotti, cerca il piu' possibile di fidelizzare tanti clienti, affinche' il minor guadagno sia compensato da volumi piu' grandi, e per fare cio' deve giocoforza essere costantemente il piu' corretto possibile.

Il commerciante on line guadagna poco, smerciando tanti prodotti (in Germania ci sono negozietti che lavorano on line in questo modo), e chi lo ha capito ed ha saputo adattarsi, e' riuscito a restare competitivo.

Se sono sopravvissuti molti negozi all'antica, e' perche' non hanno ancora visto gli effetti del nuovo tipo di commercio : ma chi lo ha capito in ritardo, ed ha continuato col vecchio metodo, e' finito per tirare giu' la serranda (mi riferisco a settori generici, e non specificatamente a quello musicale).

Nello specifico, il negozio presso il quale mi servo, e' in posizione decentrata, ma non cosi' distante dal magazzino del cuneese, e sulle tastiere ha sempre dovuto tener conto di quell'influenza.
Successivamente con il commercio on line, si e' adeguato anche ai prezzi medi della rete, con i quali cerca costantemente di confrontarsi.

Se e' sopravvissuto alla crisi, e' perche' ha saputo guardare i cambiamenti che ci sono stati.

Avevo inserito anche uno smile a fine frase, ok sarò più chiaro: non devi prendere tutto seriamente, è chiaro che stavo dicendo solo una cosa: va bene quello che dici, grazie di avere dato la tua opinione, ma come io non posso dire che i negozianti sono tutti pessimi secondo te ha senso continuare ad elogiare un posto (ripeto 1 posto, in Italia quanti siamo?) prendendolo da esempio, perchè ti sei trovato bene? Probabilmente hai trovato una brava persona... tutto qua. Cercavo solo di essere obiettivo.
Da uno che si firma Valenciano mi sembri poco autoironico rispetto ai cugini ispanici...emo
sterky 13-10-17 17.13
@ paolo_b3
Music In RSM.
azz....niente kurzweil emoemo
anonimo 13-10-17 19.58
raptus ha scritto:
Avevo inserito anche uno smile a fine frase


Veramente a fine frase c'era la birra, ma io sono astemio...
raptus ha scritto:
secondo te ha senso continuare ad elogiare un posto


Io non stavo elogiando un posto, ma uno stile di vendita che riscontro anche presso negozianti di altri settori.

Quelli alla vecchia maniera, che ti pettinano quando compri qualcosa di importante, ti ignorano se poi hai bisogno del piccolo ricambio, o cercano di rifilarti le cose che vogliono loro con margini di guadagno da usuraio, lascio che facciano la muffa davanti al loro bancone.

Potrei citare altri esempi di altri settori, ma qui si parla di strumenti musicali e mi sono limitato a quello.

Se nel mio settore non esiste un negozio che rispecchia determinate caratteristiche, allora faccio un click su internet e risolvo tutto : a costo di comprare direttamente da Polo Sud, dalla Cina, o piu' facilmente dalla Germania, dove anche in altri settori (non musicali) ho riscontrato prezzi vantaggiosi ed enorme serieta' (facendo le dovute selezioni, e guardando attentamente i giudizi dei vari clienti).

Fosse stato per me, il vecchio negoziante volpone e in mala fede, avrebbe gia' chiuso la serranda da tanti anni, ed e' inutile che metta su facebook quegli appelli tipo "non comprare nei supermercati, ho dei figli da mandare a scuola mentre i supermercati no" : quando si passo' dalla lira all'euro, molti di quei figuri, si riempirono la pancia facendosi beffa di chi aveva lo stipendio fisso.
raptus ha scritto:
Cercavo solo di essere obiettivo.


Qui si parla di musica, non di fotografia... emo

raptus ha scritto:
Da uno che si firma Valenciano mi sembri poco autoironico rispetto ai cugini ispanici...emo


Lascia perdere, che proprio adesso che meditavo di trasferirmi li (piu' a sud pero') si rischia la guerra civile...emo



paolo_b3 13-10-17 21.14
@ sterky
azz....niente kurzweil emoemo
Te lo hanno detto loro?
paolo_b3 13-10-17 21.16
valenciano ha scritto:
Veramente a fine frase c'era la birra, ma io sono astemio...

Che brutto post ... emo
sterky 13-10-17 21.42
@ paolo_b3
Te lo hanno detto loro?
Si....
paolo_b3 13-10-17 22.38
@ sterky
Si....
Di solito quello che non hanno lo possono procurare, ma forse non trattano Kurzweil, io in effetti non ne ho mai comperate.
anonimo 13-10-17 22.42
@ paolo_b3
valenciano ha scritto:
Veramente a fine frase c'era la birra, ma io sono astemio...

Che brutto post ... emo
tranne quando non guido io emo
LennyK 21-10-17 15.53
Alcuni "possono accompagnare solo".emo
clouseau57 22-10-17 12.11
La regola fondamentale dei negozianti ( Sopratutto nelle permute emo ) e'
Comprare con i piedi
Vendere con le mani
emo